From Age to Age


From AGE to AGE
From AGE to AGE

Dedicato al Mahavatar il cui Tremendo Amore ci sorveglia e ci guida per tutto il tempo

Sebbene non sono ancora nato, imperituro, indistruttibile, Il Signore di tutti gli esseri viventi, tuttavia - Dalla Maya, dalla Mia Magia imprimo Sulle mutevoli forme della Natura, l'originario immenso - Io vengo, vado e vengo. Quando la giustizia Declina, O Bharata! Quando la malvagità E' forte, Io risorgo, di era in era prendendo forma Visibile e mi muovo come un uomo tra gli uomini, Soccorrendo il bene, spingendo indietro il male e stabilendo di nuovo la Virtù al suo posto. Il Signore Krishna, la Bhagavad Gita

La regione di Kumaon dell'India settentrionale ai piedi delle Himalaya, Haidakhan è appena ad est di Haldwani

PREFAZIONE: UNA NOTA DAGLI EDITORI
Uno dei primi manoscritti di questa traduzione ci fu originariamente dato nel 2001 da B.R.K. Mishra, il figlio dell'autore Giridhari Lal Mishra. La prima edizione in Hindi fu pubblicata diversi decenni prima in India e ringraziamo B.R.K. Mishra per l'opportunità di redigere e pubblicare questa importante collezione, inclusa di storie, testimonianze oculari e memorie riguardo il potente ma sconosciuto Essere, Mahavatar Haidakhan Babaji. Affinché il lettore segua il testo, offriamo qualche commento sullo sfondo delle figure centrali coinvolte. In primo luogo, Haidakhan Baba (scritto anche Herakhan) si crede sia una Manifestazione della Divinità che appare davanti al pubblico di epoca in epoca. Questa collezione si riferisce soprattutto alle Sue apparizioni in ambito pubblico fra il 1840 e il 1922 circa. Egli trascorse la maggior parte del suo tempo nei piccoli villaggi e nelle città della regione del Kumaon, nelle colline dell'Himalaya, conosciute anche come area del Kurmanchal. Precedentemente chiamata Uttaranchal, la zona fu divisa dal grande stato dell'Uttar Pradesh nel 2000 ed ora è conosciuta come lo Stato dell'Uttarkhand. Nel 1800 la vita era semplice; la maggior parte delle persone camminava da città a città e questo è abbastanza comune ancora oggi. Una strada di dodici miglia di lunghezza attraverso la giungla al villaggio di Haidakhan fu costruita solo recentemente ma a volte, a causa delle forti piogge, è addirittura impraticabile per mesi. Anche se le modifiche moderne stanno arrivando, l'area rimane piuttosto isolata e la comunicazione è lenta e difficile. Da qui ci vorrebbero decenni per mettere insieme i vari nomi e le storie di Haidakhan Baba e rendersi conto che anche se Egli fu chiamato con molti nomi e sebbene gli eventi sorprendenti avvennero in gran parte sia in India che in Tibet, tutte le storie furono le storie di uno e dello stesso Essere. Egli è noto per aver trascorso innumerevoli anni meditando in varie grotte, esclusivamente per il benessere di tutta l'umanità. Considerato come uno Shiva Mahavatar, il Monte Kailash, il Kailash Parvat ad Haidakhan è considerato essere la Sua dimora. Sebbene Egli non fosse sempre semplice da capire, i leela di Shri Babaji, il Suo Gioco Divino, avrebbero catturato i cuori di innumerevoli devoti, ispirando profonda devozione. Quando Egli apparve nel 1800, era senza nome e fu avvistato per la prima volta nel villaggio di Haidakhan. Perciò questo santo conosciuto con nessun nome e molti nomi, è stato variamente denominato come Mahamunindra Bhagwan, Lama Baba, Shiva Muni, Trayambak Baba e Babaji Maharaj, diventato noto come Haidakhan Baba; in seguito un certo numero di studiosi avrebbero determinato che Egli è uno e lo stesso come Mahavatar Babaji, reso di fama mondiale da Paramahansa Yogananda nel suo libro di memorie del 1946, 'Autobiografia di uno Yogi'. Anche se avvistato da un certo numero di residenti, Egli sembrava favorire la regione montagnosa del Kumaon; Là, nel villaggio di Haidakhan nel 1893, Egli costruì in piccolo tempio di Shiva. Oggi il tempio ospita una murti di Babaji, una statua di Babaji in forma umana ed è circondato da un grande ashram. Sebbene Haidakhan Baba sia sempre disponibile per i Suoi devoti nello stato di senza forma, la leggenda vuole che Egli appare di tanto in tanto, in corpi diversi, talvolta a uno o due persone per brevi istanti, altre volte a gruppi di persone per anni di fila, la Sua attenzione è sempre a tutta l'umanità. Quando un giovane santo apparve a Haidakhan nel 1970 mostrando simili qualità, diversi testimoni riportarono che Babaji era tornato e malgrado il lungo lasso di tempo tra la partenza di Haidakhan Baba nel 1922 e la riapparizione nel 1970, alcuni devoti furono in grado di scorgere entrambe le Forme riconoscendole l'un l'altra come Mahavatar Babaji. Nessuno sa da dove siano venute entrambe le manifestazioni. Si dice che sia la Luce del Divino Sé. Mahendra Baba, un santo rinomato, nacque a Bihar attorno al 1908 e fu istruito in varie lingue, compreso il Sanscrito. Quando era giovane egli ebbe un'esperienza con un Essere Divino e fece della sua vita una missione per trovarlo, rinunciando al mondo all'età di ventidue anni e viaggiando in India, in gran parte a piedi, alla ricerca di questo maestro. Infine egli lo riconobbe quando vide una foto di Haidakhan Baba in un piccolo ashram a Shitlakhet in India del Nord. Babaji gli apparve e subito dopo Mahendra Baba si mise a instaurare ashram e templi dedicati a Haidakhan Baba e fondò l'Haidakhandi Samaj. Egli è conosciuto per i suoi scritti così come per i suoi miracoli e tra i suoi devoti c'era Giridhari Lal Mishra, l'autore di questa raccolta. Mahendra Baba lasciò il suo corpo nel 1969 dicendo ai devoti che Haidakhan Baba sarebbe presto riapparso, gli eventi descritti sono aggiunti nell'Epilogo di questa edizione. E' consuetudine utilizzare agli esseri divini tali riferimenti come "Sua Santità"; qui, data la pletora di santi ed esseri divini, alcuni dei quali appaiono sulla stessa pagina così come Babaji, vengono utilizzati soltanto quelli che si riferiscono a Haidakhan Baba. Allo stesso modo, poiché Babaji aveva così tanti nomi, in questa edizione ci si riferisce a Lui come a "Shri Haidakhan Baba" e "Babaji" e con tale variante occasionale come "Sua Santità". Mahendra gioca un ruolo importante ed è indicato come Mahendra Baba o Shri Mahendra. Ad eccezione di Gumani Bhakta, il più leggendario devoto di Babaji, i nomi della maggior parte delle altre figure e ce ne sono molte, appaiono nelle singole storie. In questa edizione le traduzioni sui riferimenti cronologici per le importanti divinità, festival, cibi e capi di abbigliamento sono tipicamente incorporati nel testo; i titoli dei libri sacri appaiono nelle forme che sono diventate comuni in Inglese. Anche se ci sono molti riferimenti per entrambi i libri sacri e la vita in India, il loro peso è marginale rispetto al compito che l'autore si è prefissato. Nato in India del Nord, addestrato sotto gli Inglesi come avvocato e poi giudice, egli cerca di rendere accurata testimonianza delle pratiche dell'eterno Babaji di Haidakhan.

La Valle a Haidakhan nel 1970 circa
La Valle a Haidakhan nel 1970 circa
Il sentiero all'ashram a Haidakhan
Il sentiero all'ashram a Haidakhan
Mahendra Baba
Mahendra Baba
Haidakhan Babaji nel 1900 circa
Haidakhan Babaji nel 1900 circa
Haidakhan Babaji nel 1972 circa
Haidakhan Babaji nel 1972 circa

DI ERA IN ERA: STORIE DI HAIDAKHAN BABAJI

L'autore, Giridhari Lal Mishra
L'autore, Giridhari Lal Mishra

INTRODUZIONE
DALL'EDIZIONE ORIGINALE IN HINDI DI 'DI ERA IN ERA'
Negli Shiva Purana, Shri Brahma descrive le molte manifestazioni del Signore Shiva, quando Egli si incarna di era in era nella forma di grandi yogi. A cavallo del ventesimo secolo i residenti della regione del Kumaon furono fortunati di sperimentare una tale manifestazione, cioè quella di Haidakhan Baba familiarmente conosciuto come Babaji. La Sua presenza presta solida conferma alla fede che migliaia di devoti hanno posto negli atti divini menzionati nei Purana. Il sottoscritto, sebbene è immeritevole, ha qui tentato di raccogliere storie delle Sue illimitate e infinite gesta yogiche. Umilmente premetto davanti al maestoso consiglio di studiosi e santi eruditi che in queste pagine non faccio altro che riferire la semplicità, verità e amore di Shri Haidakhan Baba; il mio è solo un tentativo di descrivere le pure gesta yogiche e la divinità del venerato Baba. Sono grato a tutti i rispettati cittadini della regione del Kumaon che, come devoti del Signore Krishna tra i pastori di vacche di Gokul, si sono nobilitati testimoniando, sperimentando e segnalandomi i giochi di questa manifestazione. E' Shiva, come Haidakhan Baba che rese possibile la mia narrazione di queste opere manifestate di meraviglia e servizio, amore e fede. Queste storie sono dedicate a Sua Santità Shri Mahendra Baba. La gratitudine e la riconoscenza vanno a coloro cui le notizie ho incluso nelle pagine che seguono ed in particolare a quelli che elenco qui sotto.
L'anziano dotto Shri Ramadattji Jyotirvid; Lo studioso Jivanchandraji Joshi, M.A; Il dotto Shri Bholadattji Pande, avvocato; Il maestro Shri Gopaldattji Belwal; L'erudito Shri Gouridattji Pant; L'erudito Shri Shiromani Pathak.
Fino a che punto posso lodare la Tua misericordia verso di me, Oh Signore! Tu sei il protettore del non protetto! Anche con la dotazione di un migliaio di lingue, la Tua gloria e misericordia non possono essere descritte.
Il Tuo Servo,
Giridhari Lal Mishra

PARTE I

Haidakhan Babaji in meditazione
Haidakhan Babaji in meditazione

AVATAR
Così parlò Shri Krishna ad Arjuna: "Ogni volta che il dharma declina e si sviluppa l'ingiustizia Io mi manifesto al fine di aumentare il dharma caduto e reprimere gli autori del male." Dio offre la prova di queste linee dalla Bhagavad Gita manifestando Se Stesso in diverse forme come un avatar. In questo contesto non intendo soltanto le Sue manifestazioni come Shri Rama o Shri Krishna ma anche le altre Sue manifestazioni estremamente potenti. Tra i molti avatar dell'Uno, includo Shri Haidakhan Wale Baba, Babaji. I meriti delle manifestazioni sono molte, non provvedono soltanto al benessere universale degli esseri viventi ma danno anche la guida per le future generazioni. L'ottusità e la letargia nate dal passaggio del tempo vengono sradicate e tutte le persone spirituali progrediscono nel giusto vivere. Il Signore assume qualsiasi forma i tempi richiedano. L'apparizione di Dio sulla terra non è ristretta alla forma umana; Egli è apparso come animale nonché uccello. Ogni volta che il dharma è diminuito e gli esseri perseguitati gridano aiuto, il Signore è apparso per proteggere e promuovere un comportamento equilibrato e il benessere tra tutti gli umani, tutte le religioni, tutte le creature. Dio è un oceano di satva, bontà; le apparizioni infinite di Dio emanano questo inestimabile oceano di nettare ogni momento. Dato che è ovvio che non c'è nessuna forma o un posto per la manifestazione del Signore sulla terra. Ogni apparizione porta una verità: la manifestazione del Signore Rama ha presentato al mondo il costante merito di onore e adempimento dei propri doveri; Il Signore Krishna ha dotato il mondo del messaggio di puro amore. Allo stesso modo ogni manifestazione posteriore ha il suo proprio messaggio e qualsiasi essere vivente che medita con vera devozione, in qualsiasi forma appare, assicura conforto in esso. Quindi i Veda e gli Shastra consentono il culto di Dio con o senza forma. Le pagine che seguono descrivono l'apparizione e le realizzazioni spirituali del Brillante Uno, Haidakhan Baba che fu la rappresentazione visiva d'amore, semplicità e verità. Gli Shiva Purana citano, in molte delle sue pagine, che il Signore Sadashiva, l'Adi Guru, il Guru Supremo, è apparso sulla terra di epoca in epoca per il benessere del mondo e che Egli è conosciuto per i Suoi leela, il Suo gioco divino. Anzi, la manifestazione di Shri Haidakhan Baba non ha carattere specifico predeterminato; il suo unico scopo è il benessere del mondo. Le descrizioni dell'improvvisa apparizione di Haidakhan Baba non sono soltanto basate sui Veda e i Purana; al momento ogni bambino della regione del Kumaon era a conoscenza di Lui e ognuno sapeva dei Suoi grandi poteri. La Sua comparsa non era limitata alla sola India; i Suoi leela divini diffusi sono stati visti anche in paesi stranieri. Le storie dal Tibet, Russia, Svezia e altrove figurano nei capitoli che seguono e i lettori possono confermare la loro accuratezza con i residenti di Almora, Haldwani, Haidakhan e Nainital. I devoti lo scoprirono per la prima volta a Haidakhan nella regione del Kumaon del Nord e così egli è chiamato come Sua Santità Haidakhan Wale Baba. Oggi nessuno sa il Suo vero nome, il Suo luogo di nascita o qualsiasi dettaglio terreno. Tuttavia osservando semplicemente le sue caratteristiche esterne e il comportamento, gli uomini comuni lo riconoscono come modello precettore religioso, lo yogi degli yogi, con tutte le realizzazioni dello yoga e come un grande propagatore dei Veda. Esercitando alcuno sforzo la Sua presenza silenziosa era abbastanza potente per evocare un flusso di pensieri puri e benefici nei Suoi seguaci. Durante il periodo della presenza di Babaji sulla terra, era possibile vedere che se una persona era triste, dopo aver cercato rifugio di Sua Santità, avrebbe prodotto un lieve segno di dolore sul viso di Shri Babaji, tutta l'assemblea avrebbe vissuto l'agonia combinata del dolore di tutti. Questo stato di dolore sarebbe durato solo per un breve periodo di tempo; tanto dolore intenso non può essere sopportato a lungo. Allo stesso modo, un'indicazione di gioia sul viso di Sua Santità avrebbe suscitato ilarità involontaria tra gli spettatori assemblati. Questa è la grandezza delle realizzazioni yogiche. Anche oggi ci sono migliaia di persone che hanno avuto tali esperienze. 'Colui che considera il dolore e la gioia alla pari, in bilico e in equilibrio senza alcuna agitazione, non fa differenza tra un pezzo di fango e una pepita d'oro perché non vede alcuna differenza nel loro valore'. Le parole sono della Bhagavad Gita ed esprimono esattamente ciò che le persone hanno testimoniato in Haidakhan Baba. Egli ricevette la visita dei re, dei maharaja, dei ricchi e illustri. Essi portarono offerte quotidiane di oro e abiti costosi, ma questi non avevano impatto su Babaji. Egli non dava nemmeno un'occhiata ai regali di lusso; furono tutti utilizzati per il benessere dei bisognosi. All'epoca c'era la tradizione dei bhandara, i pasti per tutti e in migliaia partecipavano volontariamente alla loro preparazione. I preparativi sarebbero stati fatti automaticamente come da una macchina interamente auto ispirata. Se per caso qualcuno chiedeva a Haidakhan Baba riguardo qualche lavoro, Egli avrebbe sorriso e detto, "Fai come vuoi." Dalla grazia del Signore il lavoro fu sempre fatto bene e in tempo, a volte anche prima del previsto. Per Lui era lo stesso, se fosse denaro o fango. Combinare l'illuminazione, la devozione, la comunione e la rinuncia nelle giuste proporzioni è concedere le esigenze del Realizzato. Quello stato esaltato era manifesto in Haidakhan Baba, ispirandoci a conoscerlo come un avatar. Egli fu visto anche manifestare altri stati estatici. Egli avrebbe trascorso giorni senza cibo o acqua, a volte vagabondando in uno stato esaltato per giorni di fila, ignaro del Suo corpo, del Suo vestito o dei devoti attorno a Lui. Dall'altra, agli eventi cerimoniali, Egli indossava il filo sacro e il Suo modo di comportarsi era come il contegno degli antichi saggi, Egli era una rappresentazione visiva di devozione stessa. Durante i discorsi delle scienze dei Veda e degli Shastra, Egli sarebbe apparso davanti ai raduni degli studiosi come un sapiente, esperto nel più difficile degli argomenti. Il Suo lucido e semplice approccio faceva le Sue interpretazioni comprensibili a tutti e in tali occasioni persino i grandi studiosi e insegnanti ben noti si inchinavano davanti a Haidakhan Baba. Egli si teneva in disparte dalle sette e onorava parimenti tutte le religioni. Egli non aveva nessuna sensazione per il tribalismo che potrebbe infettare le menti settarie. Hindu, Buddisti, Mussulmani e Cristiani, come anche i seguaci di altre religioni, erano tra i Suoi devoti ed Egli ha predicato a tutti la necessità di essere saldi sulla loro propria religione. Egli non fu mai stato osservato a criticare né a lodare qualsiasi religione o una setta e tutti i cercatori ricevevano la guida che chiedevano, che coinvolgeva la devozione, l'illuminazione, lo yoga o la rinuncia, senza difficoltà. I Lama del Tibet avrebbero provato a decifrare il segreto della Sua abilità spirituale risiedendo con Lui ma i loro sforzi furono invano. Era così accresciuto lo stato mentale di Shri Babaji, il Suo essere così semplice che anche i grandi santi non potevano comprendere. Né è un'esagerazione dire che Egli fu la manifestazione del Signore Shiva Stesso. Una volta Egli mostrò la misericordia a un devoto in Himalaya apparendo nella forma del Signore Shiva Shankar, dicendo al devoto che Egli era apparso sulla terra nella forma di Baba di Haidakhan per aiutare il mondo. I Suoi sacri leela non possono essere facilmente afferrati ma in qualità di fautore di tutte le sette e di tutti i culti la Sua guida gioverebbe a tutti loro e la Sua misericordiosa presenza continuerebbe ad ispirare. Le ricerche condotte fino ad oggi daranno ai lettori qualche idea delle brillanti gesta e miracoli di Babaji. Innumerevoli anime hanno ottenuto la beatitudine della Sua luminosa presenza e i resoconti di molti di questi eventi sono raccolti qui, i resoconti del giovane e dell'anziano, degli uomini, donne e seguaci di diverse religioni. Al momento i resoconti sono stati raccolti ed è stata effettuata un'approfondita verifica. Al fine di evitare l'accusa di squilibrata propaganda,sono inclusi i resoconti delle varie classi, dall'erudito all'illetterato, delle popolazioni rurali e urbane; un numero di centenari, entrambi uomini e donne, hanno garantito la loro verità giurando su tutto ciò che possedevano. Haidakhan Baba scomparve nel 1922 ma la Sua Grazia ancora concede le visioni ai Suoi devoti e agli yogi che desiderano ottenere l'illuminazione. Capita che alcuni di loro, che sono coinvolti, siano stranieri e i loro resoconti si uniscono a quelli di altri nei seguenti capitoli.

I LUOGHI DEI LILA
Uno sguardo alla storia antica della regione del Kumaon rivela che circa otto o diecimila anni fa l'area era ricoperta di neve fino a che gradualmente la neve iniziò a sciogliersi e gli insediamenti umani misero radici. Gli eremi di un certo numero di grandi santi, saggi e siddha yogi si trovavano in queste montagne e la maggior parte di essi sopravvivono ad oggi. Una delle montagne si chiama Monte Kailash; là, in occasione della celebrazione di Shivaratri, un mela, ha luogo un raduno di devoti e il Signore Sadashiva esaudisce i desideri dei devoti. Ai piedi del Monte Kailash siede un piccolo villaggio dove l'erba medicinale chiamata harid si trova in abbondanza, quindi il villaggio è generalmente noto come Haidakhan, pronunciato Herakhan. In primo luogo, Haidakhan Baba, concesse la Sua apparizione agli abitanti di Haidakhan attorno al 1840 AD (le date variano); egli aveva un tempio di Shiva e una guesthouse costruiti là e divenne noto come Shri Haidakhan Baba. Di fronte al tempio, sull'altra sponda del Fiume Gautama Ganga, c'è una grotta sacra dove dentro si presenta come un tempio. Un semplice sguardo all'interno porta la pace beata della mente, ispirando la seguente descrizione nel Punya Smruti di questa regione benedetta: "Haidakhan è una meravigliosa regione e la sua sacra dimora dona tanta pura felicità e beatitudine." Oltre all'Ashram di Babaji di Haidakhan, ci sono molti altri ashram di Sua Santità inclusi: Ganadoliya Ashram a Ranikhet; Kathgharia Ashram ad Haldwani; Khruptal Ashram a Nainital; Siddhashram a Shitlakhet; Chedoo Ashram ad Almora. Babaji avrebbe intrapreso difficili e severe penitenze in un certo numero di grotte sacre nella regione del Kumaon, sedendo nella posizione yoga per tre o quattrocento anni. Tali poteri supremi spirituali sono irraggiungibili ma il potere divino di Shankara Stesso, induce una ricerca di prove della Sua presenza in diversi luoghi, tra i quali: la grotta Bansuli vicino Ranibag; la grotta fuori dal villaggio di Salja Shitlakhet; la grotta di Ruvri Dwarsu; la grotta di Haidakhan.

LA FORMA DI BABAJI
L'apparizione di Shri Haidakhan Baba è misteriosa, ineguagliabile e incomparabilmente unica; l'abbondanza delle Sue potenti realizzazioni yogiche sono indescrivibili. Nel tentativo di descrivere il Suo stato naturale di ascesa yogica, Pundit Jyotirvid Shri Ramadattji scrive come segue: "La grande personalità, Maharaj di Haidakhan, è uno yogi divino. Quando Egli è nello stato di unione immutabile, Egli entra nella suprema beatitudine di Brahmanand, dentro la suprema estasi spirituale e rimane in quello stato di totale rinuncia dal mondo esterno, completamente ignaro di esso, parlando molto poco." Fino ad oggi nonostante le approfondite ricerche, nessuna traccia è stata trovata sul luogo di nascita o la famiglia di Babaji da cui proviene. Similmente Egli scomparve nel 1922 e da allora i residenti della regione del Kumaon non hanno avuto la vista della Sua forma fisica brillante. Quando gli abitanti di Haidakhan lo videro per la prima volta egli sembrava avesse circa cinquant'anni di età. Tutti i tratti del carattere di un siddha yogi menzionati nello Swetabhuva Upanishad erano presenti in Lui in tutta la loro grandezza come se Egli fosse nato con loro. Il Suo corpo di un colore bianco-giallastro e la sua fronte che era cospicuamente sollevata splendevano della brillantezza di un rubino. Ogni volta che egli stava silenziosamente ripetendo un mantra le sue sopracciglia si muovevano su e giù. La Sua sacra bellezza, la fragranza, l'aspetto e l'andatura erano così raffinati che erano al di là della comprensione delle facoltà mentali ed intellettuali. Il Suo corpo era così morbido che anche premendolo uno non poteva sentire la presenza delle ossa. Ogni volta che Egli apriva il Suo pugno, l'aria tutt'attorno si sarebbe riempita di una tale sottile fragranza che avrebbe portato uno stato d'animo gioioso a tutti, una fragranza che le persone locali della collina dicono che non poteva essere comparata a nessun altra. I capelli sulla Sua testa erano corti e sarebbero rimasti così, immutati, crescendo né più lunghi né più sottili. Le Sue feci non avevano odore ed entro un breve periodo di tempo diventavano polvere. Durante i Suoi periodi di manifestazione umana, nessuno lo vide mai dormire. Shri Shiromani Pathak una volta rimase con Sua Santità continuamente per sei mesi e non lo vide mai dormire; Sua Santità rimaneva nella postura Siddhasana o Gomukhasana per tutta la notte. Egli indossava il vestito adatto a questa antica cultura Indiana: la kurta, una lunga camicia; il topi, un cappello e il kopin, un perizoma, di sacro bianco. A volte un dhoti, il panno sciolto avvolto metà sopra e metà sotto il punto vita, era tutto ciò che indossava ma, Egli non aveva appositamente un abbigliamento preferito. Quando i Suoi devoti gli davano i vestiti Egli se li metteva per un po' per il loro bene, la Sua semplicità infantile era evidente in tali atti. Alcuni studiosi europei hanno dato una versione diversa e un po' insolita di come Egli era e come si vestiva. Quando un certo Niels Olf Cressander lo vide la prima volta, in un hotel in Francia, Egli era vestito in stile Europeo e parlava un Inglese nativo; dopo, a Mosca, quando la Sua Grazia apparve a questo signore e a sua moglie in una visione, Egli indossava la sua solita kurta e topi. Egli parlava lentamente, la sua voce e il fraseggio erano abbastanza piacevole. Una volta Egli inserì una scritta in prima pagina della copia del Ramayana di Gumani Bhakta, un testo scritto a mano i cui caratteri non sono ancora stati decifrati. Così la ricerca fino ad ora non ha fatto molta luce ma quando sarà completato i lettori saranno avvisati. Prego che gli eruditi di studi Orientali un giorno possano gestire tale compito. L'agilità fisica di Sua Santità fu senza pari. Egli poteva sollevare enormi massi di pietra con facilità e non ansimava mai per riprendere fiato mentre saliva ripide montagne rocciose. Una storia narrata da un famoso lottatore da Kashipur, Nainital, portò alla luce il seguente episodio. Ovunque Sua Santità sia andato migliaia di persone entrambi uomini e donne si affollavano intorno a lui rendendo per chiunque, in tali occasioni, quasi impossibile uscire dall'enorme folla. Così anche quando Haidakhan Baba arrivò a Kashipur: migliaia di devoti si riunirono intorno a Lui, rendendo difficile per Lui muoversi. Gli sforzi degli uomini forti per liberare il percorso per Babaji fu invano ma accadde che fosse presente anche Pahalvan, il famoso lottatore di Kashipur. Orgoglioso della sua forza fisica, egli prese Shri Haidakhan Baba sulle sue spalle e lo portò attraverso la folla, vivendo per tutto il tempo una sensazione strana. Egli sentiva un enorme pressione come se fosse sotto il peso di un grande masso poi disse che ci aveva messo un'intera settimana per recuperare dalla fatica. Questo ci dice qualcosa della forza fisica di Sua Santità e dei Suoi poteri. Così Pahalvan lo portò attraverso la folla, una brillante luce fu vista sulla Sua fronte, suggerendo che Sua Santità stava eseguendo la silenziosa japa, la continua ripetizione di un mantra. La fame e la sete non lo preoccupavano mai, anche se avrebbe mangiato il cibo offerto con devozione. Occasionalmente fu osservato che un pasto offerto senza alcun senso di devozione sarebbe stato vomitato. A volte come un cattivo ragazzo, Egli avrebbe fuggito un pasto offerto, con il pretesto che il Suo stomaco era scombussolato. Egli aveva l'abitudine di bere soprattutto il latticello. Anche nelle assolute fredde giornate invernali con cinque o sei piedi di neve ghiacciata per terra, Egli beveva soltanto il latticello raccolto per Lui da Shiromani Pathak. Poi avrebbe talvolta ceduto alle suppliche di Gumani Bhakta ed accettato il roti, una frittella come il pane nativo. Quando i residenti della regione del Kumaon lo osservarono condurre oblazioni quotidiane e rituali a distanza ravvicinata le Sue azioni erano degne di quelle di un saggio. A parte il Suo bagno sacro e le preghiere al crepuscolo, il Suo interesse speciale era il rituale della cerimonia dell'havan o fuoco. Notarono che durante le cerimonie del fuoco Babaji avrebbe offerto acqua, mai ghee il burro chiarificato; a volte versava anche grandi quantità di acqua nel fuoco sacro. Alcune delle persone che portarono i vasi di acqua sulle loro spalle per offrirla ai fuochi dissero che l'acqua versata nella sacra havan sollevava alte fiamme dai sette agli otto piedi. Quando il figlio di Ramdatta di Ranikhet citò un tale meraviglioso episodio al preside Cristiano del suo college, il preside si rifiutò di credergli. Egli pensò che sotto la fossa del fuoco poteva esserci nascosto un vaso pieno di ghee che mandava le fiamme in aria. Dal momento che proprio la casa del preside fu costruita in cemento, egli mise un pozzo del fuoco al secondo piano e organizzò una cerimonia del fuoco con Babaji; l'acqua fu di nuovo offerta. Vedendo le alte fiamme il signore Cristiano arrossì completamente osservando i super poteri spirituali di questo yogi Indiano e si inchinò davanti a Lui. Uno dei tanti fatti stupefacenti di Shri Haidakhan baba fu l'altamente insolita Panchagni Tapasya, la Penitenza dei Cinque Fuochi. Il centenario Shri Motisingh ha completamente descritto questa penitenza di Babaji in cui egli, come un ragazzo, avrebbe visto con sua madre. Durante il mese di Vaishakha (Aprile- Maggio), Haidakhan Baba avrebbe accumulato la legna e i dischi di sterco di vacca e a distanza incendiarli con il Suo potere yogico. Allora Egli avrebbe seduto in mezzo al fuoco, coperto soltanto di un sottile foglio di stoffa, le fiamme aumentavano in tutte le direzioni. Questa penitenza sarebbe andata avanti per giorni con il fuoco continuamente carico. Ogni volta che il fuoco rallentava, gli spettatori potevano sospettare che Babaji fosse sicuramente dato alle fiamme; e invece il Suo corpo avrebbe splenduto brillantezza, come un'alba e nessun osservatore poteva resistere alla luce. Quando Egli si alzò e si scrollò di dosso il Suo rivestimento di stoffa, uno avrebbe visto gocce d'acqua dal Suo corpo. Una volta, Sua Santità rimase per un mese nel fuoco, allontanandosi solo quando i Suoi devoti lo pregavano di fare così. Nella stessa misura, un tale comando, non è dimostrato da altri avatar. Oh Dio, la Tua illimitata abilità yogica è sommamente suprema! Il Dio Brahma creò l'universo con la penitenza: il Signore Vishnu lo protegge con la penitenza. La penitenza di Shri Haidakhan Baba come il Signore Satchidanand Sadguru Sadashiva Stesso fu così sublime da beneficiare il mondo intero e benedire tutti: una penitenza suprema segnala il Suo controllo sugli elementi fondamentali della natura: fuoco, acqua, vento, terra ed etere. Haidakhan Baba non ha una forma definitiva Propria. A volte sarebbe apparso come un giovane di sedici anni con un serpente attorcigliato e la mezza luna sulla Sua fronte; in altri momenti come un centenario anziano yogi. Una volta quando il famoso fotografo Sorabji lo fotografò, egli fu meravigliato dalle diverse forme che emersero nelle fotografie prese in una singola sessione. Ovunque Egli andasse durante questo periodo di manifestazione fisica, gli dei e le dee della regione sarebbero apparse e lo avrebbero adorato. Anche i devoti lo videro in forme molto differenti. Alcuni lo conobbero come Hanuman, altri come Ashwathama; altri ancora che Sua Santità fosse Krupacharya.

UN'APPARIZIONE DAVANTI A LAHIRI MAHASHAYA
Haidakhan Baba concesse la Sua fascinosa apparizione come l'immortale Babaji a Shri Shyamacharan Lahiri nelle colline vicino Ranikhet. Le esperienze di Shri Lahiri vengono citate in un volume scritto in Bengali da suo nipote, Acharya Anand Mohan Lahiri. Successivamente Paramahansa Yogananda nella sua 'Autobiografia di uno Yogi', avrebbe anche descritto le realizzazioni yogiche di Babaji in grande dettaglio. Tuttavia è necessario far prima un po' luce sul carattere di Shri Lahiri, per il rapporto di questo signore con Babaji, durato da diverse nascite. Lahiri Mahashaya nacque in una nota famiglia Bengali. Egli aveva a lungo desiderato di ricevere il darshan da un siddha yogi in Himalaya. Quando era giovane nel servizio governativo, egli fu trasferito a Ranikhet per un periodo di tempo e il suo desiderio si intensificò. Un giorno, dopo aver completato il suo lavoro, egli andò alla ricerca degli yogi in Himalaya. Però la silenziosa ispirazione lo condusse alla regione dove stava Sua Santità come se qualche potere sconosciuto lo avesse attirato,in un primo momento la sua scalata sulle colline e nelle foreste fallì di portarlo alla presenza di uno yogi. Fu sul punto di ritirarsi per la delusione quando, lo! Una voce da una grotta di montagna lo chiamò: "Shyamacharan, avrai il darshan dello yogi che tu stai cercando." Egli fu colpito dallo stupore quando sentì il suo nome pronunciato intensamente,nella misteriosa foresta temeva di essere nella trappola di un inganno. Assorbito nel profondo pensiero, egli vide uno yogi all'entrata di una grotta che gli fece cenno di avvicinarsi. Egli andò verso di Lui con il timore nel cuore. Quand'egli fu vicino, lo yogi parlò: "Shyamacharan, tu sei venuto! Ti stavo aspettando da molto tempo." Sentendo di nuovo il suo nome in quella regione desolata, Shri Lahiri era ancora sospettoso. Babaji comprese le emozioni di Lahiri, lo chiamò più vicino e disse con grande amore: "Non hai bisogno di trattenere quelle sensazioni di dubbio. Io sono lo yogi che tu stai cercando ed è la Mia ispirazione che ti ha portato in questo luogo." Lahiri si sentì sollevato da queste parole ma non completamente libero dal suo timore. Baba parlò di nuovo: "Shyamacharan, riconosci questo posto? Qui tu eseguisti la sadhana yogica e raggiungesti una certa realizzazione nella tua vita precedente." Lahiri non era in grado di capire questo profondo segreto ma quando Babaji teneramente toccò la sua fronte, Lahiri ricordò istantaneamente la sua nascita precedente. Guardando gli oggetti all'interno della grotta, Lahiri li ricordò come se fosse stato là solo pochi giorni prima. Completamente sopraffatto, egli si prostrò ai piedi del Suo guru. "Tu desideri ancora gli attaccamenti per le cose materiali," disse Babaji. "Un'altra nascita nel mondo era necessaria." Apparendogli in quel momento Babaji fornì Lahiri dei mezzi per esaurire il bilancio del suo desiderio per il piacere. Molti santi dicono che era Shiva Stesso che appariva nella forma di Babaji per rivelare Se Stesso, questo episodio quindi illustra davvero che Babaji era Dio, il supremo Shiva Satchidananda, residente del Monte Kailash in Himalaya. In quella disabitata ed isolata grotta, Shri Lahiri godette di piatti commestibili ottenibili soltanto a casa a Bengal, a migliaia di miglia di distanza. Durante la sua permanenza egli era stupito delle meraviglie benefiche del Suo guru; dato il permesso di tornare a Ranikhet, egli pregò Babaji di permettergli di rimanere e prendere rifugio ai Suoi piedi di loto. Invece Babaji gli chiese di dar via i suoi attaccamenti e continuare a servire nello scenario pubblico. Quindi istruito e ricevuta la sua benedizione desiderata dal Signore, Shri Lahiri partì. Sulla via del ritorno, egli incontrò diversi colleghi che lo stavano cercando da giorni. Egli, con un livello spirituale differente, ebbe l'impressione che era trascorso solo un giorno; infatti i suoi amici gli dissero, sono passate settimane dalla sua partenza da Ranikhet. Più tardi Shri Lahiri fu trasferito fuori da Ranikhet. Per volere del suo Sadguru egli avrebbe diffuso il messaggio del karma yoga, lo yoga della giusta azione, beneficiando tutti coloro che lo conobbero. Mentre egli era con Haidakhan Baba e gioiva della Sua Presenza, Lahiri sperimentò soltanto una briciola del Suo illimitato potere divino yogico, ma quella briciola di tesoro yogico testimoniata da migliaia di abitanti delle colline di Haidakhan, avrebbe trasformato la sua vita. Shri Lahiri si riferì a Babaji come Tryambak Babaji o come Shiva Baba. Babaji gli parlò circa l'uso delle erbe, ricordando che avrebbero potuto rendere l'uomo immortale ed avvertendo che un'altra avrebbe potuto causare ai propri organi interni torsione di agonia. Sua Santità parlò anche della Aswathama; Egli avrebbe menzionato che questo santo immortale arriva a un posto favorito, di solito di notte, la sua brillante lucentezza trasforma la notte luminosa come il giorno e la sua presenza rende il posto miracoloso, quindi in quel posto i pazienti affetti da incurabili malattie sarebbero stati curati. In seguito, Shri Lahiri avrebbe riferito che un membro del suo gruppo mise un po' di erba pericolosa in bocca, i suoi organi interni si torcevano in un'agonia disperata. Lahiri lo portò sul luogo che Babaji aveva menzionato; durante la notte fu visto un lampo di luce e là, sebbene non avessero mai visto l'Aswathama, il signore trovò sollievo e fu curato. Shri Lahiri parlò di Dwarhat, Dronagiri e Siddhabhat Kot come luoghi amati da Babaji. L'ashram a Chedoo non è lontano da Siddhabhat Kot. Questo ashram, situato in altissima quota, comprende un'area di dieci o dodici acri; è davvero un posto meraviglioso che insieme a Dwarhat e Dronagiri, sono amati da Haidakhan Baba durante il periodo della Sua manifestazione su questa terra.

GUMANI BHAKTA
Guman Singh Naula fu uno stretto devoto di Shri Haidakhan Baba. La gente si rivolgeva a lui come Gumani Bhakta ed abitava in un villaggio chiamato Dhyola a circa due miglia e mezzo da Haldwani. Egli era molto sensibile per natura; quando varcò la soglia della giovinezza nella condizione di capofamiglia e nacque un figlio, cominciò a sviluppare un certo distacco dal mondo. Una volta andò a Hardwar in compagnia di alcuni pellegrini. Là si tirò in disparte e iniziò a servire in uno degli ashram con grande sincerità, impegnato giorno e notte nel servizio del guru dell'ashram. Più tardi arrivarono più pellegrini a Hardwar da Haldwani per un bagno sacro nella sacra Ganga. Essi riconobbero Gumani e chiesero il permesso al guru di far tornare a casa Gumani da sua moglie e suo figlio che era ansiosa per il suo ritorno ed in lacrime. Il guru era così contento con Gumani che fu riluttante a lasciarlo andare. Tuttavia egli decise che sarebbe stato meglio vederlo tornare a casa. Quando Gumani fu chiamato e gli fu dato il permesso di andare a casa, egli pianse e pregò di rimanere al riparo dell'anima santa del suo guru, servendo ai suoi piedi sacri. Placandolo il guru gli assicurò che a casa il suo Maestro Realizzato e Sadguru avrebbe rivelato Se Stesso e quindi Gumani tornò a casa sua e ai suoi campi. Una sera vicino casa egli avvistò Babaji in piedi sotto l'ombra di un albero. Sua Santità stava guardando Gumani, il Suo viso splendente come un rubino, il Suo corpo morbido e chiaro come i petali del loto. Gumani non aveva mai visto una persona così alta come Lui. Spaventato, Gumani gli chiese chi fosse e perché era lì. Percependo che Gumani era intimorito Babaji si sedette su una roccia a una certa distanza da lui. Un attimo dopo Gumani cominciò a riconoscere la sua guida e guru delle generazioni passate, la memoria delle parole del suo insegnante ad Hardwar gli balenarono nella mente. Gumani si avvicinò al suo guru con riverenza e allora si arrese per sempre ai Suoi piedi di loto. Gumani Bhakta avrebbe servito Shri Haidakhan Baba con una devozione e sincerità così grande che era come osservare un'affezionata gopi mentre nutre Krishna bambino con il latte e il burro. Sua Santità avrebbe seduto come un bambino appena nato e Gumani lo avrebbe nutrito con latticello, il latticello a quel tempo era tutto ciò che Egli prendeva. Poi le voci cominciarono a diffondersi che Gumani stava servendo un pazzo. Tuttavia Gumani insistette che Babaji rimanesse nella sua casa e aveva una capanna di fieno costruita per lui. Sua Santità stava nella capanna e Gumani, per timore che Babaji non subisse alcun disturbo in meditazione, teneva la porta chiusa presentandosi ad una prescritta ora con il cibo per il suo maestro, chiudendo successivamente di nuovo la porta. Una volta gli venne in mente che proprio come la maggior parte delle persone non sono soddisfatte senza il pane chiamato roti, così il pasto senza il roti non sarebbe stato sufficiente a sostenere il suo maestro. Questo diventò un'autentica preoccupazione di Gumani Bhakta così Sua Santità accontenta questi devoti più veri e decise di accettare il pane. La gente ignorante commentava che Gumani stava facendo un ottimo affare nel servizio di un santo pazzo ma Gumani stava conoscendo le abilità spirituali supreme di Babaji e si curava poco del pettegolezzo. Gruppi di studiosi, profeti, cercatori e passanti iniziarono a raccogliersi a casa di Gumani e Gumani non lasciò nulla di intentato per accoglierli in modo corretto. Tuttavia Gumani era di una famiglia di classe media e i suoi depositi di cibo e denaro furono presto esauriti. La moglie di Gumani provò a convincerlo di fermarsi ma Gumani era un così fermo devoto di Haidakhan Baba che tutte le suppliche di lei fallirono. Infine sua moglie lo lasciò e andò dai suoi genitori e ancora non vi era alcuna cessazione del servizio di Gumani. Un giorno Gumani era occupato a preparare il pranzo per Sua Santità. C'era un certo ritardo nella sua preparazione ed erano già passate le 11:00. Quando fu pronto, Sua Santità disse che avrebbe prima fatto un tuffo nel sacro fiume Sharada Ganga ad una quarantina di miglia di distanza. Il fedele Gumani a mani giunte pregò Sua Santità dicendo che Egli era pieno di abilità e chiese se anche i servitori potevano essere benedetti. Così, la Sua misericordiosa Santità, volendo esaudire il desiderio del cuore di questo devoto fedele, permise a Gumani di accompagnarlo. Come furono fuori all'aperto, nel cortile, Babaji, nella forma del Signore Shankar, Dio dell'incommensurabile prodezza, accontentò Gumani sui Suoi sacri piedi di loto. Essi coprirono la distanza di quaranta miglia in poco tempo, fecero i loro bagni sacri nello Sharada Ganga e tornarono in tempo per il pranzo. Fu il nipote di Gumani che narrò l'accaduto a questo scrittore. Per portare una tale gioia ai Suoi devoti e tenerli pienamente consapevoli della Sua divinità, Babaji avrebbe fatto uso tuttavia di una minuscola misura dei Suoi poteri yogici. "Mio Signore, Tu sei sommamente supremo e la Tua grandezza e anche l'amore dei devoti è molto grande." Durante lo stesso periodo, stava accadendo qualcosa di potente a poche miglia di distanza al tempio di Chitreswar Mahadev a Ranibag. Ogni giorno quando il pujari andava al tempio vedeva che lo Shiva lingam aveva avuto le offerte di fiori, fragranza e pasta di sandalo anche se le porte del santuario rimanevano chiuse fino a quando le riapriva egli stesso. Era evidente che un ardente devoto di Shiva eseguiva la puja quotidiana molto prima di lui. La decorazione di Shiva sembrava un po' strana, insolita ma genuinamente devota e sempre più elaborata ogni giorno successivo. Allora, notando una fresca fragranza ogni giorno, egli iniziò a sospettare che una sorta di dio o un gandharva era dietro a tutto. Finalmente decidendo di nascondersi ed osservare cosa stava succedendo, il pujari rimase a vegliare il tempio tutta la notte. Al mattino, alle 3:00 circa, sentì il rumore di qualcuno che faceva il bagno nel vicino Fiume Gautama Ganga; il pujari aspettò pazientemente per testimoniare cosa avrebbe avuto luogo dopo. Pochi istanti dopo egli vide un'alta figura con gli articoli di culto in mano che camminava verso il tempio. Non appena la figura fu vicina al tempio la serratura si aprì, le maglie della catena e le porte cedettero. Dentro Egli adorò il Signore Shiva per un'ora; alla Sua uscita le porte si chiusero dietro e la serratura e le maglie della catena tornarono nella loro posizione originale. Il pujari ora riconosceva la figura che non era altri che Haidakhan Baba; ammutolito dalla ricchezza yogica di Sua Santità egli si inchinò e tenne i Suoi piedi di loto. Nel frattempo l'intero magazzino di grano e il denaro di Gumani erano giunti alla fine. Non si evidenziò comunque nessuna preoccupazione in lui. Un giorno durante una passeggiata occasionale egli vide qualcuno con un aratro sulla spalla venire verso di lui. Certo che si stava avvicinando il fratello di Krishna, il Signore Balaram stesso, Gumani si prostrò ai suoi piedi. Lo sconosciuto disse che egli era un comune contadino ma Gumani non capiva come questo poteva essere. "Fratello," egli gli chiese: "Dov'è la tua casa?" Lo sconosciuto rispose: "La mia casa non è da nessuna parte. Io sono un uomo molto povero." Gumani, pazzo di amore filiale, disse: "Mio signore, tu sei veramente il Signore Balaram. Per favore non confondermi," egli supplicò e poi con grande riverenza lo portò nella sua propria casa. Stava per piovere; lo sconosciuto disse: "Caro devoto, non fa per me rimanere inattivo. Se mi permetti arerò i tuoi campi." Gumani replicò: "Mio signore, i tuoi leela sono abbastanza curiosi; chi li ha in suo potere per resistere." La terra fu arata e il riso fu seminato. Quando il raccolto fu mietuto, com'era meraviglioso! La resa fu cinquanta volte più del solito. Il granaio era pieno fino al tetto e ancora cumuli di riso rimanevano nel cortile. Da allora in poi un maggior numero di ospiti furono ospitati. Qualcuno disse alla moglie di Gumani che il riso raccolto era così enorme che sarebbe durato per tutta l'intera vita di Gumani. Felice e sollevata, lei e il bambino tornarono a casa e non tornarono più di nuovo dai suoi genitori. La maggior parte dei santi e yogi vivono la loro intera durata della vita nelle grotte, colline ed eremi, consumando radici selvatiche, tuberi ed erbe; il lungo soggiorno di Haidakhan Baba con Gumani Bhakta fu una misura della virtù di Gumani, il suo profondo e sconfinato affetto, impavida devozione: non fece mai esperienza persino di un fremito di paura. Al termine del Suo anno nella capanna di fieno di Gumani Bhakta, Haidakhan Baba partì a beneficio di altri devoti. Per circa quattro o cinque anni Gumani Bhakta attese il ritorno di Babaji. Poi, rendendosi conto che il resto della sua vita si stava abbreviando, Gumani decise che il saldo doveva essere speso nel servizio di Sua Santità. Egli andò ad Almora ottenendo le pure, ben bilanciate qualità del satvik guna. Gumani era stato un contadino con poca istruzione elementare e fu soltanto per grazia di Babaji se egli divenne un adepto di Hatha Yoga, Bhakti Yoga, Raja Yoga e Jnana Yoga. Egli raggiunse anche il Sahaj Siddha Samadhi, che Kak Bhushandi il corvo nel Ramayana, che era stato un grande yogi in una vita precedente, aveva ottenuto una volta da Bhagavan Shri Rama. Questo venerabile dono fu anche elargito sul semplice Gumani Bhakta da Haidakhan Babaji. Avanzare a questo livello è il frutto di grande penitenza e gli occhi di Gumani inondavano lacrime quando sperimentò quella grande emozione. Gumani chiese che Babaji concedesse a lui e ad altri due devoti il permesso di accompagnarlo a Badrinath, un pellegrinaggio durante il quale si scoprì che Sua Santità li avrebbe messi alla prova. Gumani e gli altri due devoti avevano camminato solo poche miglia quando arrivarono alla foresta attraverso cui dovevano passare. Essi continuarono ed improvvisamente videro una tigre in piedi su una roccia, la sua coda era alzata ed era arrabbiata. Una montagna rosa da un lato e dall'altro un profondo precipizio. I due seguaci girarono dicendo a Gumani che sarebbero corsi indietro per salvare le loro vite. Essi corsero ma Gumani, sperimentando come nello yoga maya la consapevolezza di un illusione, proseguì lungo senza paura. La tigre,era come un giocattolo d'argilla, immobile. Quindi Gumani raggiunse Badrinath con Shri Babaji; là ebbe una visione di Shri Lakshmi Narayan e dopo il pellegrinaggio tornò a casa su ordini di Sua Santità e spese il resto della sua vita in costante preghiera. Gumani fu uno dei devoti di Babaji più caro e al momento la capanna di Babaji vicino alla casa di Gumani è ancora visibile. Nel punto in cui Haidakhan Baba era solito sedersi è stata impiantata un grande paio di chimta, pinze, presentate da un devoto. Queste sono pinze curiose, il metallo è in possesso di una speciale lucentezza come se le pinze abbiano conosciuto il tocco del corpo di Haidakhan Baba. La capanna contiene un certo numero di articoli di Sua Santità che una volta usava. Nella copia del Ramayana di Gumani Bhakta c'è un'iscrizione scritta da Babaji; ad oggi le lettere non sono state decifrate, l'iscrizione non è stata ancora compresa.

PARTE II

Foto del ventesimo secolo la folla è riunita intorno a Babaji che tiene la ruota della preghiera, e in quella sotto Babaji siede al centro

LE QUARANTA STORIE DI BABAJI

LA FRECCIA DI FUOCO (1)
Haidakhan Baba una volta si stava rilassando in un luogo remoto sulle pendici dell'Himalaya e un devoto sedeva vicino. La gente della regione del Kumaon considera Sua Santità un santo immortale; dal momento che c'erano un certo numero di cicatrici sul Suo corpo, essi credevano che circa 5000 anni fa Sua Santità avesse combattuto dalla parte dei Pandava nella famosa battaglia di Kurukshetra durante la Guerra del Mahabharata. Questo particolare devoto desiderava vedere l'effetto di un Agni Ban, la freccia di fuoco e pregò Haidakhan Baba per una dimostrazione dicendo: "Babaji, hai assistito alla Guerra Mahabharata. Tu sai come caricare una freccia di fuoco. Mostramelo, per favore." Babaji spiegò che l'Agni Ban estinguerebbe molte vite senza essere di alcun beneficio, gli disse di chiedere invece per qualsiasi altro dono. Il devoto, piuttosto irremovibile per natura, insistette. Baba non poteva negare le preghiere del Suo devoto. Egli chiese al devoto di scacciare tutti gli animali e gli uccelli nelle vicinanze, quanto distante possibile. Al ritorno del devoto, Babaji prese un bastone di legno, lo consacrò con i sacri mantra e lo lanciò lontano. Presto il fuoco si diffuse tutto intorno per miglia e miglia, gli animali selvaggi e gli uccelli iniziarono a urlare. Il devoto impressionato dalla ferocia del fuoco pregò Babaji di spegnerlo. Baba disse al devoto di prendere l'acqua dalla sorgente vicina e di spruzzarla sul fuoco. Con suo grande stupore il feroce fuoco fu estinto subito, le foglie degli alberi erano metà bruciate e metà non. Signore, Tu sei sommamente supremo! Tali abilità super spirituali yogiche sono possibili soltanto in una totale e non parziale manifestazione di Dio. La vittoria di Haidakhan Baba sugli elementi possa quindi essere nota come tale. Questa era scientifica moderna ha prodotto le bombe atomiche con un potere letale inimmaginabile ma non c'è stato investimento in un dispositivo da mettere in stallo una bomba e fermare la sua devastante, rovinosa energia. Shri Haidakhan Baba è l'unica fonte di quell'immenso potenziale di creare, costruire, annientare e in egual misura di fermare subito la distruzione, un potenziale acquisito in Lui come la manifestazione di Shiva, il Signore Siddha Siddheswara Satchidananda Sadguru e nessun altro.

LA FORMA DI BABAJI (2)
Una volta uno studioso ben noto mise in discussione la descrizione della forma vasta e universale di Dio come stabilito nei testi scritturali. "Abbiamo pensato al riguardo, discusso parecchio ma non siamo arrivati ad una conclusione soddisfacente. Gentilmente chiarisci." Come al solito Sua Santità rimase in silenzio; fu con il silenzio che Egli illustrò il significato dei problemi più segreti e sacri. Egli usava parlare poco: parlare non è una soluzione conclusiva; né può la mente semplicemente logica comprendere Atman, l'anima. Infine Babaji chiese allo studioso di chiudere i suoi occhi, cantare i bhajan e poi guardare di nuovo. Quando egli aprì i suoi occhi lo studioso vide il Signore in tutte le cose e in tutte le direzioni, ogni cosa intorno a lui nel cappello e nell'abito di Haidakhan Baba nella forma di Shiva. "Noi concludiamo," disse lo studioso "Che le forme di Dio non sono soggette alla logica." Gli Shastra sono soltanto indicatori come i raggi della luna della decisione del Signore Shiva di scegliere una forma.

UN'OFFERTA A BADRINATH (3)
Shri Haidakhan Baba una volta fece un pellegrinaggio a Badrinath durante i Suoi leela nella regione. E' un fatto noto che quando Babaji si avvicina a un luogo sacro, la divinità del tempio locale Gli dà il benvenuto. L'ottantacinquenne capo sacerdote di Badrinath narrò il seguente accadimento ad uno dei santi dell'Himalaya ed attraverso la sua generosa gentilezza questo scrittore venne a sapere di come una divinità sacra, Shri Lakshmi Narayan, diede il benvenuto a Babaji all'ashram a Badrinath. Sua Santità era in profonda meditazione all'interno del santuario di Badrinath. Tutti i visitatori stavano ricevendo il prasad, un po' di cibo benedetto ma, quando il sacerdote venne ed offrì il prasad a Sua Santità, Egli non lo prese continuando invece la Sua meditazione. Il sacerdote prese questo atto come un insulto e riferì la questione al capo sacerdote chiamato Rawal. Anche Rawal si chiedeva a questo proposito; persino gli dei accettano con riverenza il sacro prasad. Egli decise di avvicinarsi a Haidakhan Baba per chiedergli di ricevere il prasad ma Babaji si alzò, andò fuori , si sedette su una roccia vicina e continuò a meditare. Il capo sacerdote era profondamente rattristato ma Shri Lakshmi Narayan e la Madre Lakshmi gli rivelarono la verità in una visione di Babaji entrando nel santuario e Shri Lakshmi Narayan stesso si avvicinò a Sua Santità per dargli il prasad. Shri Sundar Nath, un membro della Setta Nath, che era seduto a una distanza da Babaji non aveva la vaga idea di chi Egli fosse. Egli vide un bagliore insolitamente brillante di luce e udì il suono tintinnante dei campanellini delle cavigliere indossate dalle donne. Egli non sentiva niente di più ma, Shri Sundar Nath era uno yogi realizzato illustre e consapevole delle gesta di Shri Haidakhan Baba. Dopo la Sua partenza Sundar Nath notò un po' di cereali cotti di riso appena caduti sotto la Sua roccia, una porzione del prasad dal santuario. Apprendendo questo il capo sacerdote ebbe un'altra visione di Lakshmi Narayan: "Shri Siddha Siddheswar Haidakhan Baba," egli disse, "è la forma di Shiva, quindi le divinità sono venute in persona ad offrirgli il prasad."

IL BAGNO A KURUKSHETRA (4)

Una volta durante un'eclisse solare Haidakhan Baba era nel Suo ashram a Ranibagh. Un numero di devoti ebbero il darshan da Sua Santità e poi andarono a Kurukshetra, un viaggio di un intero giorno per un bagno sacro; altri stavano all'ashram a Ranibagh con Babaji. Al bagno i devoti notarono che Babaji era anche a Kurukshetra; dopo, tornando all'ashram, essi furono sorpresi di vedere che Egli era già arrivato. "La Tua Santità è tornata prima di noi!" esclamarono. Babaji tacque ma i devoti che erano rimasti all'ashram dissero: "Sua Santità non si è mosso affatto e allora perché dite che egli è tornato prima?" Coloro che erano andati a Kurukshetra risposero: "Come può essere? Noi abbiamo fatto il bagno sacro con Sua Santità e voi dite che Egli non si è mosso affatto da qui?" Ne seguì una rissa. Sua Santità sorrise e tacque. Ogni gruppo credeva di avere la verità. Quando il dibattito divenne più forte, Babaji spiegò che entrambi avevano ragione. Essi crebbero abbastanza ed impararono che Sua Santità aveva concesso ai devoti la Sua gentile presenza a Kurukshetra al fine di placare il loro desiderio per la Sua presenza. Sua Santità spesso ha usato riferire che Egli appare davanti a molti devoti nello stesso momento in luoghi differenti. I residenti della regione del Kumaon raccontano di una celebrazione del Signore Satyanarayan che stava andando nelle case di dieci o venti devoti e che tutti loro desideravano la misericordiosa presenza di Haidakhan Baba alle loro funzioni. Era un sincero desiderio così Sua Santità accettò di essere presente nella residenza di ogni capofamiglia. Egli fu in ogni casa per l'araati e il prasad e ogni devoto sperimentò la Sua beata presenza ovunque nella stessa forma. Quando i devoti si riunirono all'ashram quella sera, essi appresero che Babaji era stato all'ashram per tutto il tempo e non si era mosso affatto. Quindi fu dimostrato che il santo Baba poteva essere presente in tanti luoghi in una sola volta per soddisfare i Suoi devoti, rinforzando la loro fede in Dio.

UN'APPARIZIONE COME IL SIGNORE SHIVA (5)
Un santo della setta di Vishnu a Mithilapuri, tornando da un pellegrinaggio in Himalaya, riportò l'acqua sacra da Shri Gangotri , un sito sacro vicino la sorgente del fiume Ganga. Egli stava pianificando di andare a sud a Rameswaram per l'annuale celebrazione di Shiva ma la sua divinità prescelta, Shri Rama, gli apparve in un sogno e gli ordinò invece Almora per adorare il Baba di Haidakhan, spiegando che Sua Santità era veramente una forma di Shiva. Il santo andò ad Almora. Là egli chiese sul luogo di Babaji e gli fu detto che Shri Haidakhan Baba era con il Pundit Vishnudattji Joshi. Quando egli arrivò alla residenza di Joshiji fu molto soddisfatto dalla vista benedetta di questa forma di Shiva, proprio come il Shri Rama aveva indicato. Egli iniziò a sperimentare l'insolita, indescrivibile pace del corpo, della mente e dell'intelletto. Il gruppo di devoti riuniti lì notarono la trasformazione fisica del santo, per loro fu un evento senza precedenti. Il santo alla fine riacquistò i suoi sensi normali e andò al mercato per avere un abito, un cappello e un dhoti fatto; tornando per l'aarati quella sera egli cucinò il cibo da offrire in venerazione di Shri Rama. Ricordando le istruzioni di Shri Rama egli adorò anche Babaji eseguendo entrambi il Vedico e le forme Tantriche di culto e spruzzando l'acqua santa della Ganga da Gangotri sulla testa di Haidakhan Baba. Babaji fu molto contento di avere l'acqua della Ganga spruzzata su di Lui con tale pura devozione e sia Lui che il santo raggiunsero la luminosa, brillante dimora di Shiva sul sacro monte del Kailash. Tutta la sera coloro che erano presenti nella casa per l'aarati e il prasad furono testimoni di come viene svolto il culto sul Monte Kailash, il Kailash del Signore Shiva come descritto nei Purana. Negli anni, Shri Babaji è apparso come una manifestazione di Shiva a migliaia dei Suoi devoti. Un dottore del vicino villaggio di Muloch ha anche ricordato che una volta, quando migliaia di uomini e donne si erano riuniti per il culto del fuoco in una famiglia ad Almora, egli e il suo amico videro per cinque minuti la luna luminosa sulla fronte di Shri Haidakhan Baba.

UN AVVOCATO BENGALI (6)
Una volta un avvocato Bengali venne al nord durante la stagione delle piogge. Egli aveva praticato lo yoga per molti anni e mentre si avvicinò all'età di ottant'anni ancora non aveva raggiunto lo stato di unione. Egli aveva completato tutte le discipline yogiche insegnategli dal suo guru e quando il suo guru scomparve egli iniziò a cercarne un altro. Arrivando da queste parti egli apprese che Sua Santità Haidakhan Baba era a Chedoo Ashram vicino la valle di Bhatkota. L'avvocato arrivò a piedi con una guida locale. Non c'era una strada per l'ashram; la distanza era lunga ma, egli voleva uno sguardo di Sua Santità ad ogni costo e andò avanti. Arrivando infine all'ashram egli trovò Sua Santità seduto sotto un tetto di paglia e subito dopo cadde in uno stato di profonda trascendenza che persistette per ore. Quando l'avvocato riprese il suo stato naturale egli spiegò che aveva viaggiato in lungo e in largo e discusso con molti yogi e santi del suo bisogno di essere guidato nei suoi sforzi yogici. Tutti i suoi sforzi erano stati invano. Allora arrivò il darshan di Babaji, quel semplice assaggio di Sua Santità ed egli avrebbe completato il corso, ora era consapevole dell'essenza della filosofia yogica. Euforico per la grazia misericordiosa di Sua Santità, l'avvocato cadde ai Suoi piedi di loto, un'impressione indelebile di Haidakhan Baba impressa nella sua memoria.

IL DEVOTO CURIOSO (7)
Un'estate Sua Santità era attendato all'Ashram Khurpatal nel distretto di Nainital. Una persona istruita venne a sapere alcuni fatti su Babaji grazie a qualcuno che lo aveva visto. Gli era stato detto, personalmente, che Shri Babaji indossa un topi, cappello e lo studioso iniziò a chiedersi se forse Sua Santità poteva essere Aswathama, l'eroe della Guerra del Mahabharata. Poiché Shri Babaji parlò delle ferite che aveva ricevuto a Mahabarat, forse Egli indossava il cappello per nascondere le Sue ferite. Fu per testare questa crescente domanda che egli venne a Khurpatal. Faceva caldo quella mattina e Sua Santità voleva fare un bagno. Appena lo studioso sentì ciò chiese un vaso di acqua, sicuro che nel Suo bagno Shri Babaji si sarebbe tolto il cappello ed egli avrebbe esaminato la ferita. Ma Sua Santità disse che egli avrebbe fatto il bagno al lago e chiese allo studioso di portare il Suo perizoma e un asciugamano. Lo studioso era felice; egli avrebbe avuto il tempo di esaminare la testa di Babaji al lago. Quando arrivarono al lago lo studioso chiese di togliere il cappello di Babaji e i vestiti e fargli il bagno. Con sua sorpresa lo studioso dimenticò di esaminare la testa di Babaji. Egli tolse il cappello e l'abito e con ardente devozione fece il bagno a Sua Santità, asciugò il Suo corpo e gli mise il cappello e la kurta. Era passata circa mezz'ora; l'opportunità per la verifica che egli cercava era persa, il ricordo del suo obiettivo balenò solo dopo che il cappello e i vestiti erano di nuovo su Babaji. Egli era molto dispiaciuto. Sua Santità si rivolse a lui dicendo con amore: "Uno dovrebbe andare dai santi e sadhu con fede, gentilezza e amore. Se ci sono dubbi prega Dio per la chiarificazione. Per grazia di Dio si arriva a conoscere che una particolare persona è un grande santo o no. Soltanto i santi possono esaminare i santi e coloro che hanno la grazia del santo. La Sua grazia viene inondata solo su coloro i cui cuori sono semplici e liberi dall'orgoglio. Quando un uomo non è in grado di capire se stesso, come può esaminare i santi? I santi sono le forme di Dio; indagare su di essi è difficile come indagando l'Onnipotente."

UN VIAGGIO IN SALITA (8)
Shri Haidakhan Wale Baba stava in un ashram a Kherna nel distretto di Nainital quando un devoto, la Guardia Forestale di Kosi, di stanza presso la sede a Vinayak, desiderava il Suo darshan. Egli ordinò a quattro servitori a Kherna di andare a prendere rispettosamente Sua Santità a Vinayak con una portantina. Sua Santità acconsentì; Egli soddisfa sempre i desideri dei suoi devoti. Vinayak è a otto o dieci miglia da Kherna e la strada a Vinayak è tutta in salita. Sua Santità fu portato sulla portantina per circa un miglio poi disse agli uomini: "Il sentiero è tutto in salita. Dovete sentirvi stanchi. Inoltre è mio desiderio andare a piedi, quindi fatemi scendere per favore." Gli uomini erano certamente stanchi ma troppo timidi per rispettare la sua richiesta. Poi improvvisamente a pochi passi il carico sulle loro spalle fu insopportabile; essi non potevano andare oltre. Scendendo dalla portantina Baba gli disse, cito da 'Il viaggio a Kosi', le pagine 4 e 5 in 'Esperienze con Sri Munindra Bhagwan' , "Riposate per un po', io devo procedere lentamente a piedi." Egli camminò lungo il sentiero e dopo il loro riposo i quattro andarono avanti in attesa di raggiungersi con Sua Santità. Essi non riuscirono a trovarlo nonostante procedessero ad un ritmo veloce; anche i viaggiatori che scendevano da Vinayak dissero di non aver incontrato un uomo santo in viaggio. In circa tre ore essi raggiunsero Vinayak solo per scoprire che Sua Santità era arrivato tre ore prima.

LA DANZA DELLE BESTIE (9)
Uno dei residenti dell'Himalaya descrisse un leela peculiare di cui egli fu testimone nel pieno della sua giovinezza. C'era una tribù di montagna chiamata Naik esperta nell'arte della danza popolare e la musica. Migliaia di spettatori si sarebbero riuniti per i loro spettacoli; durante le fredde nevicate in questa regione di montagna, questi artisti folks sarebbero andati ad esibirsi in città lontane, guadagnando come premio migliaia di rupie. Una nota famiglia Naik offrì di esibirsi per Shri Haidakhan Baba. Centinaia si riunirono per l'esecuzione notturna, il principale del primo ballerino sbuffava con orgoglio nella sua arte. Ma Shri Babaji era il distruttore dell'orgoglio; egli sottomette l'ego. Dopo lo spettacolo, egli disse a coloro che erano riuniti che così lontano non avrebbero visto lo spettacolo dei semplici esseri umani; Egli avrebbe immediatamente mostrato loro la danza delle bestie della foresta. Ovviamente loro non ci credevano e così furono sorpresi a individuare un paio di cuccioli di leoni che arrivavano da tutte le direzioni, in due o tre fino a quando n'erano venti o più impressionando le persone ammutolite dalla paura. Gli anziani caddero ai piedi di Sua Santità, pregandolo e pregando: "Baba, i Tuoi bambini ignoranti hanno fatto un errore dubitando di te ed hanno paura di questi animali selvaggi. Ferma il leela adesso, per favore." Sua Santità si limitò a sorridere il Suo consenso e i cuccioli tornarono nelle loro dimore così delicatamente come erano venuti.

UN DEVOTO TESTARDO (10)
E' stato osservato nell'era presente che le persone affollano i santi e i rinuncianti con la fervida speranza di raggiungere la loro propria personale realizzazione di Dio. Tali persone non hanno alcuna consapevolezza del progresso personale; ipotizzando la realizzazione di Dio essere un gioco da ragazzi, essi pongono all'uomo santo il loro desiderio. Anche sapendo che è praticamente impossibile aspettarsi l'auto realizzazione dai falsi ambulanti di verità, sperano ancora di raggiungere il loro obiettivo supremo in un istante. Un tale ostinato devoto, anche questa storia è legata nelle 'Esperienze con Sri Munindra Bhagawan', si presentò davanti a Shri Haidakhan Baba ed espresse il suo desiderio del cuore di vedere Dio. Egli era un guerriero di casta, il suo villaggio era a tre miglia di distanza dal tempio a Suryadevi. Sua Santità lo eluse per un po' ma quando il devoto insistette Shri Babaji gli disse che era necessario eseguire la sacra penitenza prima che fosse concessa una visione di Dio. Egli disse a entrambi di andare per un periodo di tempo in luogo appartato nella foresta e a tempo debito si stabilirono in un punto isolato. Alla sera era solito andare a mangiare in un piccolo villaggio ad una certa distanza. Il terzo giorno Babaji Stesso andò dal devoto dicendogli: "Non essere turbato se si aggira qualsiasi bestia selvaggia." Subito dopo la partenza di Sua Santità, un enorme leone arrivò e si stanziò davanti ad una roccia. Il devoto aveva così tanta paura, egli gridò qualcuno che venisse a proteggerlo. La vita gli fu molto cara. Non appena fu preso nella morsa del terrore il leone si alzò e scomparve nella foresta, dopo di che il devoto prese le sue cose per fuggire e il suo desiderio di una visione di Dio svanì. Uscendo dal campo egli incontrò Babaji seduto su una roccia. Il devoto nelle lacrime raccontò la storia del leone. "Mi hai salvato la vita, la Tua Santità," disse. "Ora andiamo in qualche altra foresta per fare la penitenza." Con un sorriso, Babaji gli disse, "Uomo sciocco, quando sei così attaccato alla tua vita, come puoi persino sperare di vedere Dio? Torna nel tuo villaggio. Prega Dio a casa." In questo modo, continuamente, Babaji predicava e avviava anche i devoti ostinati sulla giusta strada. Nella nostra era i devoti che pensano di poter raggiungere una visione di Dio entro un minuto possono beneficiare di questo aneddoto.

SHRI SOMAVARI BABA E BABAJI (11)
Somavari Baba, tu sei un grande santo che vive a Padmapuri. Nel Kali Yuga, tu sei come Bhishma e ti chiami Paramanand. Tu vivi distaccato nell'universo come un loto nella palude fangosa. Il dolore e le questioni mondane non ti toccano. Tu vivi nella beatitudine, incontaminato dalla Maya o dall'illusione mondana.
-Shri Charnashrit
Tra i santi e gli yogi dell'India desideroso per il darshan di Shri Haidakhan Baba c'era il grande santo di Padmapuri conosciuto come Somavari Baba. Somavari Baba fu un santo ideale, l'imperatore dei santi eppure anch'egli considerava se stesso fortunato di avere il darshan di Shri Haidakhan Baba. Per capire la grandezza di Shri Somavari Baba, uno ha bisogno di sapere che il famoso santo di Ayodhya, Shri Raghunath Dass, era solito inchinarsi ai piedi di Shri Somavari Baba e che molti santi dell'Himalaya dicono che un santo della statura di Shri Somavari Baba non sarà visto in questa epoca. Egli aveva fatto il giuramento di non guardare direttamente nessuna donna nella sua vita e mantenne questo voto fino alla fine. Anche le altre sue realizzazioni furono degne di nota; ogni Lunedì a migliaia avrebbero pranzato nel suo ashram ma egli non avrebbe toccato persino un granello di riso. Egli era solito mangiare soltanto una volta al giorno, un po' di riso e dhal, qualunque cosa capitava disponibile. Il suo corpo era magro dovuto alla sua dura penitenza. I riferimenti alle sue alte gesta yogiche in tutte le opere dei numerosi devoti suggeriscono che Shri Somavari Baba fosse un santo ideale. D'altronde ogni volta che a Shri Haidakhan Baba capitava di visitare il suo ashram, Somavari Baba correva da Lui, cadeva ai suoi piedi e gridava forte, "Padre! Padre!." Egli era solito offrire il suo posto a Haidakhan Baba e sentirsi beato, benedetto e altamente favorito, solo essendo ai Suoi piedi. I devoti presenti in tali occasioni dissero che l'incontro dei due grandi Esseri fu così sacro come la confluenza dei sacri fiumi Ganga e Jamuna; essere là fu conoscere la suprema beatitudine. Somavari Baba ha spesso detto che ogni capofamiglia da cui Shri Haidakhan Baba accettava persino un po' di pane, era fortunato e la cerchia interna ai devoti disse che Babaji era di fatto una manifestazione del grande Dio e che anche il trio Brahma, Vishnu e Maheswara lo adorava. Questi Esseri avevano un grande amore uno per l'altro; quando i devoti chiedevano a Haidakhan Baba riguardo Somavari Baba Egli avrebbe detto che non ci fu santo come lui in tutto l'universo. Una volta Shri Haidakhan Baba arrivò all'ashram di Somavari Baba disperatamente malato, spurgando e vomitando. Addolorato nel vedere Sua Santità in questo stato, Somavari Baba chiese a Shiromani Pathak di prendersi cura di Lui. Shiromani portò Babaji a casa sua, curando Sua Santità con devozione e massima cura. La notte seguente all'1:00 circa, Shri Babaji si alzò ed uscì. Pensando che Sua Santità forse si era recato in bagno, Shiromani lo seguì con una piccola pentola di acqua. Era un rigido inverno, la neve si trovava a circa tre o quattro piedi di profondità. Egli vide Sua Santità a una distanza di pochi passi, poi non poté vederlo più. Egli era svanito nella foresta. Shiromani Pathak non fu abbastanza coraggioso di cercare Babaji quella notte. Egli aspettò fino all'alba e quando Sua Santità non tornò si mise a cercarlo. Dopo aver fatto una certa distanza, Shiromani vide una guardia forestale che veniva verso di lui, pallido dalla paura. La guardia forestale gli disse che durante la notte aveva visto una figura alta e nuda nella foresta. Shiromani allora capì che doveva essere stato il leela di Shri Haidakhan Baba. Shiromani continuò la ricerca solo per apprendere che Shri Babaji era stato a Ruvari, un villaggio dove per gli ultimi due anni si svolgeva una yagna alla Madre Divina; Sua Santità fu presente là per tutto il tempo e non aveva mai lasciato il villaggio. Quando Shiromani Pathak stesso andò a Ruvari e vide Sua Santità, fu colpito dallo stupore. Il volto di Haidakhan Babaji brillava della brillantezza di un rubino, senza segni di sorta di malattia. Shiromani Pathak riusciva difficilmente a credere che solo pochi giorni fa, Sua Santità era stato a casa sua in uno stato di malattia disperata. Era anche chiaro che per gli ultimi due mesi Sua Santità era stato a Ruvari conducendo la cerimonia della yagna. Quando fu raccontato l'evento a Shri Somavari Baba egli sorrise semplicemente. "Sua Santità Haidakhan Maharaj non è soltanto un grande santo, Egli è veramente Dio incarnato. E' difficile persino agli dei capire i leela di Sua Santità."

BABAJI E LA MORTE (12)
Shri Haidakhan Wale Baba è potenzialmente Mritunjay, il Controllore della Morte. Le persone della regione del Kumaon parlano di molti eventi sul risorgere dalla morte in balia di Shri Babaji. Quanto segue sono alcune di queste storie. Sua Santità era nel villaggio di Champa, vicino Shitlakhet. La figlia dell'esponente Thakur, il magistrato del villaggio, era malata da tempo. Ella era ormai morta e il Thakur stava andando ad acquistare nella città vicina gli articoli per la sua cremazione. Egli era un devoto di Shri Haidakhan Baba e quando Baba lo vide passare Egli lo chiamò. Il Thakur, considerandola una scorrettezza avvicinarsi a Baba in uno stato di lutto, continuò per la sua strada. Quando il Thakur stava tornando Sua Santità strappò gli oggetti funerari e li gettò da una parte, dicendo: "Noi non bruciamo gli esseri viventi nel fuoco." Attonito, il Thakur andò a casa per trovare le donne ancora a gemere e a piangere ad alta voce sul cadavere. Il Thakur, strappò via il sudario e vide che sua figlia stava di nuovo respirando. Meravigliati, gli abitanti corsero da Babaji cadendo ai Suoi piedi in lacrime. Gradualmente, con la grazia di Babaji, la ragazza guarì.
Un altro aneddoto riguarda la morte del fratello di Shri Ramadatt Jyotivind. Lakshman soffrì di una malattia per pochi giorni e poi improvvisamente morì. Come è consuetudine, Shri Ramadatt andò al Lago Poorvataal per il bagno prima che iniziassero i riti funerari; sulla strada verso casa, notando Shri Haidakhan Baba leggermente sorridente lo informò che suo fratello era appena morto. Babaji lo seguì a casa; non appena Egli entrò in casa, il fratello si alzò in piedi, camminò verso Babaji e si prostrò ai Suoi Sacri Piedi. Ramadatt aveva sentito che Shri Hanuman otteneva la sanjeevini, un'erba vivificante per salvare la vita del fratello di Rama ma quello non era il caso: Shri Haidakhan Baba aveva donato la vita per suo fratello senza la sanjeevini.
Jaisingh, il giovane figlio di Gumani Bhakta, devoto di Babaji, ebbe un improvviso attacco di delirio e nonostante il trattamento medico, non riuscì a recuperare. Gumani Bhakta era lontano in quel momento al servizio di Babaji; la mattina della morte del figlio, Sua Santità disse: "Vieni, ti portiamo a casa." Arrivando con Babaji, Gumani trovò il suo ragazzo morto e la sua casa piena di pianto ma, Gumani, ardente devoto di Shri Haidakhan Baba, non perse il coraggio. Sua Santità tirò qualche filo d'erba e spremuto il succo nella bocca del ragazzo e con la Sua misericordia, portò il ragazzo morto in vita. Il ragazzo e sua madre giurarono che la loro storia era vera. Jaisingh mostrò persino a questo scrittore il dente rotto che si era spezzato quando Babaji aprì la sua bocca per versare il succo.
Shri Haidakhan Baba procedeva con un devoto al sacro ashram a Badrinath. Sulla strada il devoto ebbe un attacco di colera con frequenti purghe e vomito, i suoi arti erano diventati freddi e realizzando che la morte si stava avvicinando, i suoi occhi si riempirono di lacrime, "Dovrei scrollarmi di dosso il mio corpo invece di te," Babaji gli disse, "Dopotutto, chi è là a piangere la mia morte?" Improvvisamente il devoto recuperò dalla sua malattia e il colera iniziò il suo attacco su Shri Babaji. Alla sua morte Babaji diede istruzioni al Suo devoto che il Suo cadavere doveva essere bruciato e le ceneri cosparse nel Sacro Fiume Ganga. Più tardi, Sua Santità morì; il devoto, lacerato dal dolore, bruciò il Corpo come da istruzioni e prese le ceneri per il Sacro Ganga. Dopo un mese circa, l'afflitto devoto tornò ad Almora pieno di rimorso solo per apprendere che Sua Santità era ad Almora sano e salvo soggiornando a casa di un altro devoto! Non poteva crederci; egli stesso aveva eseguito i riti funerari a Sua Santità. Quando andò a casa dell'altro devoto e vide Babaji, seduto come al solito, egli ancora non poteva crederci. Egli toccò il corpo di Babaji. Trovandolo lo stesso di prima, egli fu così scioccato che perse la sua mente, un pazzo fino a quando finalmente guarì dopo circa sei mesi.
Pradhan, il capo del villaggio di Kathgharia, raccontò un evento della sua propria esperienza. Il suo solo figlio aveva contratto un'incurabile malattia ed era nel suo letto di morte. Profondamente turbato, per ogni fonte di speranza che era venuta meno, Pradhan andò all'ashram di Kathgharia ed iniziò a pregare. Sebbene Sua Santità non fosse presente, le preghiere di Pradhan si trasformarono in meditazione e la sua meditazione in uno stato di trascendenza, egli vide Shri Haidakhan Baba in piedi fuori la porta della sua casa che chiamava suo figlio. Il ragazzo malato e precedentemente persino incapace di alzarsi dal letto, venne e toccò i Suoi Sacri Piedi. Solo allora il trance si interruppe e Pradhan fu pieno di stupore. Quando egli tornò a casa notò il miglioramento delle condizioni di suo figlio, senza ulteriori trattamenti, il ragazzo era di nuovo sano.
Shri Shiromani Pathak, un altro ardente devoto di Sua Santità, inaspettatamente si ammalò e morì in pochi giorni, lasciando la sua famiglia a Shitlakhet sopraffatta dal dolore. La sua anziana madre, fortemente scossa dalla morte prematura del figlio, non poteva sopportare i morsi della perdita e fuggì in una foresta con una corda, con l'intenzione di impiccarsi. A casa, le persone erano occupate a raccogliere gli articoli per il funerale. Shiromani Pathak, anche se in uno stato di morte, percepiva tuttavia che l'Aswini kumar, i medici gemelli agli dei, stavano spruzzando acqua e il fogliame di Kushgrass sul suo corpo e, allo stesso tempo, vide Shri Haidakhan Baba venire verso di lui, le pantofole d'oro ai Suoi piedi, una brocca d'oro nelle Sue mani. I gemelli medici si inchinarono ai Suoi Sacri piedi e poi scomparvero. All'ashram locale Shri Haridatt, un vicino compagno di Shri Shiromani, stava dormendo e fece un sogno. Nel sogno egli vide i familiari di Shiromani portare il suo cadavere per la cremazione, vide che Shri Haidakhan Baba era arrivato e che stava ordinando al cadavere abbassato a terra e rimosse le legature. Poi vide Shri Shiromani alzarsi. Perturbato quando il sogno si interruppe, andò a casa di Shri Shiromani. Là vide Shri Shiromani entusiasta e pochi giorni dopo, lo trovò tornato alle sue normali faccende. Haridatt realizzò che il suo sogno era una realtà. Nel frattempo, l'anziana madre di Shiromani aveva impulsivamente lasciato cadere la sua determinazione a commettere il suicidio, tornò a casa e trovò suo figlio morto vivo. Lei si inchinò ai piedi di Shri Haidakhan Baba ripetutamente, riconoscendo la Sua eterna gloria, grazia e misericordia.
Un negoziante di Haidakhan mi disse di un altro evento di grazia di restituzione della vita. Come un giovane uomo, il negoziante era stato colto da una grave malattia e morì dopo pochi giorni di sofferenza. Nello stato di morte egli sentiva i rappresentanti di Yama, il dio della morte, portarlo via tirato dalle corde. In questo frangente egli vide apparire una figura il cui volto aveva una tinta bluastra associato a Shiva. Egli somigliava a Shri Haidakhan Baba nella statura e nei lineamenti; Egli liberò il negoziante dalle corde fatali di Yama, benedicendolo con lunga vita. Il respiro della vita tornò e infatti il negoziante, visse per oltre settant'anni. La misericordia di Shri Haidakhan Baba aveva salvato molti mortali sofferenti di tali malattie come la tubercolosi e la lebbra per le quali non erano state utilizzate medicine. Lala Radheshyam di Kashipur, una vittima di tubercolosi, era arrivato all'ultimo stadio ma, per la santa grazia di Babaji egli migliorò e guarì dalla malattia. Shri Bhakt Manorath Joshi fu un devoto di Sua Santità. Suo figlio aveva sviluppato una malattia agli occhi e non poteva essere curato; anche con il migliore trattamento, il ragazzo diventò cieco. Bhakt era sconvolto. Pochi giorni dopo, Sua Santità venne in quella zona; Joshi andò da Lui con suo figlio, cadde ai Suoi Sacri piedi e pianse. Babaji, l'inesauribile fonte di grazia, mise le Sue dita sugli occhi ciechi e il ragazzo riacquistò la sua vista. I cittadini del Kumaon mi hanno raccontato centinaia di queste storie. Soltanto gli eventi verificati dallo scrittore sono inclusi qui. Se si dovesse riportare tutte le storie, queste pagine sarebbero aumentate di un ingombrante volume, poiché non c'è fine ai miracoli della misericordia elargita ai Suoi credenti, ai Suoi devoti e alle persone pie.

IL POZZO DEL FUOCO DI UN RE (13)
Secondo la storia antica della regione del Kumaon, Raja Milindrapal ci governò durante il XVI secolo. Le reliquie e le rovine del suo palazzo si possono vedere ancora oggi. Una volta, Shri Haidakhan Baba e i Suoi devoti erano seduti in un tempio di Shiva nel villaggio di Pasia. Si trattava di un tempio antico e ben noto. Proprio come il Nepal che ha il suo famoso tempio di Pasupathinath e l'Himalaya che ha il tempio di Shri Kedarnath e sono entrambi sacri luoghi di pellegrinaggio, anche Parshuram è un'area sacra e famosa. Sua Santità disse ai devoti presenti che il sito conteneva anche un pozzo del fuoco sacrificale, l'havankund di Raja Milindrapal che aveva governato il paese trecento anni prima e svolto molte cerimonie del fuoco in quel luogo. Sperando di verificare la validità di questa affermazione, alcuni dei devoti iniziarono gli scavi; a pochi piedi sotto, essi scoprirono cumuli di cenere e un certo numero di reliquie, dimostrando che in effetti, doveva essere l'havankund di Raja Milindrapal. Dall'osservazione di Shri Haidakhan Baba si può anche concludere che Sua Santità era stato nella zona per almeno da quattro a cinquecento anni. In alcuni di questi luoghi, dove Sua Santità aveva compiuto la penitenza, gli anziani possono ancora sentire l'energia della presenza di Shri Babaji.

NASCONDINO (14)
Come i leela di altri avatar, ci sono anche racconti dei giocosi leela di Shri Haidakhan Baba. Sua Santità stava giocando a nascondino con i bambini del villaggio. I bambini dissero: "Baba nasconditi dovunque Vuoi e noi Ti cercheremo." Immediatamente, Sua Santità scomparve. I bambini e poi i giovani e i più anziani abitanti del villaggio lo cercarono tutto il giorno ma Babaji non fu trovato. Stanchi, tristi e sconfitti infine pregarono che venisse fuori dal Suo nascondiglio. Poi ecco, Egli era lì su un ramo di un albero, parlando loro con parole nascoste nella melodia di un usignolo, rivelando che aveva assunto la forma di uccello e osservava piacevolmente le loro attività per l'intera giornata. Avendo così parlato, Sua Santità riprese la Sua forma normale. Un altro giorno, Sua Santità era seduto nel villaggio di Reoni. Era estate e i devoti intorno a Lui erano assetati ma non c'era, così credevano, acqua. Sua Santità disse loro che Egli sapeva di una bellissima sorgente di acqua potabile nelle vicinanze. Nessun altro la conosceva, neanche gli anziani residenti e tutti guardavano con stupore come Sua Santità rimosse un enorme pietra dall'entrata di una grotta, l'apertura era così stretta e piccola che neanche un bambino poteva passarci dentro. Sembrava impossibile per il corpo enorme di Shri Babaji entrare; e tuttavia con tutti a guardare, Egli scomparve dentro la grotta con una brocca, poi tornò con essa piena di acqua fresca per placare la sete di tutti i presenti. Questo evento non solo illustra l'abilità di Babaji di assumere qualsiasi corpo, di qualsiasi dimensione, grande o piccolo ma, aveva anche rivelato che Sua Santità aveva eseguito penitenza in quella grotta, sedendo in una posizione yoga in samadhi per un periodo di trecento anni. A volte Egli dava il prasad di latte ai devoti. Egli aveva l'abitudine di salire senza fatica fino al Monte Kailash, l'altitudine è così elevata che è disabitato poi tornava con il Suo kamandal pieno di latte. Interpellato su questo miracolo, disse che la Kamadhenu, la celestiale mucca delle divinità, forniva il latte alle divinità sul Monte Kailash e che lo stesso latte riempiva la Sua santa brocca. Quei devoti abbastanza fortunati che assaggiarono il latte dissero che esso aveva una fragranza superba e un gusto speciale. In pellegrinaggio a Mansarovar, Sua Santità fu osservato entrare in un laghetto di loto dove crescevano fiori di loto blu. Anche una varietà di serpenti d'acqua vivevano nello stagno e avvolti intorno agli arti di Babaji, Sua Santità giocava con loro, guardando i serpenti toccare i Suoi piedi per poi ritirarsi. Giochi apparentemente da ragazzo, tali miracoli parlano della grande prodezza yogica di Sua Santità. Chi ha l'abilità di capire il potere spirituale yogico di Shri Babaji? Egli non ha limiti e non ha fine. Una volta, visitando Saharanpur, Sua Santità vide un bellissimo giardino, la proprietà di un Mahant; entrando nel giardino, Egli si sedette ed entrò in uno stato meditativo. Quando il Mahant apprese che qualcuno aveva trasgredito corse nel suo caro giardino a richiamare l'uomo pazzo. Sua Santità non si mosse; un lieve sorriso sul Suo volto, Egli rimase seduto nel giardino, nella profonda meditazione. Questo fece arrabbiare il Mahant; egli alzò i pugni ma, lo! Egli non poteva toccare Baba perché il Suo corpo mortale non era lì. Ora in preda alla paura e allo stupore, il Mahant cadde ai piedi di Sua Santità e pianse amaramente per la sua follia e Sua misericordiosa Santità lo benedisse con lunga vita.

IL COMMISSARIO BRITANNICO (15)
Una volta un commissario britannico venne a Kathgharia, vicino Haldwani e scorse Shri Haidakhan Wale Baba seduto nella posa Siddhasana sotto un albero Kadamba. Egli fu così impressionato , scese dal suo elefante e in un atteggiamento di preghiera, rimase là guardando solennemente una figura che non sbatteva neanche le palpebre. Egli chiese a qualche passante di Sua Santità. Essi gli dissero che Egli era uno yogi altamente realizzato, un semplice rinunciante per natura chiamato Siddha Siddheswar Haidakhan Baba. Essi gli dissero le storie di questo maestoso e brillante Essere, storie che mossero così il commissario a concedere a Shri Haidakhan Babaji dieci acri di terra a Kathgharia, esenti da tasse, in cui costruire un ashram, che si trova ancora oggi. Pochi anni dopo si verificò un altro evento particolare: il ramo di un albero peepal e il ramo di un altro albero cominciarono a germogliare dal tronco dell'albero Kadamba sotto il quale una volta sedeva Sua Santità nella posa Siddhasana. La gente era stupita all'insolita visione di alberi diversi che crescevano da un tronco. Questo albero espandeva i suoi rami che crescevano ampi formando una scena attrattiva. Il tronco da allora ha sviluppato una cavità e anche se la sua sopravvivenza sembra discutibile, l'albero al momento rimane robusto e forte. Anche una storia miracolosa è associata a questo albero. Una volta, inaspettatamente, il tronco prese fuoco. In quel periodo sotto l'albero c'erano due capanne di fieno: in una ci viveva un pujari e l'altra riparava una donna dall'ashram che era impegnata nella continua preghiera. La capanna del pujari era ridotta in cenere: l'altra rimase illesa. Soltanto quando la donna uscì dalla sua capanna dopo la puja e le preghiere ella realizzò la devastazione che il fuoco aveva prodotto. L'intera area era coperta di cenere ma la grazia di Sua Santità Shri Haidakhan Baba aveva salvato la sua capanna. Anche questo è un leela di Shri Babaji.

L'IRASCIBILE AVVOCATO (16)
Si dice che Shri Haidakhan Baba non fu mai visto di umore arrabbiato e nemmeno visibilmente contrariato per un momento. Una volta Shri Bholadatt Pandey, un avvocato, era in sella al suo cavallo da Kathgodam; sul ciglio della strada vicino Ranibag, egli vide Babaji su un poggio roccioso. Sua Santità sembrava molto contento, un leggero sorriso raggiante sul Suo viso. Bholadatt, irascibile ed arrogante di natura, concluse che un pazzo stava ridendo di lui. Tale, evidentemente, era la sua idea sbagliata che sparò una domanda arrabbiata chiedendo a Sua santità perché Egli stava ridendo di lui. Sua Santità rimase calmo e raccolto mentre rispondeva. "Non sto ridendo di te. Sono divertito perché la campana del tempio a Badrinath è caduta; le persone stanno provando a rimetterla ma hanno difficoltà." Bholadatt pensò che fosse una scusa, progettata per risparmiare lo sciocco dalla sferza: il tempio di Badrinath era a trecento miglia di distanza. "Non puoi ingannarmi così. Se le tue parole dimostrano il falso, sarai severamente punito." Così dicendo, egli cavalcò nel suo stato d'animo arrabbiato; raggiungendo Kathgodam, egli fece alcune domande. Infatti a Badrinath stavano ancora provando a rimettere al suo posto la grande campana. Bholadatt si precipitò da Sua Santità a chiedere perdono, la sua dignità di avvocato nel caos. I suoi sforzi iniziali di trovare Babaji furono invano. Dopo una ricerca frenetica di diversi giorni finalmente egli ebbe la desiderata visione di Sua Santità in una grotta vicino Bansuli. Bholadatt si gettò ai Suoi piedi, strinse i Suoi piedi di loto, implorò il perdono e rimase Suo devoto per sempre.

SORSI DI LATTE, SORSI DI TE' (17)
Nel racconto di fama mondiale della Guerra del Mahabharata si fa riferimento a un recipiente speciale che nelle mani dei Pandava poteva nutrire innumerevoli persone e mai diventare vuoto. Quell'inesauribile recipiente però poteva essere utilizzato solo una volta al giorno. Un giorno, durante i dodici anni di esilio dei Pandava, quando il recipiente era stato già usato, il grande saggio Durvasa arrivò al campo dei Pandava accompagnato da una grande comitiva di allievi. I Pandava erano disperati nel rendere ospitalità ai loro ospiti: Durvasa era famoso per la sua collera e i Pandava erano preoccupati che se la corretta ospitalità non era prolungata Durvasa li avrebbe trasformati in cenere. Nell'ora della crisi, una preghiera al Signore Krishna, salvatore dei devoti leali, li tenne dalla rovina totale. Un chicco di grano era rimasto attaccato a quella miracolosa ciotola di cibo; il Signore Krishna apparve e mise il chicco nella Sua bocca, dicendo: "Possano tutte le anime del mondo essere pacifiche e soddisfatti!" Non appena uscirono le parole dalla Sua bocca la fame di tutti coloro nella comitiva fu placata. Oggi le persone trovano difficoltà a credere a tali storie ma anche Shri Haidakhan Baba ha eseguito questo tipo di miracoli, rinnovando così la credenza nella storia del Mahabharata menzionata sopra. I racconti di questo evento possono essere ancora ascoltati ad Almora. Sua Santità era in pellegrinaggio al Kailash quando le razioni si esaurirono. Le persone avevano sofferto la fame per due giorni; il terzo giorno erano tutti in grande difficoltà e Sua Santità ebbe pietà di loro. Fuori dalla foresta venne una ragazza con un bicchiere di latticello così piccolo che non sarebbe bastato a placare la fame anche di un solo uomo. Per molti pellegrini fu un'ora di vita e di morte. Sua Santità prese il bicchiere di latticello nelle sue mani, bevve due sorsi e lo! Anche i pellegrini furono soddisfatti e il loro vigore restaurato. Un simile evento a Shitlakhet mi fu raccontato da uno dei testimoni e concerne un uomo di ricchezza che aveva trascorso molto del suo tempo all'estero; egli si era abituato ai modi Occidentali e, convertito alla Cristianità, conobbe la storia Biblica di Cristo che placava la fame dei suoi seguaci con i pezzetti di pesce. A Shitlakhet egli incontrò Babaji e inizialmente diversi devoti anche se, in poco tempo, il loro numero salì a un paio di centinaia. Quando fu servito il tè in un bollitore difficilmente abbastanza grande per tre o quattro tazze un Brahmino nel raduno espresse i suoi dubbi. Chiaramente non c'era abbastanza tè per centinaia di presenti. Sua Santità chiese al padrone di casa di servire la prima tazza di tè al Brahmino. Non fu soddisfatto soltanto lui, miracolosamente il bollitore aveva abbastanza tè per tutti. Preso dallo stupore il seguace dai modi Occidentali cadde ai piedi sacri di Sua Santità e passò sotto il Suo rifugio. La sua fede si risvegliò, egli considerava Sua Santità un'apparizione dell'Onnipotente e ancora Sua Santità Shri Haidakhan Baba rendeva noto solo il minimo del Suo infinito potere.

UNA FERITA (18)
Il bellissimo ma piccolo villaggio di Shitlakhet è situato tra Almora e Nainital nella regione del Kumaon. Questo villaggio è circondato in tutte le direzioni dalle alte cime ricoperte di neve dell'Himalaya, la scena naturale è piena di pace e beatitudine. Anni fa un Brahmino chiamato Shiromani Pathak viveva nel villaggio con la sua famiglia. Come le altre persone della regione di montagna egli era innocente della sua povertà e gestiva un tea shop del paese. In quei giorni Shri Babaji eseguiva numerosi miracoli. Pathak sentì raccontare di ciò e sebbene fosse desideroso di una visione di Sua Santità, Babaji non aveva un luogo definitivo in cui stare così non fu fino al giorno in cui sentì che Baba era passato di là in una portantina ed egli alla fine sperava di vederlo. Sfortunatamente Shri Pathak era immobilizzato a causa di una grave ferita alla gamba; tuttavia capitò che la portantina che portava Sua Santità passasse al suo tea shop, egli non riuscì a controllare se stesso e nonostante la sua ferità si alzò. Il dolore non era forte, egli scivolò sui gradini di legno e cadde incosciente. Una scheggia di legno aveva trafitto la ferita, il sangue sgorgava come una fontana e i cittadini intorno a lui non pensavano che si sarebbe salvato ma, Sua Santità è il supremo misericordioso e ardente benefattore dei Suoi devoti. Egli saltò dalla portantina e corse verso l'uomo ferito, cullandolo sul Suo grembo Egli distese la fronte di Shri Pathak con il Suo santo palmo. Al Suo semplice tocco Pathak cominciò a respirare, la forza vitale iniziò a circolare ancora una volta e il sanguinamento cessò. Pathak avrebbe preso rifugio in Sua Santità, spesso racconta la sua storia agli amici e agli altri uomini con le lacrime agli occhi. Più tardi a volte Shiromani Pathak dormiva nella capanna verdeggiante di Babaji quando Sua Santità lo svegliava dicendo: "Guarda, vedi cosa sta succedendo giù nei pressi del ruscello." Pathak si alzava per vedere quattro fiaccole brillanti di luce. Per una quindicina di minuti egli guardò le quattro luci, la loro intensa luminosità rendeva l'oscura notte come il giorno. Quando scomparvero Pathak chiese cosa fossero. Sua Santità rispose con grande affetto che Lakshmi Narayan, il dio della prosperità, era apparso e i suoi assistenti portavano le luci. Negli anni a venire Shri Pathak si arricchì diventando proprietario di quattro mucche, una casa e meleti; i suoi bambini avrebbero portato vite felici e soddisfatte. Cosa c'è che non è già esistente nel regno di Dio? Ciò che desiderano i devoti con purezza l'avranno.

LEONI, FRUTTA ESTIVA, LOCALI CHIUSI A CHIAVE, UN LIBRO (19)
Una volta Shri Babaji era seduto in una capanna di paglia accanto alla sacra grotta di Haidakhan. La capanna era sulla riva del Fiume Gautama Ganga; là, Sua Santità aveva eseguito la penitenza panchagni, adorare con i cinque fuochi, poi fu notato un enorme leone venire ogni mattina per salutare Sua Santità. Al momento alcuni santi stavano con Sua Santità come ospiti. Quando videro che l'enorme leone veniva verso di loro erano terribilmente impauriti. Sua Santità disse loro che non c'era alcun motivo di aver paura, il leone avrebbe pregato e poi si sarebbe allontanato pacificamente. Quando il leone venne molto vicino i santi chiusero gli occhi nel terrore. Tuttavia dopo che erano passati alcuni secondi, poterono vedere il leone ritirarsi pacificamente. Shri Nilakanth Patwari narrò un altro evento che egli aveva visto nella sua fanciullezza. Egli era al servizio di Shri Haidakhan Baba con altri ragazzi e Sua Santità aveva l'abitudine di fare infantili leela. Ogni volta che Sua Santità accompagnava i ragazzi alla Foresta Kalichor, Egli usava chiedere loro di chiudere gli occhi per qualche istante. Una volta Nilakanth aveva gli occhi parzialmente aperti e fu terrorizzato nel vedere che Sua Santità stava nutrendo un enorme leone d'oro con le Sue stesse mani. Nilakanth guardò per pochi minuti poi chiuse gli occhi; al suo ritorno raccontò ai residenti del villaggio questo particolare leela.
In un'altra occasione, i santi che conoscevano la grandezza di Sua Santità, vennero per il Suo darshan. Fu durante il mese di Magha, Gennaio-Febbraio e ne seguì una discussione tra i pii santi sul frutto kaphal. Sebbene tutti coloro all'assemblea di santi conoscevano che il frutto kaphal si trova solo in estate e non nei mesi invernali essi condivisero un capriccio passeggero: forse avrebbero chiesto a Sua Santità il kaphal come prasad. Avendo scorto il desiderio dei santi, Sua Santità uscì e tornò con un ramo dell'albero kaphal pieno di frutta distribuendolo come prasad. Inoltre Shri Haidakhan Baba aveva il controllo di tutti gli elementi. Quando andò al villaggio di Chourgalya su richiesta di Shri Mangal Singh, Egli non soggiornò nella sua casa; infatti, fuori dal villaggio fu costruito un dhuni, un sacro pozzo del fuoco. Era di nuovo il mese di Magha, rigorosamente freddo, con pioggia, riversava grandinate per ore ma il dhuni di Sua Santità rimaneva acceso, bruciando costantemente. Sembrava come se la pioggia non potesse toccare il fuoco del dhuni di Shri Haidakhan Baba.
Shri Govardhan di Kathgharia raccontò un evento che aveva visto con i suoi stessi occhi. Sua Santità era andato da un pio uomo di famiglia in un villaggio vicino Kathgharia. La moglie del padrone di casa devoto lo nutrì a cena e quando Sua Santità si sistemò per la notte la casalinga chiuse la porta della stanza come precauzione in caso uscisse nella notte. Con sua sorpresa la mattina seguente quando aprì la porta Babaji non era là. Lei andò a cercarlo e quando lo trovò a Kathgharia gli chiese come era fuggito dalla stanza chiusa a chiave. La Sua risposta fu semplice, offerta con un sorriso: "Dio stava passando sulla Sua macchina aerea, dovevo uscire per il Suo darshan." Sia l'uomo e la moglie di cui sopra furono ardenti devoti di Shri Babaji; essi lo servivano con grande amore e devozione e quando Egli si offrì di concedergli una benedizione, la casalinga pregò che potessero avere la visione di Sua Santità appena prima della loro morte. "Ricordate," disse Babaji, "se vedete un santo tenere il bambù con le radici, la vostra morte è vicina" ma, a volte quando videro un santo con un bambù con le radici, essi non si ricordarono e presto il santo scomparve. Solo in seguito le parole di Baba balenarono nella loro mente e seppero che la morte era vicina. Essi si pentirono di non aver ricordato l'avvertimento di Babaji e decedettero improvvisamente il giorno seguente.

Tra i residenti di Almora c'era un sincero devoto di Sua Santità la cui bellissima moglie aveva l'abitudine di imboccare Babaji con le sue mani come se Egli fosse un bambino. Gli invidiosi abitanti del villaggio, responsabili di misfatti, cercarono di mettere suo marito contro di lei, accusando la donna di non osservare rispetto nei confronti di un dignitario e lo raccontarono a suo marito. Il pettegolezzo non fece impressione sul devoto; la sua fede nella divinità e l'infantile innocenza di Sua Santità era stabile e salda. Un giorno quando la moglie stava servendo la cena a Babaji gli aizzatori malevoli chiusero la stanza da fuori e andarono a cercare suo marito per presentargli la scena compromettente. Il marito non credeva alle chiacchiere ma essi insistettero ed egli stesso andò a vedere. Quando tornò a casa e girò la chiave nella serratura non trovò nessuno altri che sua moglie che dormiva. Vergognati del loro tentativo di intrappolare il Santo Saggio i chiacchieroni scomparvero nella vergogna lasciando la coppia nella loro profonda devozione per Babaji.
La vetta sopra la grotta di Haidakhan si chiama Kailash. La zona è piena di Shiva Lingam e si tiene un Mela a Shivaratri. In occasione di tale celebrazione, Babaji era accampato là. I pellegrini salendo la collina videro Sua Santità in posizione yoga in fondo alla salita degli 8000 piedi, catturati dalla Sua vista videro ancora una volta più in alto Babaji e poi di nuovo nella capanna di paglia in cima alla montagna: una meravigliosa visione di una forma in tre luoghi. Nella fitta foresta di Bansuli, appena al di là di Ranibag, c'è una grande grotta dove Shri Haidakhan Baba eseguì una grande penitenza, rimanendoci per mesi. Allo stesso modo Sua Santità si trovava nel Fiume Vegavati per dodici anni in una penitenza di stupefacente meraviglia. Una guardia forestale di Kausani fece un'offerta a Sua Santità soltanto per sentirsi dire di metterne un po' da parte su una foglia per Shiva Shankar. La guardia forestale, un devoto seguace di Araya Samaj, non credeva nel culto dell'idolo ma, fu profondamente impressionato dalle realizzazioni di Sua Santità e quando egli comprese che erano sei miglia di salita per il tempio di Shiva, si chiedeva come l'offerta poteva raggiungerlo. Come era la Sua natura, Shri Babaji sorrise semplicemente. Spinto dalla curiosità e da una misteriosa ispirazione, la guardia forestale diretto al tempio di Shiva con due dei suoi uomini lo raggiunse dopo una salita di quattro ore. Benché fosse impossibile per chiunque raggiungere presto il luogo, là al tempio di Shiva, sulla stessa foglia c'era la sua offerta al Signore Shankar. Vergognatosi della sua incredulità, la guardia forestale rinunciò alla sua fede nell'Arya Samaj, arrendendosi completamente ai piedi di Baba.
Ramachandra, un insegnante di professione, era un residente del villaggio Bavyad e un convinto devoto di Sua Santità. Nonostante fosse povero e sperasse di migliorare il suo destino, egli esitava, inspiegabilmente, di esprimere le sue ambizioni. Sua Santità capì; Egli gli chiese di portare un recipiente di acqua dal Fiume Gola. Quando arrivò al fiume, il suo letto sembrava pieno di pepite d'oro; egli non prese niente, ritornò soltanto con il recipiente di acqua, Babaji lo interrogò, dicendo: "Perché non prendi un po' di pepite d'oro?" Ramachandra colpito dalla realizzazione della sua propria riservata natura, cadde ai piedi di Babaji. Analogamente fu corretto un dubbio di un Brahmino che sentiva che Babaji fosse vago e oscuro. Sua Santità fu chiamato per una Shiva lingam puja e nominò una cerchia di Brahmini per recitare le scritture. Il dubbioso partecipò alla recitazione. "Siamo privi di un Brahmino," Sua Santità gli disse: "Tu puoi completare il cerchio." Il Brahmino accettò solo per scoprire che erano a corto di un libro. Ne fu trovato uno vecchio ma, il Brahmino si lamentò che non poteva leggerlo, il testo era troppo piccolo. Sua Santità scrollò le spalle. "Non importa. Se le parole non sono leggibili, siedi semplicemente con esso." Appena il dubbioso iniziò recitando le parole sulla pagina esse diventarono grosse e luminose. Il suo interesse nella recitazione si intensificò; egli parlava con una voce alta e chiara. Pentendosi della sua follia, completò la recitazione avanti agli altri, non più scettico.

UN POZZO PER IL TEMPIO (20)
A Shri Shyama Devi, un luogo sacro nell'antica Era Purana, c'è un tempio di Bhagavati Durga, situato a un'altezza di circa novemila piedi. Un tempo famoso, cadde in rovina e il suo pozzo si prosciugò rendendolo difficile per i pellegrini. Il sacerdote del tempio, insieme ad altri suoi devoti, si appellò a Sua Santità per salvarli dalle gravi difficoltà. Cinquecento anni fa, Babaji gli disse che c'era stato un altro pozzo uno che non si sarebbe mai prosciugato anche se si trovava ad un'altitudine molto alta. Quando fu espressa incredulità, Sua Santità andò in cima alla vetta di Shyama Devi e indicò un masso suggerendo di essere rimosso. Dopo due o tre giorni di scavi fu scoperto un pozzo, la sua acqua era fresca e deliziosa, una perpetua delizia per centinaia di pellegrini.

LA GROTTA E IL TEMPIO A HAIDAKHAN (21)
Haidakhan è a tredici miglia da Haldwani. La strada è ripida e difficile da attraversare. Il villaggio è situato ai piedi del Monte Kailash, sulle rive del Fiume Gautama Ganga. Un'erba medicinale con il nome di harid è disponibile in abbondanza e il villaggio è conosciuto come Haidakhan, "khan" significa "luogo di." Alla fine del secolo, la strada per Haidakhan era quasi impraticabile ma, i cavalli ora possono trovare facilmente il modo ed è prevista un'autostrada. C'è una stazione forestale ora, una scuola e negozi di vari tipi. Shri Haidakhan Baba aveva un tempio di Shiva e una guesthouse costruita, così le persone chiamano questo senza nome ma popolare santo di molti nomi Haidakhan Wale Baba. Sul lato più lontano di Haidakhan, adiacente al Monte Kailash, c'è la grotta di Haidakhan. La sensazione di pace e gioia che si ricava in questa bellissima grotta è indescrivibile. Una grotta dal nome comune è un bellissimo tempio, le sue sommità costruite dalla natura. Gli anziani studiosi di vari luoghi, compreso Haidakhan, concordarono con me di ascoltare i racconti della bontà di Shri Haidakhan Baba tutti pieni della Sua grazia e potere. La più stupefacente è la storia connessa alla costruzione del tempio di Shiva a Haidakhan. Il tempio era in costruzione, i lavoratori erano prossimi al momento di stabilire le lastre di pietra. Prendere le pietre avrebbe ritardato il lavoro di due settimane o più. La questione fu comunicata a Babaji. Ciò era tutto. Sua Santità uscì fuori al sito con un piccolo marcatore e disegnò una traccia sulle rocce denotando la dimensione e la forma delle lastre necessarie. A sorpresa di tutti, le rocce fornirono le lastre senza il colpo di uno scalpello o martello. Esse erano così raffinate nella loro forma, dimensione, linee e impostazione che qualsiasi osservatore le avrebbe attribuite a qualche maestro scultore o artigiano. Un tale incredibile leela è così molto raro.

IL RUSCELLO A SIDDHASHRAM (22)
Babaji si trovava in un giardino vicino Almora e un giorno chiese a un devoto chiamato Dola di portarlo al sacro ruscello dalla deliziosa acqua potabile. Dola rifletté. C'era un ruscello così benedetto nelle vicinanze? Se così, dove? Perplesso, Dola portò Sua Santità a casa di Shiromani Pathak; Shiromani seduto Sua Santità con riverenza e devozione, prese Dola e Gouridatta Pant per cercare un ruscello che casualmente ricordava. Cercando nella foresta il frutto kaphal, Shiromani si era imbattuto in una piccola sorgente, la sua acqua fresca e chiara, deliziosa e incontaminata. Con la chiusura della sera sui suoi passi, Shiromani era pieno di eccitazione e gioia. Fu difficile localizzare la sorgente al buio ma, dopo aver trascorso un bel po' di tempo, finalmente trovarono il posto. Il recipiente era pieno, la sorgente così piccola che ci volle mezz'ora e poi il rivolo si trasformò in fango. Essi tornarono da Babaji con la loro offerta. Egli la odorò e ritenuta pura e sacra, la bevve. Il giorno dopo Sua Santità venne alla sorgente con tutti e tre i devoti, cercando la fonte della sorgente con le Sue mani nude come osservato dai devoti. Poco dopo il rivolo proveniente dalla sorgente era un flusso pieno d'acqua e gli fu collegato un tubo di legno. Attualmente questa sacra sorgente scorre ancora di pura e deliziosa acqua. Shri Haidakhan Baba aveva una capanna coperta di foglie costruita dal torrente; Egli vi soggiornò per pochi giorni e trovò il posto così bello che Egli espresse un desiderio di costruirci un ashram un giorno.

LA COSTRUZIONE DI UN ASHRAM (23)
Siddhashram è uno dei più importanti siti dei leela di Shri Haidakhan Baba. Poeti e artisti trovano difficile descrivere la bellezza e la grandiosità dell'ashram. C'è una casa per gli ospiti, un tempio Vishnudevi e come descritto precedentemente, un fresco ruscello. Un eremo e una stalla si trovano nelle vicinanze; l'eremo si trova al punto più alto da cui possono essere viste le famose montagne coperte di neve come il Nandakote, il Badrinarayan e il Nilakanth. A poca distanza dall'eremo si trovano due alberi ad alto fusto chiamati Nara e Narayana, i gemelli avatar di Shiva. La bellezza del luogo acquieta anche la mente più perplessa ed è interessante la storia della costruzione dell'ashram. Dato che Haidakhan Baba è Shiva Shankar Stesso, le Sue decisioni venivano eseguite immediatamente. Nel momento in cui fu presa la decisione di erigere un ashram, fu trattata la difficoltà di ottenere una sostanziale e costosa superficie della montagna. A Shri Bholadatt, un avvocato e devoto, fu affidato il lavoro legale e la gestione della costruzione dell'ashram. Il lavoro fu concluso in modo ordinato entro un breve periodo di tempo; la cerimonia di apertura fu santificata da Babaji e il sito sarebbe diventato famoso come Siddhashram, l'Eremo del Siddha Yogi. Era caro a Sua Santità ed Egli rimaneva spesso per sei mesi alla volta. A Siddhashram, coloro che traevano il beneficio del Suo satsang, la Sua pia compagnia si considerano i più fortunati. Là essi ottennero il più alto dei piaceri, per la brillantezza del Kailash che scendeva a Siddhashram, mantenedolo sempre soave. Quando Babaji risiedeva lì si sarebbero verificati un certo numero di eventi miracolosi. Per i Suoi devoti il Siddhashram sarebbe diventato un luogo sacro di pellegrinaggio più sacro di Badrinath e Kedarnath. Per gli yogi e i sadhu compresi quelli che arrivavano in assenza di Babaji e a chi sarebbe apparso nella forma di Sadashiva, le esperienze furono profonde. La narrazione degli altri eventi seguiranno nelle pagine avanti.

IL TEMPIO A KATHGHARIA (24)
Anche l'Ashram di Kathgharia occupa un posto importante in queste cronache. Babaji visse per molti mesi a Kathgharia, una città a circa tre miglia dalla stazione ferroviaria di Haldwani a nord della regione del Kumaon. Quando un commissario Britannico impiegato nella zona sperimentò il darshan di Babaji, egli donò dieci acri di terra per un ashram. Lo scenario naturale del luogo è molto piacevole e i lama, i tantrici e gli yogi, alcuni con più di duecento anni di età, erano noti per sedersi nella posizione yoga per mesi senza fine. All'interno dei locali dell'ashram c'è un tempio di Shiva. Babaji lo chiamò Kedareswar che, dopo Kedarnath, è uno dei dodici Jyotir Lingam nelle regioni Himalayane ed è di interesse il punto in cui si trova. Babaji stava giocando con i bambini come Sua abitudine e queste parole fuoriuscirono da Sua Santità: "Ora," disse: "Kedareswar Bhagavan desidera manifestare se stesso." Con ciò, Babaji chiese ai bambini di scavare nel fango. Emerse uno Shiva lingam; la zona fu ripulita e fu costruito un tempio dell'ashram secondo le istruzioni di Babaji. Egli spesso diceva che era un luogo non meno importante di Rameswaram dove Rama scoprì il lingam di Shiva, l'icona che egli ha adorato per garantire il successo delle sue missioni. Infatti da quando Shiva Stesso disseppellì il lingam, il santuario a Kathgharia è maggiore del santuario di Rameswaram. Quindi i devoti adorano il lingam a Kathgharia con il ghee, il latte ed incrollabile fede.
E fu a Kathgharia che Babaji annunciò che il Suo corpo era vecchio e logoro e che sarebbe andato al Kailash. "Dopo che sarò partito," Egli andò avanti, "arriverà un Brahmachari dal Bihar." I devoti non riuscirono a capire. Essi ritennero che Baba si riferisse alla Sua riluttanza di rimanere in un posto per molto tempo. La verità fu rivelata pochi giorni dopo quando Babaji partì per la Sua dimora divina al Kailash, un evento riportato nelle pagine che seguono.

IL PALAZZO A GWALIOR (25)
Jwaladutt Joshi fu tra i devoti più vicini di Babaji. Egli era un ufficiale di alto grado nell'amministrazione dello Stato di Gwalior nel centro dell'India, servendo un re di natura spirituale che aveva una grande considerazione per i santi e i sadhu. Quando Jwaladutt menzionò i leela di Haidakhan Baba alla corte, il re espresse la sua impazienza di incontrare Babaji. Sfortunatamente Jwaladutt spiegò che non sarebbe stato in grado di farlo; egli non sapeva dov'era Babaji; infatti sapeva soltanto che Egli non rimaneva mai in un posto per molto tempo. Poi inaspettatamente Babaji andò a casa di Jwaladutt. Estremamente contento della visita di Babaji Jwaladutt sporse un invito al re che raggiunse Shri Haidakhan Baba supplicandolo di fare una visita al palazzo reale con così grande devozione che Sua Santità accettò. Quindi una sera la corte reale si riunì per il darshan di Sua Santità sperimentando un senso di purificazione e beatitudine celestiale. Dopo il re chiese a sua moglie di stimare l'età di Babaji. Egli fu stupito dalla sua risposta. La regina pensò che Babaji era ottantenne; al re sembrava che Egli avesse undici anni. Babaji fu visto raramente viaggiare in autobus, in macchina o in treno si sarebbe manifestato ogni qualvolta e ogni volta fosse stato necessario per benedire i Suoi devoti in qualunque forma essi desideravano.

LA DIGA A BHIMTAL (26)
Fu costruita una grande diga a Bhimtal vicino Nainital ma, era senza le paratoie e non potevano essere fissate. Le ingenti somme spese per la costruzione di una diga per immagazzinare acqua e proteggere la zona dalle inondazioni durante i monsoni annuali, erano stati sprecate. La stagione delle piogge si stava avvicinando e i più esperti ingegneri si stavano riunendo quando Baba, mosso dalla pietà, arrivò sulla scena. Gli appaltatori e gli ingegneri notarono che un operaio ben piazzato, forte e robusto, era sdraiato sui massi. I curiosi iniziarono a guardare. In circa una settimana, fu impilata una scalinata di massi nella parte superiore della diga e le paratoie furono rimesse. L'ingegnere capo offrì a Babaji un premio, un'enorme somma di denaro che Sua Santità rifiutò di accettare, ispirando commenti nella folla riunita riguardo questo disinteressato straniero mosso dal servizio. Immediatamente qualcuno lo riconobbe e annunciò: "Egli non è altri che Sua Santità Haidakhan Baba." Inoltre Babaji scomparve. Tali sono i miracoli del Misericordioso che trabocca di verità, semplicità e amore per tutti in ogni luogo, in ogni momento.

UNA PREVISIONE DEL BRITANNICO LASCIANDO L'INDIA (27)
Durante il periodo dell'apparizione di Babaji sulla terra, il Britannico governava l'India. Il Movimento Nazionale del Congresso Indiano iniziò, e occasionalmente i devoti, a interrogare Baba su quando l'indipendenza sarebbe avvenuta in India. La Sua risposta fu semplice: "Il Britannico lascerà l'India quando si sente il clacson di un autoveicolo e c'è un buco nella moneta." Col tempo, la gente dimenticò la Sua predizione. Nel 1947 il Fiume Gola si stava prosciugando e l'appaltatore che forniva il legname ai commercianti a valle era disperato. Infine, con l'aiuto degli operai e dei cavalli, egli organizzò un camion rimorchiatore a capo del fiume. Il camion fu assemblato e caricato pronto a guidare lungo il fiume asciutto per una distanza di due miglia fino a che raggiungesse il punto dove il flusso del fiume era ormai cominciato. Proprio nel momento in cui il camionista segnalò la sua partenza con il clacson, fu annunciata l'indipendenza dell'India al mondo.

GLI INSEGNAMENTI DI HAIDAKHAN BABAJI (28)
Migliaia di uomini e donne si radunavano ovunque Babaji andasse, persone di tutte le classi: i grandi studiosi e professori, i filosofi, i pundit esperti in riti, gli shastri. Egli parlava poco ma anche il Suo silenzio ispirava, cancellava il dubbio, la miseria e risolveva problemi. Le Sue benedizioni erano spesso semplici. "I tuoi desideri," egli direbbe, "saranno esauditi." A volte, Egli avrebbe parlato per ore sui Veda e le Upanishad esponendo i loro significati interiori con una tale semplicità che gli studiosi e i pundit avrebbero inchinato le loro teste in segno di riverenza. Quei principi su cui anche gli Shastra tacciono, Davita-Advaita, Bhakti Yoga, gyan e vairagya, furono esplicati i loro impercettibili significati resi in parole semplici. Normalmente, al di là della comprensione dell'uomo comune, il beneficio delle loro verità potrebbe essere colto da tutti attraverso la grazia di Babaji. Le lezioni alle folle di gente comune, Egli soddisfaceva i loro desideri per la conoscenza con storie interessanti ed esempi che portavano al punto ed esortava tutti i principi delle quattro fasi della vita come esposto nel Varnashram dharma. Vennero alla luce molti principi preziosi attraverso le semplici illustrazioni di Babaji offerte a tutti i Suoi devoti. Essi comprendevano Hindu, Mussulmani, Cristiani, Buddisti, Giainisti e Baba dicendo loro di seguire le loro proprie religioni, con fervore e passione. Su tali domande come, "Come possiamo liberarci dalla schiavitù della Maya, come possiamo conoscere l'amore e la devozione ai piedi di Shri Babaji," Sua Santità rispose con le storie. In una di queste storie un uomo mandò la sua giovane figlia a guardare i campi. Quando la ragazza tornò a casa egli le chiese se gli uccelli avessero danneggiato il raccolto. Lei rispose: "Padre, quando mi addormento gli uccelli non vengono ma se sto sveglia, gli uccelli vengono e danneggiano il raccolto." La morale dell'aneddoto è questa. Noi siamo impotenti, non possiamo fare niente sulla forza del nostro potere. Anche i famosi rishi, muni e grandi saggi come il Santo Narad e così via, potrebbero cadere nell'abisso dell'illusione della Maya quando si afferma l'ego. E se i santi e i saggi, perché non noi? Ma per coloro che si arrendono completamente a Babaji, fermi nella loro fiducia in Lui, nell'esercizio delle loro funzioni spirituali, Babaji salpa le loro barche istantaneamente attraverso l'oceano dell'illusione. Soltanto coloro che persistono nella loro fede nel Signore, che ricercano persistentemente attraverso la preghiera, le azioni e la compagnia dei giusti, per la salvezza, solo le loro navi della vita salteranno attraverso le onde mondane raggiungendo l'altra sponda. Quando ci arrendiamo a Dio con la sola intenzione di ottenere la salvezza e allora niente, non la schiavitù della madre o del padre, dei parenti, figli, mogli, dell'amore mondano o la ricchezza dei palazzi, niente può legarci. Ai grandi santi, Sua Santità avvertiva di evitare il richiamo dell'esaltazione nei devoti. Egli gli raccontò la storia di un grande santo da Rishikesh, un siddha yogi il cui desiderio era di allontanarsi dalle attrazioni mondane e ricercare l'illuminazione che lo aveva portato a una dura penitenza. Egli aveva lasciato la compagnia umana ed era andato in una grotta di montagna alle porte di Rishikesh. Alcuni principi, attratti dalla sua fama, vennero per il darshan di questo famoso siddha ma non riuscirono a trovarlo. Seth uno scaltro uomo d'affari di Calcutta venne a sentire di lui ed anche lui era desideroso di incontrarlo ed anche lui fallì fino a che non lasciò la casa, il cuore, gli affari per andare a Rishikesh per soggiornare in una vicina grotta. Ogni volta che il siddha usciva dalla sua grotta, c'era Seth, salutandolo con profondi gesti di umiltà. Alla fine il grande siddha ebbe pietà di questa figura solitaria e cominciò ad instaurare una conversazione. Il mercante lo serviva bene, mantenendo i suoi desideri e i progetti per se. Con il passare del tempo egli disse al siddha della sua grande ammirazione per il sito della grotta, suggerendo che se fosse stato costruito un tempio avrebbe servito una necessità. Innumerevoli devoti avrebbero trovato sollievo nei principi del santo siddha, sarebbe dovuto esistere un tempio a Dio. Il siddha concesse il suo benestare di costruire un tempio. Furono spese migliaia e migliaia di rupie; fu costruito un bel tempio insieme a un comodo rifugio per i pellegrini in visita. Il rifugio e le esigenze del culto quotidiano richiedevano ulteriori investimenti nella costruzione di altri edifici e il siddha dovette concedere il suo consenso per lo sviluppo di tutte quelle strutture. Una grande organizzazione gestì i vari servizi; per tenerli funzionali, furono richiesti i capo dipartimenti e il personale. Quando anche questi furono nominati, l'uomo d'affari fissò una targa con il nome del siddha e tornò a Calcutta. Ora era il grande siddha ad emettere ordini per condurre l'ashram; egli avrebbe perso tempo prezioso ed energia, sia per il culto che per le consuete pratiche di un santo. Quando qualche tempo dopo quando i contributi finanziari dell'uomo d'affari Seth si fermarono, tutto il tempo del siddha fu consumato in tali affari mondani come la raccolta di fondi. Finalmente, le sue preoccupazioni lo portarono a Calcutta. Senza rispetto per il santo, Seth ordinò a sua moglie, ai suoi bambini e ai servitori di servire il siddha con tutta sincerità anche se egli non era presente. Ogni volta che il siddha chiedeva del suo programma la sua gente rispondeva che stava facendo del suo meglio ma le questioni d'affari lo trattenevano. A queste risposte il siddha ascoltava e restava in silenzio. Passò molto tempo e Seth rimase non disponibile per il suo santo yogi. Nel frattempo, un festival della Ganga si stava avvicinando; quel giorno, il santo siddha sentì le chiamate di "Jai Ganga Ma" enunciate dal devoto mentre procedevano alle rive del sacro Fiume Ganga per i santi bagni e la puja. Sentendo la loro lode, lo yogi cadde pensieroso, ora il suo cuore stava battendo con una realizzazione. "Qui vi trovate in questa sacra occasione. Come deliziati tutti loro avanzarono verso il sacro bagno!" In quel momento introspettivo, il grande yogi sapeva come era diventato odioso. Egli chiamò la moglie dell'uomo d'affari. "Sto partendo," egli le disse. "Una volta fui il guru di un uomo d'affari. Puoi dirgli che d'ora in poi egli è il mio guru. Con il suo aiuto ho messo da parte la mia ripugnanza. La rete della Maya che mi catturò ora è rotta. Lasciamo ciò che succede al tempio e alla sua guesthouse. D'ora in poi non mi riguardano." Così dicendo, raccolse i suoi oggetti sacri e partì. Quando la parola raggiunse l'uomo d'affari egli corse dal santo siddha, pregandolo di cambiare idea e tornare. Ma, il grande yogi non tornò. La sua volontà di mettere da parte le faccende mondane degli uomini comuni ora era salda; egli continuò per la sua strada, i suoi piedi sul sentiero verso l'illuminazione yogica. Così Sua Santità Haidakhan Baba disse: "I santi non devono cadere sotto l'influenza degli egoisti benefattori mondani. E' stato osservato che i grandi santi, sadhu e yogi si allontanano dal loro sentiero quando coinvolti nel vortice della mondanità. Perdendo di vista il loro obiettivo inseguono le ricche tasche, chiedendo l'elemosina per soddisfare le loro esigenze. Essi dovrebbero rinunciare a qualsiasi attaccamento al mondo materialistico. Se cadono preda di quegli attaccamenti, essi affondano al livello di capofamiglia, non più santi e sadhu." C'era un'altra storia che Babaji usava offrire alla società dei santi. Un santo in possesso di un gran lusso e di grandiosità chiamò uno dei suoi seguaci dicendo: "Potrete godere di tutto questo lusso per un anno; alla fine di quell'anno, verrete buttati nel fiume." Così dicendo il santo si ritirò nella foresta; il suo seguace ora possedeva un'enorme ricchezza, sguazzandoci senza pensare a ciò che gli aspettava quando l'anno trascorse. Al ritorno, un anno dopo, il santo trovò i lussi abusati e il suo seguace a vivere la vita di un decadente. Rifiutando di risparmiarlo neanche per un istante, ordinò al seguace di gettarsi nel fiume. Egli gridò, pregando il santo di non farlo; il santo stesso lo spinse nel fiume. Di nuovo un discepolo fu scelto per godersi il lusso grandioso della vita, le condizioni erano come quelle di prima, per un periodo di un anno. Anche lui cadde profondamente e irrimediabilmente nell'illusione e, come il predecessore, incontrò il suo destino quando l'anno passò. Il terzo discepolo fu scelto ed anche lui si fece proprietario di tutta la ricchezza e grandiosità per un anno. Più intelligente dei due precedenti egli non cadde nella trappola del lusso. Infatti egli aveva un ponte costruito sopra il fiume e un tempio sulla sponda opposta, atti di benevolenza pubblica che piacquero al santo al suo ritorno alla fine dell'anno. Il discepolo si fece avanti, presentandosi al suo guru per dire: "Sono pronto per essere annegato nel fiume signore ma, io non ho abusato di questa ricchezza." E quindi, questo fu il discepolo che fu messo a capo del sito e di tutte le ricchezze del sito per il resto della sua vita. Il punto della storia è questo. Coloro che sono a capo di tali pubbliche istituzioni come i templi e i monasteri dovrebbero essere scelti con saggezza per il timore che i soldi donati per beneficenza pubblica siano usati male. Ci sono solo alcuni degli aneddoti che Sua Santità offrì ai devoti per condurli al sentiero sacro. "Non avete paura delle difficoltà e della miseria," Egli li esortava. "Abbiate completa fiducia in Dio. Siate di ferma risoluzione. Dio sicuramente proteggerà il fedele, guidandoli attraverso l'oceano mondano. Solo coloro che partono dalla retta via, cadono preda di desideri avidi e annegheranno."

LA SCOMPARSA (29)
Quando Babaji fu visto per l'ultima volta nella regione del Kumaon, fu scavato un pozzo a Kathgharia; prima che fosse completato, Sua Santità partì per il Kailash. Il devoto Gumani era ormai lontano e Babaji respingeva le offerte di coloro che volontariamente lo accompagnavano nel Suo pellegrinaggio. Egli andò da solo da Kathgharia a Askote; là, Raja Khandgamanasingh e la famiglia reale lo accolsero con riverenza, prendendo disposizioni per il Suo alloggio e riposo. Pochi giorni dopo Babaji ordinò una partenza dicendo che Egli adesso doveva partire e proseguire per il Nepal. Il Re pregò Haidakhan Baba di rimanere per un po' ma Egli rifiutò qualsiasi ulteriore ritardo. La famiglia reale e i suoi ospiti vennero al cortile per la Sua partenza; in conformità con la tradizione della terra, il Re stesso mette la sua spalla per la portantina. Non appena la portantina uscì dal cancello sollevò sua altezza e gli diede le Sue benedizioni. Il re a malincuore diede istruzioni alla corte reale di accompagnare Sua Santità come Egli desiderava e di tornare al palazzo su Suo ordine. Da Askote, Haidakhan Babaji percorse tre miglia al confine tra l'India e il Nepal e alla confluenza dei fiumi Kali e Gori dove le acque corrono profonde e le correnti sono elevate. Egli si fermò lì, scese dalla portantina e diede istruzioni ai servitori di lasciarlo. Curiosi di saper dove Babaji andasse, la servitù fece come Egli aveva ordinato, guardando indietro con crescente preoccupazione. Essi erano preoccupati quando videro Sua Santità nell'acqua profonda fino alla vita, persino gli elefanti non sono in grado di resistere alla forza delle correnti del fiume e dei vortici. Haidakhan Baba era davanti al Nepal quando un lampo di luce colpì la confluenza dei fiumi e poi Sua Santità scomparve. Ad Askote i servitori diedero la notizia al re. In pochi minuti Sua Santità era diventato invisibile fondendosi con la Luce Divina. Egli non fu mai più visto di nuovo nella regione del Kumaon. Ma, Dio è senza fine le Sue storie sono infinite e i leela di Babaji non sono mai limitati al tempo o allo spazio continuerebbero a giocare. Invisibile, Egli avrebbe aggraziato i Suoi devoti e in Himalaya i santi e i devoti avrebbero aspettato per Lui di tornare e benedire l'umanità.

DOPO LA SCOMPARSA (30)
Uno studio delle scritture suggeriscono che ogni volta che un potenza divina si manifesta sulla terra in forma fisica, c'è un'ondata di devozione e adorazione; il benessere di innumerevoli anime è assicurato e le guide sicure sono scritte a cui le generazioni future possono fare riferimento. La scomparsa di ciascuna di tali brillanti e benevoli entità porta grande dolore ai devoti; conosciamo bene il dolore dei devoti del Signore Krishna quando la sua apparizione sulla terra si concluse. Tuttavia ogni qualvolta un potere divino si allontana dal mondo un altro divino potere appare e continua a guidare l'umanità sul sentiero del santo precedente. Un avatar come Shri Chaitanya, il Santo Gyaneshwar e Shri Buddha le loro forme reali e la natura dei loro insegnamenti sul sentiero può essere riconosciuta dall'umanità soltanto dopo la loro stessa partenza. Le persone credono che Haidakhan Baba esegua i Suoi leela spirituali solo durante la Sua apparizione sulla terra. Pochi allora sapevano chi era Sua Santità. Alcuni pensavano di lui come Aswathama del Mahabharata, altri come Hanuman dall'era del Ramayana, entrambi anime immortali. Somavari Baba, un grande santo, non poteva sempre vedere i giocosi leela di Haidakhan Baba nella loro giusta prospettiva non realizzando che una volta Haidakhan Baba diede il darshan ai Suoi devoti nella Sua forma come Shiva con tre occhi, un serpente e una luminosa mezza luna sulla Sua fronte. Un racconto di Sua Santità come un avatar di Shiva mi fu offerto dai Suoi devoti e seguirà. Ma prima una piccola introduzione per il santo la cui devozione, così Haidakhan Baba ha sostenuto, ispirò Lui a reincarnarsi nella forma di Shiva. Prima della Sua scomparsa, Babaji disse: "Dopo di me verrà un Brahmachari, un santo dal Bihar. Quando e dove questo Brahmachari Baba apparirà, come egli è connesso a Haidakhan Baba, questo rimarrà un grande segreto." Per chiarire è importante fare un po' di luce su questo Brahmachari Baba.

L'ARRIVO DI MAHENDRA BABA (31)
I santi sono la vera ricchezza di un paese; quando appaiono nell'universo i loro insegnamenti e le loro vite esemplari guidano le persone del loro tempo. In ogni caso è necessario Dio Stesso, per la causa dell'universo appare nella forma di un santo differente per presentarlo. Quindi negli Shastra ed epopee è detto che i santi sono una reincarnazione di Dio. Oggi il mondo tende verso la distruzione; le menti crescono ristrette e materialistiche; l'ateismo è in aumento. L'invenzione delle armi distruttive hanno messo il mondo in un tale pericolo che ora la sola salvezza, unico rifugio sicuro, è ai piedi del Signore. Nel mondo logorato di oggi la verità è accolta come semplice propaganda. Inoltre ciò non è sbagliato: l'umanità è stata così spesso truffata dall'egoista che la prudenza è imposta. E' stato altresì osservato che il genere umano è attratto dall'ipocrisia e che siamo propensi a seguire i falsi santi, lasciando soli quelli graziati dai veri santi e guru liberi da false trappole. A questo punto cercherò di scrivere di Mahendra Baba. Egli non mi permise di farlo prima anche se lo avevo pregato di avere il permesso in diverse occasioni. Per il beneficio dell'umanità questa figura, la sua genialità e le sue supreme conquiste spirituali rivelate dalla sua viva presenza, trasmette attraverso la sua naturale e umana forma il messaggio di Shri Haidakhan Babaji. Conosciuto nelle regioni del Kumaon e Vrindaban come Mahendra Baba questo grande santo è stato uno yogi per molte vite e in contatto con Babaji per generazioni. Circa la sua nascita, le città dove sono nati i santi spesso diventano sacre perché essi apparvero lì per la prima volta; tuttavia, anche dopo una grande quantità di ricerca non sono disponibili molte informazioni sul suo luogo di nascita e i primi leela. Ciò che è noto è che quando Mahendra era giovane Haidakhan Baba gli insegnava e lo aveva guidato attraverso molte vite. Mahendra, sperando di ricevere il Suo darshan, andò alla ricerca di Babaji in Nepal, India e Tibet, Sua Santità lo ha sempre guidato proteggendolo con la Sua ombra. Solo nella sua gioventù ci furono brevi momenti di darshan con Babaji ma, questi lo avrebbero influenzato per il resto della sua vita. Mahendra stesso non parlò della sua educazione ma, la sua santa compagnia è sufficiente ad illuminarci su questo argomento. Mahendra Baba è un realizzato studioso dei Veda, gli Shastra, le scritture yogiche ed anche esperto della lingua Inglese. Nonostante tutta la sua conoscenza, egli è così semplice che la maggior parte delle persone non realizza quanto egli fosse altamente istruito. Guidato da Haidakhan Baba, Mahendra Baba rinunciò alla sua casa e partì alla ricerca del suo guru. Egli rinunciò al mondo, per sperimentare il darshan con Mahendra è conoscere quanto alto un Brahmachari sarebbe diventato e a piedi camminò attraverso l'India così come nel Kailash, Mansarovar, Nepal e Tibet più volte. Persino i rinomati lama Tibetani furono impressionati da Mahendra Baba. Egli evitava le reti della Maya e le esche delle cose del mondo, occasionalmente i poteri invisibili lo hanno salvato da entrambe le insidie. Egli fu in stretto contatto con illustri santi e yogi dell'India ma, non stava cercando tale raggiungimento; voleva solo la benedizione di Babaji, la sua unica ispirazione, il suo amore per Shri Babaji. Egli desiderò le realizzazioni yogiche due volte nei primi anni e poi cessò di desiderarle. Una volta sulle rive della Ganga durante il festival di Navratri, come Mahendra Baba terminò di cantare i versi della Durga Sapta Sati, gli venne in mente di organizzare un bhandara, una festa. Lì vicino un altro santo stava organizzando un elaborato bhandara. Quella notte, Mahendra Baba fece un sogno. Il santo pendeva nel pozzo della Maya; nell'intenso dolore egli pregava. "Sei stato con me per così tanto tempo, dammi la pace, risparmiami le torture della Maya, per favore." Quando Mahendra Baba riaprì gli occhi, lasciò cadere del tutto qualsiasi pensiero di organizzare un bhandara. Dopo, viaggiando attraverso la foresta di Vindhyachal, Mahendra incontrò un Jain swami che forse aveva un centinaio d'anni d'età. L'anziano santo era un grande siddha yogi; fu molto impressionato da Mahendra Baba e si offrì di insegnargli gli esercizi tantrici. Vedendo i miracoli che egli eseguiva, Mahendra divenne avido per un po'. Ma, quella notte dormendo accanto allo yogi, si svegliò e vide migliaia di insetti e creature ripugnanti emergere dalla sua bocca. Vedendo lo yogi in quella condizione si freddò l'attrazione di Mahendra per tale impresa. Il giorno seguente lo yogi ritirò la sua offerta dicendo, "Questi conseguimenti non fanno per te". Quindi, dalla grazia di Babaji, Mahendra fu salvato per la sua sadhana, il suo grande proposito nella vita, la sua grande missione. Viaggiando attraverso il Gujarat a piedi, Mahendra soffrì la perdita improvvisa della sua vista e fu colpito dalla febbre alta. Mahendra Baba non era per niente afflitto. Una notte Babaji venne in un sogno di un devoto e gli ordinò di guidare Mahendra nella sua auto, portando con se varie medicine e rimedi. Appena il devoto accese i fari dell'automobile, individuarono una figura di grande brillantezza che indossava una lunga kurta e la topi; Mahendra Baba fu cullato nel Suo grembo, le mani carezzevoli sulla sua fronte e sui suoi occhi. Il gentiluomo si avvicinò solo per vedere meravigliato, che improvvisamente la figura era scomparsa. Egli svegliò Mahendra, sorprendendolo con le medicine e i rimedi. Quindi, grazie all'intercessione benevolente di Babaji, Shiva Shankar protesse Mahendra Baba e risanò la sua vista. Col tempo principi, re e persone di grande ricchezza insistettero su Mahendra Baba con tesori preziosi; egli rimase distaccato concedendo invece loro benedizioni e doni. Come il loto, la sua santità era libera dalla rete dell'illusione. Alle congregazioni egli offrì l'umile consiglio seguente: "Devo combattere continuamente la Maya. In certi momenti mi tira giù; in certi momenti la tirò giù. Anche se il signore dell'illusione è forte, sono certo che il mio Santo Guru Shri Babaji, mi farà vittorioso."
Sul completamento del suo pellegrinaggio attraverso l'India, una mano sconosciuta comandò Mahendra Baba a Vrindaban; Là, con la benedizione della dea Radharani, egli avrebbe realizzato la sua missione. Da Vrindaban, Shri Mahendra andò a Lohaban e per trenta anni osservò una continua dura penitenza. Egli viveva là in una capanna buia, cantando e praticando esercizi spirituali, i residenti locali diventarono sempre più consapevoli che stavano avendo luogo un certo numero di eventi miracolosi. Un serpente scuro usava attorcigliarsi sotto il suo posto e a volte strisciava sul suo corpo. Egli sarebbe caduto in uno stato di samadhi per sette giorni di seguito; uscito da esso egli avrebbe accettato qualsiasi piccolo pezzetto di cibo i suoi devoti gli offrissero, poi tornò al suo profondo stato meditativo. Quando visitai Lohavan i cittadini e persino i funzionari governativi mi parlarono di molti eventi meravigliosi. Se, com'è mia natura, chiesi di qualche evento, loro affermavano la verità delle loro relazioni, offrendo giuramenti in memoria dei loro amici e parenti e giurando che neanche una sola lettera di ogni racconto era falsa. Anche il mio cuore credeva e se dovessi raccontare tutto di loro, le storie riempirebbero il loro proprio grande volume ma, Mahendra Baba scoraggiò una cosa del genere. Quindi, in poche parole ciò che disse la gente di Lohavan è questo. A molti che erano morti gli fu concessa di nuovo la vita; l'illetterato acquisì improvvisati poteri di parola e poesia; coloro che soffrivano di difficoltà economica ricevettero sollievo; i senza figli ebbero figli; coloro che si auguravano di conoscere la divina beatitudine furono benedetti con la divina beatitudine. I seguaci di nessuna setta se ne andarono; i seguaci di differenti religioni trovarono protezione nella sua santità e gli furono garantiti molti benefici che desideravano. Una donna mi parlò con le lacrime agli occhi del suo unico figlio. Il bambino era morto. Il finimondo e la confusione totale regnavano in casa ma, lei aveva profonda e ferma credenza in Shri Mahendra Baba. Andò nella stanza da sola, chiuse la porta e pregò davanti una fotografia di Mahendra; la sua preghiera fu accolta. Il battito del cuore di suo figlio ripartì e in pochi giorni il ragazzo guarì. Lo incontrai a Lohavan come un sano giovane uomo. Fu riferito di un altro evento di grande meraviglia. Mahendra Baba aveva lasciato Lohavan per un pellegrinaggio; durante la sua assenza uno dei suoi devoti tornò dall'estero. Egli aveva l'impressione che sarebbe tornato a casa ricco, i ladri prevedevano di derubarlo. A mezzanotte con le torce in mano, i ladri stavano cercando di entrare in casa sua. Con grande loro sorpresa, videro Mahendra Baba camminare avanti e indietro sul tetto. Essi si ritirarono e il giorno dopo appresero che Shri Mahendra era lontano da Lohavan da oltre quindici giorni. Al suo ritorno, essi caddero ai suoi piedi, confessarono la loro colpa e con la sua benedizione si convertirono a sentieri migliori. Shri Meenaram, un insegnante a Lohavan, disse di un evento che coinvolse un grande yogi che risiedeva a Raman Reti, non lontano da Lohavan. Una mattina Shri Meenaram, in viaggio per far visita allo yogi, incontrò Mahendra in un giardino appena fuori Lohavan. Sua santità sorrise e gli chiese dove stava andando. Meenaram mentì; sto sbrigando una commissione disse. Quando arrivò all'ashram del grande yogi, con sua sorpresa c'era Mahendra Baba. Lo yogi, sorprendentemente, lo stava salutando come Bhagavan Shankar, dicendo: "Vieni, per favore! Ti do il benvenuto mio Signore." Per un istante, Baba si materializzò come Shiva Shankar e poi scomparve. La storia circolò tra i residenti meravigliati di Lohavan e Meenaram naturalmente, si pentì della bugia che aveva detto a Mahendra Baba. Shri Mahendra non si avvallò mai nessun merito per tali eventi. Egli disse che tutti questi meravigliosi leela erano i leela di Haidakhan Baba e che egli era solo un semplice servitore, protetto ai piedi di loto di Babaji. I principi del posto impressionati da Mahendra Baba, tentarono di riempirlo di regali; egli rifiutò, immune alle loro suppliche. Una notte durante il festival di Shivaratri, briosi devoti offrirono erbe allucinogene, terra in polvere mischiata nell'acqua per il Signore Shiva e poi la passarono anche a Mahendra Baba. Egli bevve cantando "Hara Hara Mahadeva." Gli intossicanti non ebbero nessun effetto su di lui; sebbene i devoti avessero osservato Mahendra Baba deglutirne grandi quantità egli andò avanti recitando i versi della Durga Saptashati, seduto in un'inamovibile singola posizione per giorni. Ovunque Mahendra Baba andasse egli adorava le deità istituite in quel luogo; esse a sua volta gli davano il darshan in una forma o in un'altra ma, non gli portarono la pace della mente. Il suo cuore anelava solo per la vista di Haidakhan Baba, l'adorato Guru che lo aveva iniziato in gioventù nel villaggio ma, ormai Babaji proteggeva Mahendra e lo guidava da oltre quarant'anni. Senza aver mai visto Babaji in tutti quegli anni, Mahendra andò in pellegrinaggio da Haldwani all'Himalaya, con la risoluzione di togliersi la vita. Tuttavia Haidakhan Baba, sempre presente lo portò, guidandolo sui passi quasi inaccessibili di montagna, a Shitlakhet. Lì Mahendra incontrò Shiromani Pathak che aveva assistito al potere spirituale di Babaji con i suoi stessi occhi. Shiromani condusse Mahendra a Siddhashram e Mahendra vide una fotografia di Shri Haidakhan Baba con la kurta e la topi. Sorpreso di trovare in tale luogo disabitato un'immagine del Signore che lo aveva benedetto per quarant'anni, qui Mahendra decise di digiunare fino alla morte o fino al momento in cui gli appariva Shri Babaji. Il primo giorno apparve a Mahendra Baba, Vaishnavi Devi stessa tentandolo con il cibo. Il giorno seguente si chiuse nella stanza desolato che il guru che aveva visto come un ragazzo lo avesse dimenticato. Era Martedì, il quarto giorno della quindicina oscura di Ashaar dei mesi di Giugno/Luglio e in quel giorno, il posto di Shiva Shankar si scosse: ora un caro discepolo aveva completato la sua sadhana e Shri Haidakhan Baba gli apparve. Sopraffatto dalla vicinanza di Sua Santità nel piccolo spazio della stanza dove si era chiuso, colarono lacrime di gioia sul viso di Mahendra e fu così che nell'Era di Kali, Haidakhan Baba apparve davanti al Suo devoto concedendogli il darshan, l'unico desiderio del suo cuore. Mahendra alloggiò qualche altro giorno e poi grato e umile tornò a Lohavan.

UNA RICOMPARSA A SIDDHASHRAM (32)
Nel 1952 un devoto e tre compagni, due delle quali erano donne, andarono in pellegrinaggio a Siddhashram insieme a Shri Mahendra. Era Martedì, l'undicesimo giorno del calendario lunare pochi minuti prima di mezzogiorno, Mahendra era seduto in veranda rivolto a nord. Egli chiese ad una delle donne di prendere l'acqua dal ruscello. Appena lei se ne andò coloro che erano in veranda ebbero una visione di un'immensa e indescrivibile luce, la sua forma era come quella di un essere umano e prese forma a circa due miglia al di là della strada. Profonde gole e fenditure rendevano impossibile avvicinarsi alla luce brillante, coloro che erano in veranda congelarono; inghiottiti nella visione del bagliore luminoso rimasero perfettamente immobili, estasiati nella loro unione con la luce. Quindi per grazia di Mahendra Baba, a questi pochi fortunati fu concesso ciò che persino i muni e i rishi anelano, il darshan di Haidakhan Baba nella forma brillante. La visione durò per tre giorni poi la radianza gradualmente diminuì nel secondo e terzo giorno.

SULLE RIVE DELLA GOLA (33)
Nell'inverno del 1954 Shri Mahendra Baba era ad Haldwani, la sua mente era in subbuglio riguardo la vera forma del guru che lo aveva graziato per tutta la sua vita. Fino ad allora le persone consideravano Shri Haidakhan Baba un santo immortale e un'altra forma di Hanuman. Il profondo desiderio di Mahendra era di conoscere la Sua vera forma. Il 24 Gennaio del 1954, tra le 9:30 e le 10:00 del mattino, egli passeggiava verso il Fiume Gola con Shri Bankelal di Lohavan. Là c'è una fitta foresta abitata da creature selvagge. Quindi Mahendra Baba stava camminando con un bastone quando ebbe una visione di Shri Haidakhan Baba nella forma del Signore Shiva con tre occhi, una mezza luna sulla fronte, il collo circondato da un serpente che gli apparve davanti a una distanza di solo venti mani. Babaji sembrava avere sedici anni, la Sua brillantezza era come una fiamma, i Suoi occhi vivi di luce che colpì il petto di Mahendra e vi si stabilì, salda nella forma della Luce Divina. Fu così che non avendo ancora lavato le mani, il suo inchino alla visione fu mentale. Quella mattina per grazia di Mahendra Baba, anche Shri Bankelal vide il Signore Shiva Shankar, raro persino per gli dei. Shri Babaji accettò da Bankelal l'offerta di due monete solo per inondarlo di puro affetto. Il Signore è Supremo e possiede i tesori dell'universo rispettando la piccola donazione. Dopo pochi minuti di darshan, Shri Bankelal disse che vide il Signore diffondere la Sua Luce Divina, passando sopra la terra e nei cieli. Il dubbio di Mahendra Baba fu cancellato quel giorno e il devoto di Shri Haidakhan Baba iniziò ad adorare Sua Santità come Shiva, il Signore del Kailash.

LA CERIMONIA DEL FUOCO A LOHAVAN (34)
Shri Mahendra Baba aveva eseguito la penitenza per un lungo periodo a Lohavan e nel 1957 fu organizzata un'importante yagna per ventuno giorni senza sosta. I santi e sadhu provenienti da tutte le parti dell'India si riunirono con i loro devoti ciò richiedeva complicati piani per l'alloggio per l'arrivo di santi, sadhu e devoti. Ogni giorno furono eseguiti rituali in onore di Shri Haidakhan Baba e, come si usava, un famoso studioso di Vrindaban recitava la Shrimad Bhagavat. Si cantavano bhajan, kirtan e un bhandara su larga scala seguì a mezzogiorno. Alla sera i Brahmini recitavano i mantra di Babaji, cantavano il Ramayana e recitavano la Durga Sapta Sati. Furono cantati molti kirtan, parteciparono migliaia di uomini e donne e successivamente i residenti di Lohavan eseguirono scene meravigliosamente ispirate del Ramaleela. Durante un kirtan quando stavano adorando la foto di Shri Babaji, un'anziana signora ebbe il darshan di Lui che indossava la kurta e la topi. Un giorno, circa dieci ospiti arrivarono per il pranzo dopo che i cuochi avevano chiuso la cucina e non c'era il pane. In qualche modo la questione arrivò a Shri Mahendra Baba ed egli mandò a dire loro di chiedere un'altra ricerca approfondita nel ripostiglio della cucina. Gli uomini furono sorpresi di trovare un cestino di puri caldi, sufficienti a nutrire dalle quindici alle venti persone e i nuovi arrivati furono ben nutriti senza indugio. E' un semplice fatto: la dea Annapurna sarà sempre a disposizione curando la necessità di cibo nel luogo di Shri Babaji. Una notte due gentiluomini stavano lavorando con una lanterna a gas davanti all'esibizione del Ramaleela. A causa di una perdita d'aria la lanterna esplose e le persone corsero in aiuto. Per grazia di Dio non ci furono danni e tutti furono salvi. Anche questa fu una meraviglia, in genere tali esplosioni sono fatali. Al termine della yagna, i canti e la recitazione dei nomi di Dio, andarono avanti per tre giorni e la fiamma del fuoco saliva alta di quattro o cinque piedi per purificare l'ambiente. E' molto raro in questa era l'organizzazione di una tale lunga, divinamente bella yagna.

L'INSTALLAZIONE DELLA STATUA A KATHGHARIA (35)
Con le sue stesse mani Shri Mahendra installò una statua di Haidakhan Babaji nell'ashram a Kathgharia durante un'enorme celebrazione. Egli non aveva espresso un interesse speciale per la costruzione di un tempio nell'ashram; non era facile organizzare ed eseguire un tempio con i prescritti culti e rituali quotidiani ma, nessuno può fermare l'attuazione dei leela di Shri Babaji. Una persona sconosciuta fece una proposta davanti a Mahendra Baba per una murti, una statua sacra di Shri Haidakhan Baba; fu portato uno scultore da Jaipur ed egli intagliò una murti di Shri Babaji che indossava una lunga kurta e la topi, ottenendo il marmo di una qualità che egli non si sarebbe procurato in una vita intera di lavoro. Gli spettatori della sacra murti furono molto ispirati dai sentimenti nobili e divini della deità. Per l'installazione della murti fu selezionato un posto a Kathgharia, un luogo caro a Sua Santità e conveniente sotto tutti i punti di vista. Per grazia di Shri Babaji, il tempio fu velocemente costruito. Un giorno o due prima della sistemazione della fondazione, Shri Haidakhan Baba, circuì il sito su un cavallo bianco, apparendo in sogno ad un sacerdote e anche a un anziano asceta di Bagheswar, rendendo molto chiaro che Shri Babaji aveva approvato la costruzione del tempio. Dopo, quando fu scavata la fondazione, fu trovata nel terreno la sacra cenere delle yagna eseguite durante i leela di Shri Babaji. Il momento di buon auspicio per l'installazione della murti fu fissato il Sabato mattina del 24 Febbraio del 1957. La notte precedente ebbero luogo continuamente bhajan, kirtan e fu cantato il Ramayana, i devoti cantavano con grande amore e devozione. Dato l'enorme raduno, Mahendra Baba con tre altri era nella sala d'attesa con la murti. Il grandissimo desiderio di Mahendra Baba, di cui ogni devoto gioisce della scena brillante di Sua Grande Santità. Improvvisamente, quella notte alle 11:00, nell'ashram iniziò ad echeggiare il canto di vittoria e fu osservata una grande commozione tra i devoti riuniti, alcuni di loro correvano come verso una particolare destinazione. La splendente, forma luminosa di Sua Santità Shri Haidakhan Baba fu vista aggirarsi nell'ashram e ci fu un suono, come il rombo delle autovetture e un tono alto di un flauto. Le persone divennero un po' spaventate assistendo a un tale miracolo di notte. Subito dopo, Sua Santità con il Suo usuale vestito di kurta e topi, concesse il darshan nella Sua forma umana. Le donne cantavano le Sue preghiere sotto l'albero banyan e videro per la prima volta la gloriosa visione e poi centinaia di altri, di tutte le età, caste e credi, l'estasi che li sopraggiunse fu indescrivibile. Sua Santità era ad una distanza di circa dieci braccia, la luce delle lanterne a gas erano fioche confronto alla Sua celestiale luminosità; poi dopo circa dieci minuti, Babaji scomparve. La visione di Sua Santità avrebbe lasciato un segno indelebile su coloro che vi assistettero. Un anziano santo che fu presente avrebbe ricordato vedendo la santa luce nel tempio recentemente costruito, che quando il sacro splendore si avvicinò a lui, testimoniò l'illimitato potere yogico di Haidakhan Babaji. Stordito egli fece un pranam. Dovunque ci sia una descrizione delle forme differenti di Dio è sempre piena di luce; i testi di tutte le religioni, il Buddismo, Giainismo, l'Islam descrivono una tale luce. Ma questa luce apparendo ad un grande raduno del genere, per così tanto tempo, passando da punto a punto per dare il darshan, è storicamente unico. Quella stessa notte la misericordia di Babaji protesse una donna dall'essere bruciata e ridotta in cenere.
Il giorno dopo all'ora stabilita, la murti di Sua Santità Shri Haidakhan Baba fu installata e spiritualmente animata dalle mani di loto di Shri Mahendra Baba. Nell'attesa ci fu un oceano di uomini e donne da tutte le parti dell'India, rendendo le strade coperte di veicoli di ogni tipo, muovendosi a onde come un mare in tempesta. A conclusione della cerimonia d'installazione, iniziò il bhandara e la festa. Circa cinquantamila uomini e donne ebbero il prasad, quella notte le incessanti porzioni durarono fino alle 11:00. Sebbene la quantità di viveri era enorme il numero di persone da servire fu persino maggiore ma, per grazia di Babaji come Signore Sadashiva, ce n'era per tutti. La folla era ingombrante ma, non si verificarono né furti e né incidenti. Nessuno ricorda un contrattempo in un luogo sacro dove Shri Haidakhan Baba Stesso era presente. Furono presenti yogi, siddha, santi e persone spirituali, apertamente e segretamente tutti erano venuti per la realizzazione suprema spirituale della presenza del Signore Sadashiva.

LA STATUA A VRINDABAN (36)
Kunvar Singh Paniyali, un residente di un villaggio vicino Kathgharia, aveva quasi cento anni quando sentì Sua Santità Haidakhan Baba dirgli in una visione, "Ora andrò a Vrindaban." Questo accadde poco dopo la celebrazione d'installazione a Kathgharia. Là, Kunvar Singh aveva assistito ai leela spirituali di Babaji; quindi non c'era ragione di dubitare l'appuntamento e Paniyali chiese che Babaji rimanesse a Kathgharia. In risposta Sua Santità affermò: "Io sono Babaji; noi baba non abbiamo un luogo fisso," e poi scomparve. Giorni dopo iniziò improvvisamente la costruzione di un tempio a Vrindaban. Nonostante l'evidente scarsità di uomini, soldi e forniture, il tempio fu completato dalla grazia di Shri Babaji: un anonimo gentiluomo di Bombay offrì un completo finanziamento. Il tempio è situato vicino al tempio di Gopeswar Mahadev. Haidakhan Baba aveva scelto di nuovo un luogo benedetto e familiare, uno accanto a un tempio in onore di Shiva. Nel sacro festival di Shivaratri, con grande sfarzo e pie celebrazioni, Shri Mahendra avrebbe installato la sacra murti di Haidakhan Babaji a Vrindaban. Il giorno precedente Babaji concesse una visione a un devoto di Sua Santità a Kathgharia, dicendo che Egli aveva portato un evoluto yogi dall'Himalaya per il culto durante l'installazione a Vrindaban; da qui egli andò subito là. Questi eventi confermano che tutti i leela che hanno avuto luogo erano invariabilmente ispirati da Babaji. Come le predizioni dei grandi siddha dell'Himalaya, i cittadini della regione del Kumaon dicono che Shri Babaji apparirà di nuovo in forma umana in India, la terra di Bharat, per elevare ed ispirare.

UN'APPARIZIONE A MOSCA (37)
Racconto qui un recente evento conosciuto da molti. Un gentiluomo dal nome di Niels Olft Cressander, un attore e filosofo svedese, era un uomo elevato spiritualmente, le sue parole erano considerate essere quelle di un progredito yogi. Egli era anche molto ricco. Ebbe una visione di Babaji nella sua camera da letto a Mosca e quella notte, simultaneamente, sua moglie a Leningrado ebbe una visione di Haidakhan Baba. Quando il marito e la moglie si incontrarono il giorno dopo, venne alla luce che le loro esperienze erano state le stesse e desideravano vedere Babaji. Una vera prova di un cuore pio è la persistenza: una mente si rivolge verso Dio e non riposa fino a che il suo desiderio è realizzato. Il gentiluomo svedese e sua moglie vennero in India. Essi rimasero un po' di tempo all'ashram di Shri Aurobindo a Pondicherry e all'ashram di Shri Ramana Maharshi ad Arunachala ma, non furono soddisfatti fino ad un'ispirazione di sconosciuta origine che li portò ad Almora. Per due anni essi rimasero in un luogo scarsamente popolato dal nome di Kasar Devi e là, Cressander ebbe molte visioni di Shri Haidakhan Baba come una forma del Signore Shiva. Egli si sentiva benedetto dal darshan di Shri Babaji, il suo guru per molte vite e poco prima egli lasciò Almora il 26 Aprile del 1946, realizzò un'immagine in gesso di Sua Santità ancora preservato in una prestigiosa casa ad Almora. Egli parlò anche di un altro evento nella sua vita. Una volta, viaggiando in aereo, sentì una voce che diceva che aveva solo poco tempo da vivere. Lui stesso, uno yogi di molte vite, non fu perturbato riguardo la morte, nonostante le notizie del suo approccio. Un momento dopo, la stessa voce bisbigliò di nuovo nelle sue orecchie ed egli meditò su Shri Haidakhan Baba. Così mentre stavano atterrando all'aeroporto qualche sconosciuto potere sembrava lo spingesse fuori dall'aereo. Subito dopo l'aeroplano esplose in fiamme e molti sarebbero morti. La misericordiosa protezione dell'Onnipotente è utile nelle vite di coloro che, anche per un caso, lo ricordano. Egli è come la madre che protegge i suoi innocenti bambini.

LE FOTOGRAFIE A BADRINATH (38)
All'inizio del 1955, un santo dalla regione del Bhutan faceva penitenza a Badrinath; il suo piano era di soggiornare per sei mesi consecutivi. Una notte, meditando nella sua stanza all'ashram, ebbe una visione di una fotografia di Shri Haidakhan Baba giacente in una pozza d'acqua. Scioccato e rattristato di vedere la fotografia di Shri Babaji trattata in quella maniera, si chiedeva chi avesse fatto una cosa così. Nello stato meditativo egli realizzò che stava provando a tirar fuori la fotografia dall'acqua. Egli la tirò fuori ma, lo! Ce n'era un'altra. Egli tirò fuori dall'acqua quella fotografia ed una terza era già là. Come un mazzo di carte, le fotografie apparivano appena una veniva rimossa. Egli provò a tornare cosciente ma, questa meraviglia lo rendeva difficile. Poi, tornato in uno stato di semi-coscienza, sentì tre volte le chiare, serene, toccanti parole, "Haidakhan Baba è onnipresente, Haidakhan Baba è onnipresente, Haidakhan Baba è onnipresente." Presto egli avrebbe realizzato che la voce non poteva essere umana. Con grande coraggio egli aprì la porta della capanna ma, non c'era nessuno. Quella fu una grande sorpresa. La capanna era situata in un luogo remoto sul lato più lontano del fiume Alakanada. Chi vorrebbe salire il sentiero spinoso in questa fredda notte? Il sentiero si snodava attraverso le colline; nessuno vi si sarebbe avventurato senza una ragione. Sentendo quella voce egli conosceva nel suo cuore che gli dei di questo sacro luogo lo stavano aiutando a sperimentare la forma vivente di Shri Haidakhan Baba. Egli ebbe anche altre esperienze così. Egli parlò della sua infanzia quando Shri Haidakhan Baba venne nel suo villaggio. Là essi usavano mettere una tazza di bronzo vicino alle narici di Sua Santità; quando Egli respirava faceva il suono di Om e sulla tazza sarebbe apparsa un'iscrizione di "Om." Nell'autunno del 1955, mesi dopo l'evento a Badrinath, il santo avrebbe avuto una visione di Shri Babaji nella Sua divina forma a Vrindaban, una manifestazione di Shri Babaji che disse di essere di una grandezza senza precedenti.

IL DARSHAN AL FIUME (39)
Shri Haridatta è tra i molti devoti di Shri Haidakhan Baba. Anche lui ha visto con i propri occhi i leela di Shri Babaji. Dopo che Shri Babaji lasciò la Sua forma fisica, Shri Haridatta era desolato, il desiderio nel suo cuore per il Suo darshan era molto grande, egli recitava il sacro libro Punyasmriti un centinaio di volte al giorno. Un giorno, viaggiò a Prayag per incontrare sua figlia e andò a fare un bagno sacro sulle rive della sacra Ganga. Là ebbe la fortuna di avere una visione di Haidakhan Baba nella Sua kurta e topi. Felicissimo, egli cadde subito in trance. Shri Babaji lo chiamò vicino e gli chiese, "Sei felice?" "Paramanand!" Shri Haridatta iniziò ad urlare. "Paramanand! Suprema beatitudine!" Sentendo un grande bisogno di alleviare se stesso, se ne andò ad una certa distanza; poi, sperando di parlare con Shri Babaji, si affrettò a tornare al luogo di balneazione ma, non c'era nessuno. Dopo questo evento egli era in uno stato squilibrato, pronunciò "Paramanand" per circa sei mesi. La sua famiglia lo portò da grandi santi uomini; essi dichiararono che egli aveva sperimentato la vera forma di Dio e che non era in grado di gestire così tanta shakti o energia. Egli alla fine riacquistò la sua salute mentale e visse una lunga vita.

AL NEGOZIO DI DOLCIUMI (40)
Ad Haldwani, il proprietario di un negozio di dolci preparò una grande quantità di dolci da vendere a Diwali, la festa delle luci. Sfortunatamente, un paio di giorni prima della festa, egli cadde gravemente malato di febbre e iniziò a preoccuparsi che non si sarebbe rimesso in piedi in tempo per vendere i dolci per il festival. I dottori diagnosticarono la febbre tifoidea e dissero che ci sarebbero voluti quindici, venti giorni per guarire. Il negoziante era un devoto di Shri Haidakhan Baba; sul suo letto di ammalato egli sperimentò una sensazione di Sua Santità che stava sulla sua testa, toccando la sua fronte amorevolmente con i Suoi palmi. L'effetto fu così miracoloso che la febbre si placò ma, una volta che egli riacquistò la coscienza non poteva vedere nessuno là. Dalla grazia di Shri Babaji il devoto riacquistò la sua salute e fu al suo posto tutti i giorni del festival vendendo i dolci.

PARTE III

L'autore, seduto a sinistra, con la sua famiglia
L'autore, seduto a sinistra, con la sua famiglia

LA STORIA DELL'AUTORE: AI PIEDI DEL GURU
Sono nato Brahmino nella famiglia Rajmisra, nel primo stato di Alwar. Come un Brahmino, la cultura religiosa si radicò in me dalla giovane età e mio padre avrebbe goduto della piena protezione di un santo rinomato di Alwar, Shri Heeranath, che avrebbe esaudito i suoi desideri e protetto dalla tragedia e dalla miseria. Dall'età di sei o sette anni, mio fratello maggiore soffriva di un'inusuale malattia; le sue condizioni peggiorarono portandolo a un passo dalla morte. Fu mio nonno che avvicinò Shri Heeranath una mattina alle 3:00 circa, mentre stava entrando nella sua grotta dopo il bagno. Quando Shri Heeranath notò l'anziano uomo nel buio, si fermò in piedi all'entrata. Mio nonno pregò il santo di salvare suo nipote, dicendo: "Egli riesce a malapena a respirare. Forse potremmo perderlo in ogni momento." I santi per natura sono misericordiosi e Shri Heeranath ebbe pietà della preghiera d'aiuto dell'uomo anziano. Egli entrò nella grotta e tornò con la vibhuti, dando indicazioni all'anziano uomo di tamponare la gola del paziente con la sacra cenere e poi dare la Gangajal, le sacre acque della Ganga. Il santo tornò nella sua grotta e mio nonno venne a casa con la vibhuti. Ormai mio fratello era al suo ultimo respiro. Conforme alle istruzioni di Shri Heeranath, la vibhuti fu somministrata insieme all'acqua della Ganga e lo! Fu operato il miracolo. Il paziente, nel suo letto di morte per mesi, iniziò a muovere le sue palpebre e le labbra; chiese il cibo, era affamato. Gli fu dato un pezzo di roti e in pochi mesi, nelle mani di Shri Heeranath Baba il misericordioso, egli ebbe una nuova prospettiva di vita. Baba soprannominò mio fratello Bholanath e me Shambhunath e nella santa compagnia disse, "Ho dovuto combattere con Yamaraj, il dio della morte, per Bholanath." Nell'era attuale di miscredenti si potrebbe leggere questo con una scrollata di spalle ma i miei genitori resero testimonianza dei suoi poteri per il resto delle loro vite. Su consiglio di Shri Heeranath, mio fratello fu istruito al Sanscrito ed io alla letteratura Inglese. Dalla sua santa grazia, mio fratello conseguì una laurea in Sanscrito ed io passai la laurea di esami di legge. Un certo numero di persone avrebbe assicurato il benessere dei loro figli con le benedizioni di Shri Heeranath, benefici non ottenibili senza la sua benedizione. Per il resto della sua vita mio padre lo venerò come Dio, recitando incessantemente i suoi nomi. Avevo dieci anni quando il santo saggio completò la sua esistenza terrena. Ero abituato al darshan giornaliero di Shri Heeranath; anche ora, c'è un'impronta indelebile della forma luminosa di Shri Heeranath nel mio cuore e un'indelebile memoria ogni volta che andavamo da lui per il suo darshan e tutto l'affetto con cui egli segnava la nostra fronte con la vibhuti. L'amore che teneva per noi, questo santo yogi privo di interessi mondani, tutto ciò poteva essere dovuto a nient'altro che al buon karma delle vite passate. Così l'adorazione dei santi si radicò in noi dall'infanzia in avanti e quando questo santo saggio scomparve il mio cuore desiderava il rifugio di un altro, un desiderio che non sarebbe stato concesso fino al 1955. Quando lavoravo a Kishangarh, mia madre cadde ammalata lasciandola parzialmente paralizzata; il trattamento medico non portò miglioramento. I miei genitori furono felici quando fui trasferito a Bandikui nel 1953; sconvolto dalla malattia di mia madre, pensavo spesso a Shri Heeranathji. Viaggiai centinaia di miglia per il darshan di molti santi ma, il mio cuore non trovava pace. Conobbi Shri Chandra Bihari Gupta Lal dai miei giorni da studente; anche egli fu mandato a Bandikui e quando ci incontrammo noi avremmo spesso discusso dei santi. Un giorno Gupta Lal mi disse che occasionalmente visitava un santo siddha dell'Himalaya, Shri Mahendra Baba. Chiesi per il suo indirizzo. Egli non aveva un indirizzo stabile così non ce n'era nessuno da dare ma, Gupta Lal disse che mi avrebbe chiamato per il darshan con Mahendra Baba nella sua prossima visita. Da quel momento in avanti avevo un profondo desiderio di conoscere questo sconosciuto santo. A Febbraio o Marzo del 1955, dopo il lavoro lasciai il mio ufficio e come al solito andai a fare una passeggiata. Incontrai per caso Gupta Lal. Mahendra Baba era arrivato. "Se ti va," disse, "vieni ad incontrarlo ora." Il mio cuore aveva sperato per tale incontro da molto tempo e seguii Gupta Lal a casa di un funzionario delle ferrovie. Era in corso la recitazione del Tulsi Ramayana, una foto del Signore Rama sul posto. Un senso di beatitudine aumentò in me alla vista di Shri Mahendra. Non avevo mai vissuto una tale brillante e soprannaturale presenza come questa. Sebbene fossi venuto in contatto con centinaia di santi, il mio primo sguardo di Mahendra Baba mi portò istantaneamente profonda tranquillità e pace. Mi prostrai ai santi piedi di Mahendra Baba ed egli mi fece un luminoso sorriso; per me un segno che il tocco delle generazioni mi stava attirando da lui e che mi aveva preso sotto la sua protezione. La luce dai suoi occhi era splendente, uno splendore che rendeva la stanza divinamente sublime. Silenziosamente, offrii una preghiera a Mahendra Baba a nome di mia madre, chiedendogli di concederle il santo darshan. Anche se non ricevetti nessuna guida, tornai a casa dopo un certo tempo e il mio cuore era pieno di pace. Il giorno dopo quando ero già pronto a partire per il mio ufficio, mi fu detto che Mahendra Baba era venuto. Scesi giù ed eccolo là, a casa mia con il suo luminoso sorriso. Colpito dalla sua gentilezza, sopraffatto dalla sua gentilezza, mi prostrai ai suoi piedi e lo portai nella stanza dove giaceva mia madre. Lei toccò i suoi piedi sacri ed egli sembrava commosso dalla sua miserabile condizione. Baba si alzò per andare dopo pochi minuti ed io gli chiesi quanti giorni in più sarebbe rimasto a Bandikui. "Non lo so", disse, così era la sua natura, la sua risposta era incerta. Egli ci lasciò e io mi precipitai nel mio ufficio. Quel pomeriggio alle 3:00 circa, su impulso, andai alla stazione ferroviaria. Non appena raggiunsi il binario vidi Mahendra Baba con un gruppo di due o tre. Egli sorrise e chiese come ero venuto là senza alcuna parola prima . "Dalla tua grazia e potere," risposi. Mahendra stava andando a Vrindaban con il treno per Agra. Il treno per Ahmahabad arrivò prima e con mia sorpresa mio fratello maggiore scese dal treno; avvistandomi sul binario con il santo Baba, egli venne verso di noi. "Vishnu Bhai," disse Baba mentre si avvicinava. Vishnu è il nome di battesimo di mio fratello, "bhai" significa fratello e tutti noi eravamo presenti con gli occhi spalancati, sua santità non aveva mai incontrato mio fratello. Il treno per Agra fu trascinato; Baba entrò nella carrozza e quando uscì il vapore del treno della stazione, sentii che qualcuno di molto caro stava partendo. Il treno iniziò a muoversi sui binari; guardai fino a quando scomparve alla vista. Sebbene tornai a casa a malincuore, sapevo che l'incontro con Mahendra Baba era la mia fortuna. Come si è scoperto, Mahendra Baba avrebbe coinvolto me e mio fratello maggiore al suo servizio; forse era per questo che mio fratello venne da Rajgarh a Bandikui senza preavviso. In ogni caso, i nostri cuori erano ai suoi sacri piedi. Quando fu ricevuta una cartolina da Vrindaban, con timbro postale del 4 Agosto 1955 e scritta dalle proprie mani di Mahendra Baba, fu a lungo conservata come un ricordo prezioso. Il giorno dopo mi incamminai per Vrindaban anche se il mio unico interesse era di congiungermi a Mahendra Baba. Egli non aveva dato alcun indirizzo a Vrindaban e nel mio cuore mi chiesi: avrei avuto il darshan di Mahendra Baba o no? Lo vidi scendere la strada di Devanal in serata, oscillando insieme alla gioia come un elefante, con un secchio in mano. Come venne vicino, mi prostrai ai suoi piedi. "Sei venuto," disse. Era tutto sorrisi e poi continuando a poca distanza, egli svoltò ed entrò in una stretta dimora dove c'era abbastanza spazio forse per due o tre. Mi sedetti all'angolo, un momento dopo Mahendra annunciò che fu per il darshan del Signore Krishna che ero venuto e mi indirizzò di visitare il tempio di Krishna. Obbedendo alle sue indicazioni partii per il darshan del Signore Krishna e tornai dopo un'ora. I santi e i sadhu erano riuniti intorno a Mahendra Baba, stavano discutendo le glorie di Vrindaban e quella notte, a conclusione della discussione, dormii all'angolo della stanza di Mahendra Baba. Il giorno dopo mi unii a Mahendra per il darshan con Shri Gopeswar Mahadev; sulla strada disse, "E' bene per te prendere rifugio da un santo santo." Dopo il darshan di Shri Gopeswar Mahadev, Shri Mahendra, conoscendo il mio profondo desiderio, mi benedisse e mi diede rifugio ai suoi piedi di loto. Mahendra era ben consapevole di tutte le nostre anime interiori e memore delle mie vite passate, mi inondò della sua misericordia. Tornai a Bandikui e Mahendra Baba proseguì per l'Himalaya. Nel 1956, ebbi di nuovo la fortuna della compagnia di Mahendra a Bandikui. Poi, nel Marzo di quell'anno, dalle sue grazie, fui trasferito a Deeg una città vicino Vrindaban e sorprendentemente, due mesi dopo a Rajgarh dove risiedeva mio fratello maggiore. I miei genitori mi raggiunsero e nel Novembre del 1957, mia madre che soffriva di paralisi dal 1951, ebbe inaspettatamente un attacco di polmonite doppia. Una notte le sue condizioni peggiorarono ed era gravemente malata. Sopra al suo letto era appesa una fotografia di Mahendra Baba ed io, afflitto dalle sue gravi condizioni, iniziai a pregare Mahendra Baba. Allo stesso tempo appresi che mia madre in uno stato di incoscienza ebbe una visione di Mahendra Baba. Egli era presente, mezzo vestito, il suo intero corpo spalmato di cenere sacra. Ella iniziò a riprendere coscienza e pochi minuti dopo l'intensità della sua tosse e febbre si abbassò. Poi la piena coscienza e chiese, "Dov'è Mahendra Baba? Era qui proprio ora." Le dissi che era mezzanotte e che non era venuto nessuno. Fu allora che mi spiegò ciò che aveva visto. Mi stabilizzai pacificamente realizzando sia la sua grande misericordia nell'ora della crisi e sia il merito della vera preghiera che è immediato sollievo. Ella quella notte si godette il sonno e gradualmente guarì dalla polmonite. Una donna di settantacinque anni, parzialmente paralizzata, era sopravvissuta a un attacco di polmonite doppia né più né meno che dalla grazia del misericordioso Mahendra Baba la cui considerazione per il mio amore e per mia madre la riportarono indietro dalla morte. Nel Gennaio o Febbraio del 1957, mia madre stava ascoltando con rapita devozione la mia recitazione giornaliera delle 5 a.m. del Ramayana. Proprio allora, un calesse si fermò alla mia porta e mio figlio di circa tre anni gridò, "Mahendra Baba è venuto!" Andai immediatamente in strada e lo vidi arrivare, i suoi passi lenti e solenne come al solito, accompagnato da Shri Gangasahay, una guardia ferroviaria. La mia famiglia ed io cademmo ai suoi piedi sacri, immensamente lieti di questa visita: un importante visita consequenziale di Mahendra Baba per discutere la questione dell'intaglio di una statua di Haidakhan Babaji. La formazione di mio fratello come uno studioso di Sanscrito, attirò Shri Mahendra a lui durante la visita. Un eminente studioso stesso, Mahendra aveva grande riguardo per gli studiosi di Sanscrito e si dilettava nelle recitazioni di mio fratello dei versi devozionali e dei poemi classici di Sanscrito e Urdu. Mio fratello si unì a Mahendra quando egli andò nelle montagne intorno a Rajgarh a visitare i suoi devoti e si fermarono in un piccolo tempio di Shri Hanuman a Mangalsar Dham con il suo delizioso scenario. Là, mio fratello maggiore accanto a lui, Mahendra sedeva davanti alla muti di Hanuman, cantando la sua preghiera di Hanuman con voce melodiosa.
Jai Jai Jai Hanuman Gosain, Kripa Karo Guru Dev Ki Nai - Oh Signore Hanuman, benedicici per favore e abbi misericordia, guru divino.
Mio fratello si sentiva un po' nervoso quando la murti del Signore Hanuman iniziò a mostrare segni di movimento sulle labbra e le parti del corpo, una visione diretta della durata di due o tre minuti ma ciò che mio fratello e gli altri membri del gruppo sperimentarono in quel momento lo avrebbero sentito dentro di loro per circa un mese. Dopo il viaggio delle montagne tornarono a Rajgarh, riprendendo la solita routine, recitando la poesia e cantando le preghiere a Dio. Ora, quando mio fratello si fermava, Mahendra Baba avrebbe detto, "Più, Shastriji, più." Fu Mahendra che iniziò a indirizzare mio fratello come uno Shastriji e una notte, mentre Shastriji stava cantando, Mahendra Baba gli chiese, "Shastriji, perché non scrivi poesia?" In risposta, mio fratello citò un distico:
Chitt to Suchitt Ho! Ghar me kachu vitt ho!- Nrupati ka hitt ho! Tab sundar kavitt ho!- Se l'umore è giusto, se ci sono soldi in casa e io ho la benedizione di un re, allora il poeta può scrivere.
"Non ho pace nella mente," il mio umile fratello spiegò a Mahendra Baba. "Sono un povero Brahmino, non ci sono soldi a casa mia. Studio il Sanscrito; questi giorni non portano nessuno studente. I pochi premi che ho vinto sono stati spesi. I re che forse offrono patrocini hanno finito e le mie preoccupazioni principali sono del ventre. Come possono fluire i versi?" Mahendra Baba rideva mentre ascoltava Shastriji. "Tu parli la verità senza dubbio." Il giorno dopo Mahendra andò come al solito a bagnarsi nel laghetto a Jharana, un luogo delizioso situato a un miglio da Rajgarh i cui molti pozzi sono favoriti da santi e sadhu. Mio fratello rimase a casa su questo, l'ottavo giorno santo di quella quindicina luminosa è un giorno propizio. Mio fratello si fece il bagno in bagno quando versò una piccolo recipiente pieno d'acqua sulla sua testa, uscirono dalla sua bocca i seguenti versi:
Param Brahma Sansuddh Satchidananda: Vigraham Manasam Tamasam divyat Kurta topi dharam maha.- Supremo Brahma, pura forma di esistenza eterna Sostieni la piena coscienza e la beatitudine che distrugge l'Oscurità della mente, vestito in kurta e topi.
Segue un altro verso, usato poi giornalmente in onore di Babaji:
Krishnaya Vasu devaya harye Paramatmane- Pranata Klesh Nashay, Govindaya Namonamah.- Krishna Vadsudeva, Hari, in grande Uno, Distruttore delle preoccupazioni di colui che lo prega; A quello Govinda rendo i miei saluti.
Sorpreso dai versi spuntati fuori così spontaneamente egli li scrisse e li lesse a Mahendra Baba al suo ritorno dal bagno. Mahendra Baba li rilesse, di nuovo e di nuovo finalmente dicendo, "Shastriji, sono così contento di questi poemi. Persino l'incommensurabile ricchezza, se offerta, non potrebbe farmi più felice," e amorosamente, benevolmente Mahendra mise il palmo della sua mano sulla fronte di Shastriji. Nell'occhio della sua mente mio fratello vide come i leela di Sua Santità Baba di Haidakhan iniziavano a giocare, così vividamente come un film al cinema. La visione persistette per mezz'ora poi mio fratello si scusò e partì per la scuola. Quel giorno egli fu programmato per i primi due periodi di non insegnare nelle classi; durante quelle ore tranquille, egli scrisse una cinquantina di distici e anche questi li presentò a Mahendra Baba al suo ritorno a casa. Baba fu felice di loro e lo benedisse, indirizzando Shastriji ad iniziare descrivendo i leela di Shri Haidakhan Baba con la massima precisione possibile. Il tocco della mano di Mahendra aveva portato a mio fratello il dono della poesia. Ora egli poteva parlare di qualsiasi argomento per ore, nonché scrivere. Il giorno seguente Shri Mahendra Baba si incamminò a Vrindaban. La fiumana di poesia aumentò. Nell'arco di una quindicina di giorni, Shastriji compose l'armonia di trecento distici in Sanscrito, insieme alle loro traduzioni in Hindi e una traduzione in Hindi dei poemi in Sanscrito e commenti conosciuti come Shri Urmila, che furono pubblicati in breve in due volumi da Shri Vora di Bombay, un devoto di Mahendra Baba. Le copie furono spedite ad importanti studiosi; la loro preghiera era straordinaria, il capo del dipartimento Hindi del Rajastan College a Jaipur, personalmente, esaltò l'espressione melodiosa di Shastriji, il linguaggio morbido, semplice e la purezza delle percezioni.
Sulla pubblicazione dei due volumi accompagnai mio fratello a Vrindaban per una lettura pubblica in onore di Mahendra. Arrivando a Vrindaban lo trovammo seduto in posizione siddhasana sotto un albero. Noi prendemmo posto di fronte a lui, cantando la poesia di Shastriji sia in Sanscrito che in Hindi. La versione in Hindi di uno o due strofe non erano gradite a Mahendra Baba. Egli sorrise e osservò, "Shastriji, i tempi non sono ancora maturi per l'Hindi. Solo a tempo debito può essere intrapreso un volume in Hindi in lode di Haidakhan Baba." Mio fratello annuì, pienamente preparato ad obbedire e a rinunciare alle composizioni in Hindi. Poi, dopo un intervallo di qualche giorno, Mahendra Baba chiamò mio fratello a Vrindaban: "Ora scrivi la Sua lode in Hindi." Dalla grazia di Mahendra Baba mia madre acquisì il dono della composizione spontanea in Hindi. Entro un anno e tre mesi, il suo volume in Hindi in lode di Haidakhan Baba fu completato. Non vi era stato un piano; fece strada la santa grazia di Mahendra Baba. Anche questo volume sarebbe stato pubblicato. I suoi contenuti: circa quattromila distici in Hindi; racconti dei leela di Shri Ram, Shri Krishna, Shri Sadashiva e Shri Sadguru Babaji e un racconto di critica globale di tali principi quasi dimenticati della filosofia Vedica come la "Sankhya Yoga Vedanta" dalle Upanishad. I sacri leela di Shri Mahendra sono vividi, vasti; il loro valore è incommensurabile. Le parole non possono esprimere la misericordia senza limiti che egli mi estese, né la mia gratitudine per me, egli era Mritunjay Mahadev, il Signore della Vita e della Morte. Questo ho sperimentato un numero illimitato di volte. Nell'estate del 1958, con i giudici in programma di chiudere per le vacanze estive, pianificai un pellegrinaggio a Uttarkhand. Sfortunatamente mia moglie si ammalò di febbre. Lei soffrì di malaria per quattro o cinque giorni e la febbre non si placava. Al contrario, un pomeriggio la sua temperatura aumentò a 105. Il dottore dell'ospedale locale la stava curando; dato che la febbre non era persistente, egli diagnosticò la febbre tifoidea ed iniziò la somministrazione del consueto ciclo di antibiotici. Non c'era progresso. Infatti la salute della paziente peggiorò e si aggiunse la dissenteria alla sua sofferenza. Quando lei fu così malata da non potersi sedere furono chiamati i dottori più anziani di Alwar a Bandikui ma, come iniziò le cure le sue condizioni andarono di male in peggio e cominciai a pensare che la sua fine poteva essere vicina. Suo padre, mio suocero, aveva tenuto alti incarichi politici sotto gli Inglesi, la sua fedeltà lo rendeva un servitore pluridecorato del Raj. Cresciuto in un ambiente politico mondano mia moglie era un'agnostica, senza fede, credenza e sorta di santi e sadhu. Il 16 Giugno del 1958, le sue condizioni diventarono molto serie, portando tutta la famiglia ad uno stato di allarme. Alle 10:00 circa di quella sera la febbre improvvisamente scese, gli arti diventarono freddi e il suo battito rallentò. Furono chiamati immediatamente i dottori; essi iniettarono la Coramina ma, senza risultato e uscendo dalla sua stanza mi chiamarono. Non c'era speranza. Sopra la sua branda era appesa una fotografia di Mahendra Baba ma le sue membra ora erano fredde, il suo respiro fermo nella sua gola. I miei anziani genitori e mio figlio di quattro anni uniti a noi nella disperazione; mia moglie vedendo il suo innocente giovane ragazzo lottava per respirare. Per natura sono poco incline, sotto ogni circostanza, ad imporre le mie esigenze ma guardandola ora il mio cuore si sciolse e pregai Shri Mahendra per il sollievo. Sua santità era a Amarkanthak e nemmeno il vento avrebbe soffiato da Amarkanthak a Rajgarh più velocemente di quanto le sue benedizioni. Egli è Shiva: non c'è spazio, non c'è tempo che non può abitare; non c'è distanza che non possa attraversare. Con tutti noi al suo lettino, lei improvvisamente sapeva che Mahendra Baba era arrivato ad unirsi a quelli di noi in piedi al suo fianco. La sua mano la toccò; egli le diede qualche medicina da bere, la sua azione l'azione di un conquistatore della morte. Mia moglie prima parlò a mio padre. "Un Baba è venuto, proprio ora. Non morirò adesso." Indicando a tutti le fotografie sul muro, mio padre le chiese, "Chi era il Baba che è venuto? Mahendra Baba?" Lei guardò la fotografia di Shri Mahendra e disse, "Solo lui è venuto." Mia moglie iniziò a guarire, la sua miracolosa sopravvivenza sorprese i dottori. I trattamenti medici furono allontanati il giorno dopo. Adesso lei stava dipendendo solo dalla grazia di Shri Mahendra, prendendo alcune medicine Ayurvediche solo per il gusto di farlo. Persisteva una leggera febbre, un dottore sospettava un possibile sintomo di tubercolosi e fu portata a Jaipur. I test erano negativi, e fu riportata a Rajgarh dove la misericordiosa di Shri Mahendra finalmente la fece stare bene.

UNA FOTOGRAFIA
Un ultimo evento dell'inverno del 1958. Sul muro della camera di mia madre è appesa una fotografia di Haidakhan Babaji con la kurta e il copricapo; su un altro muro è appesa una fotografia di Shri Mahendra Baba: le fotografie le abbiamo adorate con riverenza, in stretta conformità alle istruzioni dei testi sacri. Una notte all'1:00 quando a mia madre capitò di svegliarsi, Haidakhan Wale Babaji concesse le sue preghiere e scese dalla fotografia unendosi a mia madre al suo fianco. Nel giro di cinque minuti mia madre, cullata nella luce, si scrollò di dosso la paralisi con la quale aveva sofferto per sette, otto anni. Tutti noi in presenza del puro amore di Dio abbiamo fatto tutto. Gradualmente, Sua Santità saltò all'indietro, fondendosi dentro la cornice della fotografia, ancora una volta una fotografia ha conferito la sua infinita benedizione.
Un numero di intervistati insistettero perché riportassi qui tutti gli eventi, coinvolgendo sia Mahendra Baba e sia Haidakhan Babaji ma, non ho permesso a me stesso di farlo. Se fossero stati raccolti tutti gli eventi miracolosi questo volume sarebbe stato ingombrante e mentre i leela di Haidakhan Babaji sono infiniti la natura sacra di molti di loro richiede discrezione; essi resistono alla divulgazione. Possano i miei precettori perdonare i miei errori, possano i miei migliori perdonarmi. Om Shanti, Om Shanti, Om Shanti

Haidakhan Babaji con la kurta e il copricapo
Haidakhan Babaji con la kurta e il copricapo
Il fratello dell'autore, Vishnu Datt Shastriji
Il fratello dell'autore, Vishnu Datt Shastriji

EPILOGO
Giridhari Lal Mishra, l'autore di questa collezione, fu un devoto di Mahendra Baba; così anche suo fratello maggiore, il poeta e studioso Vishnu Datt Shastriji. Mishra morì nel 1969, pochi mesi dopo che Mahendra aveva lasciato il corpo, dicendo ai suoi devoti che Haidakhan Baba sarebbe presto riapparso e affidando a Shastriji un mantra segreto da cui egli avrebbe riconosciuto Babaji quando Egli tornava. Nel 1970, quando i devoti di Haidakhan Baba e Mahendra sentirono parlare di un giovane abbagliante che era apparso ad Haidakhan, esibendo molte delle qualità di Babaji, essi viaggiarono a Haidakhan. Determinando che questo era qualcuno di speciale, lo invitarono a Vrindaban, centro dell'Haidakhandi Samaj, per una più stretta osservazione e discussione. Tra quelli a Vrindaban, c'era il fratello di Mishra, Shastriji. Il giovane invitò Shastriji in una stanza privata e chiuse la porta; come poi Shastriji riferì, il mantra segreto iniziò immediatamente a rimbalzare sulle pareti e martellava nella testa di Shastriji, senza lasciare dubbi dell'identità di questo giovane essere. Shastriji fece pieno pranam ai piedi di Babaji e disse a coloro che aspettavano fuori che il loro adorato Mahavatar Haidakhan Babaji era infatti ritornato. Per tredici anni Babaji rimase nella forma fisica, Shastriji si sarebbe riferito a se stesso come l'ombra di Babaji. Egli servì come sommo sacerdote alle grandi cerimonie e avrebbe ricevuto numerosi premi per le sue molte opere su argomenti che vanno dagli Shastra e Purana alla guarigione Ayurvedica. Babaji avrebbe detto di Shastriji che egli era un vero figlio di Saraswati, la dea della conoscenza e che in una vita precedente Shastriji aveva scritto un numero di antichi poemi epici Indiani e testi. Questa manifestazione di Mahavatar Haidakhan Babaji durò dal 1970 fino ai primi mesi del 1984. Egli parlava raramente e lasciò l'India solo per viaggiare in Nepal ma, manifestò così tanta luce e amore che i devoti accorrevano da Lui da tutto il mondo, un numero di loro furono ispirati dai sogni e visioni da fare un lungo e a volte arduo viaggio al suo remoto ashram a Haidakhan. Le loro esperienze personali, le loro religioni, la loro educazione, lo status sociale e l'etnia varia ma, tutti furono spinti dai loro cuori come l'aria è spinta dentro un vuoto. Quando Babaji parlava, Egli parlava di vite che vivono di verità, semplicità, amore e del servizio per tutta l'umanità. Egli disse che la costante ripetizione del nome di Dio è l'acqua che purifica la mente. Disse che tutte le religioni, se seguite dal cuore, conducono a Dio e di ripetere il nome del dio che è nel proprio cuore. A coloro che non hanno un tale nome egli gli insegnò a ripetere un antico mantra, "Om Namah Shivaya, " può essere approssimativamente tradotto come "Mi inchino a Dio dentro." Le storie dei miracoli e dei leela della manifestazione fisica di Mahavatar Haidakhan Baba degli anni dal 1970 al 1984 riempiono molti libri di loro e sono disponibili attraverso il Maha Lakshmi Shop all'Haidakhandi Universal Ashram a Crestone, Colorado, USA. Le copie possono essere ordinate online sul sito web www.Babajiashram.org. L'Haidakhan Samaj Americano, editore di questa traduzione della collezione di Mishra, è un'organizzazione dedicata a servire l'umanità diffondendo gli insegnamenti di Haidakhan Baba, insegnamenti diretti principalmente all'esistenza di vita di verità, semplicità e amore mentre si pratica karma yoga e japa yoga. L'Haidakhandi Universal Ashram dedicato a Babaji, con il tempio alla Madre Divina, è situato nelle montagne di Crestone, Colorado. Tutti sono benvenuti a visitare questo ashram così come gli altri ashram di Babaji in tutto il mondo, in ogni momento.

Traduzione dall'Inglese all'Italiano di Natascia Valentini - Tara bianca

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