From Age to Age

Dedicato al Mahavatar il cui Tremendo Amore ci sorveglia e ci guida per tutto il tempo
Sebbene non sono ancora nato, imperituro, indistruttibile, Il Signore di tutti gli esseri viventi, tuttavia - Dalla Maya, dalla Mia Magia imprimo Sulle mutevoli forme della Natura, l'originario immenso - Io vengo, vado e vengo. Quando la giustizia Declina, O Bharata! Quando la malvagità E' forte, Io risorgo, di era in era prendendo forma Visibile e mi muovo come un uomo tra gli uomini, Soccorrendo il bene, spingendo indietro il male e stabilendo di nuovo la Virtù al suo posto. Il Signore Krishna, la Bhagavad Gita
La regione di Kumaon dell'India settentrionale ai piedi delle Himalaya, Haidakhan è appena ad est di Haldwani

PREFAZIONE: UNA NOTA DAGLI EDITORI
Uno dei primi manoscritti di
questa traduzione ci fu originariamente dato nel 2001 da B.R.K. Mishra,
il figlio dell'autore Giridhari Lal Mishra. La prima edizione in Hindi
fu pubblicata diversi decenni prima in India e ringraziamo B.R.K. Mishra
per l'opportunità di redigere e pubblicare questa importante
collezione, inclusa di storie, testimonianze oculari e memorie riguardo
il potente ma sconosciuto Essere, Mahavatar Haidakhan Babaji. Affinché
il lettore segua il testo, offriamo qualche commento sullo sfondo delle
figure centrali coinvolte. In primo luogo, Haidakhan Baba (scritto anche
Herakhan) si crede sia una Manifestazione della Divinità che appare
davanti al pubblico di epoca in epoca. Questa collezione si riferisce
soprattutto alle Sue apparizioni in ambito pubblico fra il 1840 e il
1922 circa. Egli trascorse la maggior parte del suo tempo nei piccoli
villaggi e nelle città della regione del Kumaon, nelle colline
dell'Himalaya, conosciute anche come area del Kurmanchal.
Precedentemente chiamata Uttaranchal, la zona fu divisa dal grande stato
dell'Uttar Pradesh nel 2000 ed ora è conosciuta come lo Stato
dell'Uttarkhand. Nel 1800 la vita era semplice; la maggior parte delle
persone camminava da città a città e questo è abbastanza comune ancora
oggi. Una strada di dodici miglia di lunghezza attraverso la giungla al
villaggio di Haidakhan fu costruita solo recentemente ma a volte, a
causa delle forti piogge, è addirittura impraticabile per mesi. Anche
se le modifiche moderne stanno arrivando, l'area rimane piuttosto
isolata e la comunicazione è lenta e difficile. Da qui ci vorrebbero
decenni per mettere insieme i vari nomi e le storie di Haidakhan Baba e
rendersi conto che anche se Egli fu chiamato con molti nomi e sebbene
gli eventi sorprendenti avvennero in gran parte sia in India che in
Tibet, tutte le storie furono le storie di uno e dello stesso Essere.
Egli è noto per aver trascorso innumerevoli anni meditando in varie
grotte, esclusivamente per il benessere di tutta l'umanità. Considerato
come uno Shiva Mahavatar, il Monte Kailash, il Kailash Parvat ad
Haidakhan è considerato essere la Sua dimora. Sebbene Egli non fosse
sempre semplice da capire, i leela di Shri Babaji, il Suo Gioco Divino,
avrebbero catturato i cuori di innumerevoli devoti, ispirando profonda
devozione. Quando Egli apparve nel 1800, era senza nome e fu avvistato
per la prima volta nel villaggio di Haidakhan. Perciò questo santo
conosciuto con nessun nome e molti nomi, è stato variamente denominato
come Mahamunindra Bhagwan, Lama Baba, Shiva Muni, Trayambak Baba e
Babaji Maharaj, diventato noto come Haidakhan Baba; in seguito un certo
numero di studiosi avrebbero determinato che Egli è uno e lo stesso
come Mahavatar Babaji, reso di fama mondiale da Paramahansa Yogananda
nel suo libro di memorie del 1946, 'Autobiografia di uno Yogi'. Anche se
avvistato da un certo numero di residenti, Egli sembrava favorire la
regione montagnosa del Kumaon; Là, nel villaggio di Haidakhan nel 1893,
Egli costruì in piccolo tempio di Shiva. Oggi il tempio ospita una murti
di Babaji, una statua di Babaji in forma umana ed è circondato da un
grande ashram. Sebbene Haidakhan Baba sia sempre disponibile per i Suoi
devoti nello stato di senza forma, la leggenda vuole che Egli appare di
tanto in tanto, in corpi diversi, talvolta a uno o due persone per
brevi istanti, altre volte a gruppi di persone per anni di fila, la Sua
attenzione è sempre a tutta l'umanità. Quando un giovane santo apparve a
Haidakhan nel 1970 mostrando simili qualità, diversi testimoni
riportarono che Babaji era tornato e malgrado il lungo lasso di tempo
tra la partenza di Haidakhan Baba nel 1922 e la riapparizione nel 1970,
alcuni devoti furono in grado di scorgere entrambe le Forme
riconoscendole l'un l'altra come Mahavatar Babaji. Nessuno sa da dove
siano venute entrambe le manifestazioni. Si dice che sia la Luce del
Divino Sé. Mahendra Baba, un santo rinomato, nacque a Bihar attorno al
1908 e fu istruito in varie lingue, compreso il Sanscrito. Quando era
giovane egli ebbe un'esperienza con un Essere Divino e fece della sua
vita una missione per trovarlo, rinunciando al mondo all'età di
ventidue anni e viaggiando in India, in gran parte a piedi, alla ricerca
di questo maestro. Infine egli lo riconobbe quando vide una foto di
Haidakhan Baba in un piccolo ashram a Shitlakhet in India del Nord.
Babaji gli apparve e subito dopo Mahendra Baba si mise a instaurare
ashram e templi dedicati a Haidakhan Baba e fondò l'Haidakhandi Samaj.
Egli è conosciuto per i suoi scritti così come per i suoi miracoli e tra
i suoi devoti c'era Giridhari Lal Mishra, l'autore di questa raccolta.
Mahendra Baba lasciò il suo corpo nel 1969 dicendo ai devoti che
Haidakhan Baba sarebbe presto riapparso, gli eventi descritti sono
aggiunti nell'Epilogo di questa edizione. E' consuetudine utilizzare
agli esseri divini tali riferimenti come "Sua Santità"; qui, data la
pletora di santi ed esseri divini, alcuni dei quali appaiono sulla
stessa pagina così come Babaji, vengono utilizzati soltanto quelli che
si riferiscono a Haidakhan Baba. Allo stesso modo, poiché Babaji aveva
così tanti nomi, in questa edizione ci si riferisce a Lui come a "Shri
Haidakhan Baba" e "Babaji" e con tale variante occasionale come "Sua
Santità". Mahendra gioca un ruolo importante ed è indicato come Mahendra
Baba o Shri Mahendra. Ad eccezione di Gumani Bhakta, il più leggendario
devoto di Babaji, i nomi della maggior parte delle altre figure e ce ne
sono molte, appaiono nelle singole storie. In questa edizione le
traduzioni sui riferimenti cronologici per le importanti divinità,
festival, cibi e capi di abbigliamento sono tipicamente incorporati nel
testo; i titoli dei libri sacri appaiono nelle forme che sono diventate
comuni in Inglese. Anche se ci sono molti riferimenti per entrambi i
libri sacri e la vita in India, il loro peso è marginale rispetto al
compito che l'autore si è prefissato. Nato in India del Nord, addestrato
sotto gli Inglesi come avvocato e poi giudice, egli cerca di rendere
accurata testimonianza delle pratiche dell'eterno Babaji di Haidakhan.





DI ERA IN ERA: STORIE DI HAIDAKHAN BABAJI

INTRODUZIONE
DALL'EDIZIONE ORIGINALE IN HINDI DI 'DI ERA IN ERA'
Negli Shiva Purana, Shri Brahma descrive le molte manifestazioni del
Signore Shiva, quando Egli si incarna di era in era nella forma di
grandi yogi. A cavallo del ventesimo secolo i residenti della regione
del Kumaon furono fortunati di sperimentare una tale manifestazione,
cioè quella di Haidakhan Baba familiarmente conosciuto come Babaji. La
Sua presenza presta solida conferma alla fede che migliaia di devoti
hanno posto negli atti divini menzionati nei Purana. Il sottoscritto,
sebbene è immeritevole, ha qui tentato di raccogliere storie delle Sue
illimitate e infinite gesta yogiche. Umilmente premetto davanti al
maestoso consiglio di studiosi e santi eruditi che in queste pagine non
faccio altro che riferire la semplicità, verità e amore di Shri
Haidakhan Baba; il mio è solo un tentativo di descrivere le pure gesta
yogiche e la divinità del venerato Baba. Sono grato a tutti i rispettati
cittadini della regione del Kumaon che, come devoti del Signore Krishna
tra i pastori di vacche di Gokul, si sono nobilitati testimoniando,
sperimentando e segnalandomi i giochi di questa manifestazione. E'
Shiva, come Haidakhan Baba che rese possibile la mia narrazione di
queste opere manifestate di meraviglia e servizio, amore e fede. Queste
storie sono dedicate a Sua Santità Shri Mahendra Baba. La gratitudine e
la riconoscenza vanno a coloro cui le notizie ho incluso nelle pagine
che seguono ed in particolare a quelli che elenco qui sotto.
L'anziano dotto Shri Ramadattji Jyotirvid; Lo studioso Jivanchandraji
Joshi, M.A; Il dotto Shri Bholadattji Pande, avvocato; Il maestro Shri
Gopaldattji Belwal; L'erudito Shri Gouridattji Pant; L'erudito Shri
Shiromani Pathak.
Fino a che punto posso lodare la Tua misericordia
verso di me, Oh Signore! Tu sei il protettore del non protetto! Anche
con la dotazione di un migliaio di lingue, la Tua gloria e misericordia
non possono essere descritte.
Il Tuo Servo,
Giridhari Lal Mishra
PARTE I

AVATAR
Così parlò Shri Krishna ad Arjuna: "Ogni volta che il dharma
declina e si sviluppa l'ingiustizia Io mi manifesto al fine di aumentare
il dharma caduto e reprimere gli autori del male." Dio offre la prova
di queste linee dalla Bhagavad Gita manifestando Se Stesso in diverse
forme come un avatar. In questo contesto non intendo soltanto le Sue
manifestazioni come Shri Rama o Shri Krishna ma anche le altre Sue
manifestazioni estremamente potenti. Tra i molti avatar dell'Uno,
includo Shri Haidakhan Wale Baba, Babaji. I meriti delle manifestazioni
sono molte, non provvedono soltanto al benessere universale degli esseri
viventi ma danno anche la guida per le future generazioni. L'ottusità e
la letargia nate dal passaggio del tempo vengono sradicate e tutte le
persone spirituali progrediscono nel giusto vivere. Il Signore assume
qualsiasi forma i tempi richiedano. L'apparizione di Dio sulla terra non
è ristretta alla forma umana; Egli è apparso come animale nonché
uccello. Ogni volta che il dharma è diminuito e gli esseri perseguitati
gridano aiuto, il Signore è apparso per proteggere e promuovere un
comportamento equilibrato e il benessere tra tutti gli umani, tutte le
religioni, tutte le creature. Dio è un oceano di satva, bontà; le
apparizioni infinite di Dio emanano questo inestimabile oceano di
nettare ogni momento. Dato che è ovvio che non c'è nessuna forma o un
posto per la manifestazione del Signore sulla terra. Ogni apparizione
porta una verità: la manifestazione del Signore Rama ha presentato al
mondo il costante merito di onore e adempimento dei propri doveri; Il
Signore Krishna ha dotato il mondo del messaggio di puro amore. Allo
stesso modo ogni manifestazione posteriore ha il suo proprio messaggio e
qualsiasi essere vivente che medita con vera devozione, in qualsiasi
forma appare, assicura conforto in esso. Quindi i Veda e gli Shastra
consentono il culto di Dio con o senza forma. Le pagine che seguono
descrivono l'apparizione e le realizzazioni spirituali del Brillante
Uno, Haidakhan Baba che fu la rappresentazione visiva d'amore,
semplicità e verità. Gli Shiva Purana citano, in molte delle sue pagine,
che il Signore Sadashiva, l'Adi Guru, il Guru Supremo, è apparso sulla
terra di epoca in epoca per il benessere del mondo e che Egli è
conosciuto per i Suoi leela, il Suo gioco divino. Anzi, la
manifestazione di Shri Haidakhan Baba non ha carattere specifico
predeterminato; il suo unico scopo è il benessere del mondo. Le
descrizioni dell'improvvisa apparizione di Haidakhan Baba non sono
soltanto basate sui Veda e i Purana; al momento ogni bambino della
regione del Kumaon era a conoscenza di Lui e ognuno sapeva dei Suoi
grandi poteri. La Sua comparsa non era limitata alla sola India; i Suoi
leela divini diffusi sono stati visti anche in paesi stranieri. Le
storie dal Tibet, Russia, Svezia e altrove figurano nei capitoli che
seguono e i lettori possono confermare la loro accuratezza con i
residenti di Almora, Haldwani, Haidakhan e Nainital. I devoti lo
scoprirono per la prima volta a Haidakhan nella regione del Kumaon del
Nord e così egli è chiamato come Sua Santità Haidakhan Wale Baba. Oggi
nessuno sa il Suo vero nome, il Suo luogo di nascita o qualsiasi
dettaglio terreno. Tuttavia osservando semplicemente le sue
caratteristiche esterne e il comportamento, gli uomini comuni lo
riconoscono come modello precettore religioso, lo yogi degli yogi, con
tutte le realizzazioni dello yoga e come un grande propagatore dei Veda.
Esercitando alcuno sforzo la Sua presenza silenziosa era abbastanza
potente per evocare un flusso di pensieri puri e benefici nei Suoi
seguaci. Durante il periodo della presenza di Babaji sulla terra, era
possibile vedere che se una persona era triste, dopo aver cercato
rifugio di Sua Santità, avrebbe prodotto un lieve segno di dolore sul
viso di Shri Babaji, tutta l'assemblea avrebbe vissuto l'agonia
combinata del dolore di tutti. Questo stato di dolore sarebbe durato
solo per un breve periodo di tempo; tanto dolore intenso non può essere
sopportato a lungo. Allo stesso modo, un'indicazione di gioia sul viso
di Sua Santità avrebbe suscitato ilarità involontaria tra gli spettatori
assemblati. Questa è la grandezza delle realizzazioni yogiche. Anche
oggi ci sono migliaia di persone che hanno avuto tali esperienze. 'Colui
che considera il dolore e la gioia alla pari, in bilico e in equilibrio
senza alcuna agitazione, non fa differenza tra un pezzo di fango e una
pepita d'oro perché non vede alcuna differenza nel loro valore'. Le
parole sono della Bhagavad Gita ed esprimono esattamente ciò che le
persone hanno testimoniato in Haidakhan Baba. Egli ricevette la visita
dei re, dei maharaja, dei ricchi e illustri. Essi portarono offerte
quotidiane di oro e abiti costosi, ma questi non avevano impatto su
Babaji. Egli non dava nemmeno un'occhiata ai regali di lusso; furono
tutti utilizzati per il benessere dei bisognosi. All'epoca c'era la
tradizione dei bhandara, i pasti per tutti e in migliaia partecipavano
volontariamente alla loro preparazione. I preparativi sarebbero stati
fatti automaticamente come da una macchina interamente auto ispirata. Se
per caso qualcuno chiedeva a Haidakhan Baba riguardo qualche lavoro,
Egli avrebbe sorriso e detto, "Fai come vuoi." Dalla grazia del Signore
il lavoro fu sempre fatto bene e in tempo, a volte anche prima del
previsto. Per Lui era lo stesso, se fosse denaro o fango. Combinare
l'illuminazione, la devozione, la comunione e la rinuncia nelle giuste
proporzioni è concedere le esigenze del Realizzato. Quello stato
esaltato era manifesto in Haidakhan Baba, ispirandoci a conoscerlo come
un avatar. Egli fu visto anche manifestare altri stati estatici. Egli
avrebbe trascorso giorni senza cibo o acqua, a volte vagabondando in uno
stato esaltato per giorni di fila, ignaro del Suo corpo, del Suo
vestito o dei devoti attorno a Lui. Dall'altra, agli eventi cerimoniali,
Egli indossava il filo sacro e il Suo modo di comportarsi era come il
contegno degli antichi saggi, Egli era una rappresentazione visiva di
devozione stessa. Durante i discorsi delle scienze dei Veda e degli
Shastra, Egli sarebbe apparso davanti ai raduni degli studiosi come un
sapiente, esperto nel più difficile degli argomenti. Il Suo lucido e
semplice approccio faceva le Sue interpretazioni comprensibili a tutti e
in tali occasioni persino i grandi studiosi e insegnanti ben noti si
inchinavano davanti a Haidakhan Baba. Egli si teneva in disparte dalle
sette e onorava parimenti tutte le religioni. Egli non aveva nessuna
sensazione per il tribalismo che potrebbe infettare le menti settarie.
Hindu, Buddisti, Mussulmani e Cristiani, come anche i seguaci di altre
religioni, erano tra i Suoi devoti ed Egli ha predicato a tutti la
necessità di essere saldi sulla loro propria religione. Egli non fu mai
stato osservato a criticare né a lodare qualsiasi religione o una setta e
tutti i cercatori ricevevano la guida che chiedevano, che coinvolgeva
la devozione, l'illuminazione, lo yoga o la rinuncia, senza difficoltà. I
Lama del Tibet avrebbero provato a decifrare il segreto della Sua
abilità spirituale risiedendo con Lui ma i loro sforzi furono invano.
Era così accresciuto lo stato mentale di Shri Babaji, il Suo essere così
semplice che anche i grandi santi non potevano comprendere. Né è
un'esagerazione dire che Egli fu la manifestazione del Signore Shiva
Stesso. Una volta Egli mostrò la misericordia a un devoto in Himalaya
apparendo nella forma del Signore Shiva Shankar, dicendo al devoto che
Egli era apparso sulla terra nella forma di Baba di Haidakhan per
aiutare il mondo. I Suoi sacri leela non possono essere facilmente
afferrati ma in qualità di fautore di tutte le sette e di tutti i culti
la Sua guida gioverebbe a tutti loro e la Sua misericordiosa presenza
continuerebbe ad ispirare. Le ricerche condotte fino ad oggi daranno ai
lettori qualche idea delle brillanti gesta e miracoli di Babaji.
Innumerevoli anime hanno ottenuto la beatitudine della Sua luminosa
presenza e i resoconti di molti di questi eventi sono raccolti qui, i
resoconti del giovane e dell'anziano, degli uomini, donne e seguaci di
diverse religioni. Al momento i resoconti sono stati raccolti ed è stata
effettuata un'approfondita verifica. Al fine di evitare l'accusa di
squilibrata propaganda,sono inclusi i resoconti delle varie classi,
dall'erudito all'illetterato, delle popolazioni rurali e urbane; un
numero di centenari, entrambi uomini e donne, hanno garantito la loro
verità giurando su tutto ciò che possedevano. Haidakhan Baba scomparve
nel 1922 ma la Sua Grazia ancora concede le visioni ai Suoi devoti e
agli yogi che desiderano ottenere l'illuminazione. Capita che alcuni di
loro, che sono coinvolti, siano stranieri e i loro resoconti si uniscono
a quelli di altri nei seguenti capitoli.
I LUOGHI DEI LILA
Uno sguardo alla storia antica della regione del
Kumaon rivela che circa otto o diecimila anni fa l'area era ricoperta di
neve fino a che gradualmente la neve iniziò a sciogliersi e gli
insediamenti umani misero radici. Gli eremi di un certo numero di grandi
santi, saggi e siddha yogi si trovavano in queste montagne e la maggior
parte di essi sopravvivono ad oggi. Una delle montagne si chiama Monte
Kailash; là, in occasione della celebrazione di Shivaratri, un
mela, ha luogo un raduno di devoti e il Signore Sadashiva esaudisce i
desideri dei devoti. Ai piedi del Monte Kailash siede un piccolo
villaggio dove l'erba medicinale chiamata harid si trova in abbondanza,
quindi il villaggio è generalmente noto come Haidakhan, pronunciato
Herakhan. In primo luogo, Haidakhan Baba, concesse la Sua apparizione
agli abitanti di Haidakhan attorno al 1840 AD (le date variano); egli
aveva un tempio di Shiva e una guesthouse costruiti là e divenne noto
come Shri Haidakhan Baba. Di fronte al tempio, sull'altra sponda del
Fiume Gautama Ganga, c'è una grotta sacra dove dentro si presenta come
un tempio. Un semplice sguardo all'interno porta la pace beata della
mente, ispirando la seguente descrizione nel Punya Smruti di questa
regione benedetta: "Haidakhan è una meravigliosa regione e la sua sacra
dimora dona tanta pura felicità e beatitudine." Oltre all'Ashram di
Babaji di Haidakhan, ci sono molti altri ashram di Sua Santità inclusi:
Ganadoliya Ashram a Ranikhet; Kathgharia Ashram ad Haldwani; Khruptal
Ashram a Nainital; Siddhashram a Shitlakhet; Chedoo Ashram ad Almora.
Babaji avrebbe intrapreso difficili e severe penitenze in un certo
numero di grotte sacre nella regione del Kumaon, sedendo nella posizione
yoga per tre o quattrocento anni. Tali poteri supremi spirituali sono
irraggiungibili ma il potere divino di Shankara Stesso, induce una
ricerca di prove della Sua presenza in diversi luoghi, tra i quali: la
grotta Bansuli vicino Ranibag; la grotta fuori dal villaggio di Salja
Shitlakhet; la grotta di Ruvri Dwarsu; la grotta di Haidakhan.
LA FORMA DI BABAJI
L'apparizione di Shri Haidakhan Baba è
misteriosa, ineguagliabile e incomparabilmente unica; l'abbondanza delle
Sue potenti realizzazioni yogiche sono indescrivibili. Nel tentativo di
descrivere il Suo stato naturale di ascesa yogica, Pundit Jyotirvid
Shri Ramadattji scrive come segue: "La grande personalità, Maharaj di
Haidakhan, è uno yogi divino. Quando Egli è nello stato di unione
immutabile, Egli entra nella suprema beatitudine di Brahmanand, dentro
la suprema estasi spirituale e rimane in quello stato di totale rinuncia
dal mondo esterno, completamente ignaro di esso, parlando molto poco."
Fino ad oggi nonostante le approfondite ricerche, nessuna traccia è
stata trovata sul luogo di nascita o la famiglia di Babaji da cui
proviene. Similmente Egli scomparve nel 1922 e da allora i residenti
della regione del Kumaon non hanno avuto la vista della Sua forma fisica
brillante. Quando gli abitanti di Haidakhan lo videro per la prima
volta egli sembrava avesse circa cinquant'anni di età. Tutti i tratti
del carattere di un siddha yogi menzionati nello Swetabhuva Upanishad
erano presenti in Lui in tutta la loro grandezza come se Egli fosse nato
con loro. Il Suo corpo di un colore bianco-giallastro e la sua fronte
che era cospicuamente sollevata splendevano della brillantezza di un
rubino. Ogni volta che egli stava silenziosamente ripetendo un mantra le
sue sopracciglia si muovevano su e giù. La Sua sacra bellezza, la
fragranza, l'aspetto e l'andatura erano così raffinati che erano al di
là della comprensione delle facoltà mentali ed intellettuali. Il Suo
corpo era così morbido che anche premendolo uno non poteva sentire la
presenza delle ossa. Ogni volta che Egli apriva il Suo pugno, l'aria
tutt'attorno si sarebbe riempita di una tale sottile fragranza che
avrebbe portato uno stato d'animo gioioso a tutti, una fragranza che le
persone locali della collina dicono che non poteva essere comparata a
nessun altra. I capelli sulla Sua testa erano corti e sarebbero rimasti
così, immutati, crescendo né più lunghi né più sottili. Le Sue feci non
avevano odore ed entro un breve periodo di tempo diventavano polvere.
Durante i Suoi periodi di manifestazione umana, nessuno lo vide mai
dormire. Shri Shiromani Pathak una volta rimase con Sua Santità
continuamente per sei mesi e non lo vide mai dormire; Sua Santità
rimaneva nella postura Siddhasana o Gomukhasana per tutta la notte. Egli
indossava il vestito adatto a questa antica cultura Indiana: la kurta,
una lunga camicia; il topi, un cappello e il kopin, un perizoma, di
sacro bianco. A volte un dhoti, il panno sciolto avvolto metà sopra e
metà sotto il punto vita, era tutto ciò che indossava ma, Egli non
aveva appositamente un abbigliamento preferito. Quando i Suoi devoti gli
davano i vestiti Egli se li metteva per un po' per il loro bene, la Sua
semplicità infantile era evidente in tali atti. Alcuni studiosi europei
hanno dato una versione diversa e un po' insolita di come Egli era e
come si vestiva. Quando un certo Niels Olf Cressander lo vide la prima
volta, in un hotel in Francia, Egli era vestito in stile Europeo e
parlava un Inglese nativo; dopo, a Mosca, quando la Sua Grazia apparve a
questo signore e a sua moglie in una visione, Egli indossava la sua
solita kurta e topi. Egli parlava lentamente, la sua voce e il fraseggio
erano abbastanza piacevole. Una volta Egli inserì una scritta in prima
pagina della copia del Ramayana di Gumani Bhakta, un testo scritto a
mano i cui caratteri non sono ancora stati decifrati. Così la ricerca
fino ad ora non ha fatto molta luce ma quando sarà completato i lettori
saranno avvisati. Prego che gli eruditi di studi Orientali un giorno
possano gestire tale compito. L'agilità fisica di Sua Santità fu senza
pari. Egli poteva sollevare enormi massi di pietra con facilità e non
ansimava mai per riprendere fiato mentre saliva ripide montagne
rocciose. Una storia narrata da un famoso lottatore da Kashipur,
Nainital, portò alla luce il seguente episodio. Ovunque Sua Santità sia
andato migliaia di persone entrambi uomini e donne si affollavano
intorno a lui rendendo per chiunque, in tali occasioni, quasi
impossibile uscire dall'enorme folla. Così anche quando Haidakhan Baba
arrivò a Kashipur: migliaia di devoti si riunirono intorno a Lui,
rendendo difficile per Lui muoversi. Gli sforzi degli uomini forti per
liberare il percorso per Babaji fu invano ma accadde che fosse presente
anche Pahalvan, il famoso lottatore di Kashipur. Orgoglioso della sua
forza fisica, egli prese Shri Haidakhan Baba sulle sue spalle e lo portò
attraverso la folla, vivendo per tutto il tempo una sensazione strana.
Egli sentiva un enorme pressione come se fosse sotto il peso di un
grande masso poi disse che ci aveva messo un'intera settimana per
recuperare dalla fatica. Questo ci dice qualcosa della forza fisica di
Sua Santità e dei Suoi poteri. Così Pahalvan lo portò attraverso la
folla, una brillante luce fu vista sulla Sua fronte, suggerendo che Sua
Santità stava eseguendo la silenziosa japa, la continua ripetizione di
un mantra. La fame e la sete non lo preoccupavano mai, anche se avrebbe
mangiato il cibo offerto con devozione. Occasionalmente fu osservato che
un pasto offerto senza alcun senso di devozione sarebbe stato vomitato.
A volte come un cattivo ragazzo, Egli avrebbe fuggito un pasto offerto,
con il pretesto che il Suo stomaco era scombussolato. Egli aveva
l'abitudine di bere soprattutto il latticello. Anche nelle assolute
fredde giornate invernali con cinque o sei piedi di neve ghiacciata per
terra, Egli beveva soltanto il latticello raccolto per Lui da Shiromani
Pathak. Poi avrebbe talvolta ceduto alle suppliche di Gumani Bhakta ed
accettato il roti, una frittella come il pane nativo. Quando i residenti
della regione del Kumaon lo osservarono condurre oblazioni quotidiane e
rituali a distanza ravvicinata le Sue azioni erano degne di quelle di
un saggio. A parte il Suo bagno sacro e le preghiere al crepuscolo, il
Suo interesse speciale era il rituale della cerimonia dell'havan o
fuoco. Notarono che durante le cerimonie del fuoco Babaji avrebbe
offerto acqua, mai ghee il burro chiarificato; a volte versava anche
grandi quantità di acqua nel fuoco sacro. Alcune delle persone che
portarono i vasi di acqua sulle loro spalle per offrirla ai fuochi
dissero che l'acqua versata nella sacra havan sollevava alte fiamme dai
sette agli otto piedi. Quando il figlio di Ramdatta di Ranikhet citò un
tale meraviglioso episodio al preside Cristiano del suo college, il
preside si rifiutò di credergli. Egli pensò che sotto la fossa del
fuoco poteva esserci nascosto un vaso pieno di ghee che mandava le
fiamme in aria. Dal momento che proprio la casa del preside fu costruita
in cemento, egli mise un pozzo del fuoco al secondo piano e organizzò
una cerimonia del fuoco con Babaji; l'acqua fu di nuovo offerta. Vedendo
le alte fiamme il signore Cristiano arrossì completamente osservando i
super poteri spirituali di questo yogi Indiano e si inchinò davanti a
Lui. Uno dei tanti fatti stupefacenti di Shri Haidakhan baba fu
l'altamente insolita Panchagni Tapasya, la Penitenza dei Cinque Fuochi.
Il centenario Shri Motisingh ha completamente descritto questa penitenza
di Babaji in cui egli, come un ragazzo, avrebbe visto con sua madre.
Durante il mese di Vaishakha (Aprile- Maggio), Haidakhan Baba avrebbe
accumulato la legna e i dischi di sterco di vacca e a distanza
incendiarli con il Suo potere yogico. Allora Egli avrebbe seduto in
mezzo al fuoco, coperto soltanto di un sottile foglio di stoffa, le
fiamme aumentavano in tutte le direzioni. Questa penitenza sarebbe
andata avanti per giorni con il fuoco continuamente carico. Ogni volta
che il fuoco rallentava, gli spettatori potevano sospettare che Babaji
fosse sicuramente dato alle fiamme; e invece il Suo corpo avrebbe
splenduto brillantezza, come un'alba e nessun osservatore poteva
resistere alla luce. Quando Egli si alzò e si scrollò di dosso il Suo
rivestimento di stoffa, uno avrebbe visto gocce d'acqua dal Suo corpo.
Una volta, Sua Santità rimase per un mese nel fuoco, allontanandosi solo
quando i Suoi devoti lo pregavano di fare così. Nella stessa misura, un
tale comando, non è dimostrato da altri avatar. Oh Dio, la Tua
illimitata abilità yogica è sommamente suprema! Il Dio Brahma creò
l'universo con la penitenza: il Signore Vishnu lo protegge con la
penitenza. La penitenza di Shri Haidakhan Baba come il Signore
Satchidanand Sadguru Sadashiva Stesso fu così sublime da beneficiare il
mondo intero e benedire tutti: una penitenza suprema segnala il Suo
controllo sugli elementi fondamentali della natura: fuoco, acqua, vento,
terra ed etere. Haidakhan Baba non ha una forma definitiva Propria. A
volte sarebbe apparso come un giovane di sedici anni con un serpente
attorcigliato e la mezza luna sulla Sua fronte; in altri momenti come un
centenario anziano yogi. Una volta quando il famoso fotografo Sorabji
lo fotografò, egli fu meravigliato dalle diverse forme che emersero
nelle fotografie prese in una singola sessione. Ovunque Egli andasse
durante questo periodo di manifestazione fisica, gli dei e le dee della
regione sarebbero apparse e lo avrebbero adorato. Anche i devoti lo
videro in forme molto differenti. Alcuni lo conobbero come Hanuman,
altri come Ashwathama; altri ancora che Sua Santità fosse Krupacharya.
UN'APPARIZIONE DAVANTI A LAHIRI MAHASHAYA
Haidakhan Baba concesse la
Sua fascinosa apparizione come l'immortale Babaji a Shri Shyamacharan
Lahiri nelle colline vicino Ranikhet. Le esperienze di Shri Lahiri
vengono citate in un volume scritto in Bengali da suo nipote, Acharya
Anand Mohan Lahiri. Successivamente Paramahansa Yogananda nella sua
'Autobiografia di uno Yogi', avrebbe anche descritto le realizzazioni
yogiche di Babaji in grande dettaglio. Tuttavia è necessario far prima
un po' luce sul carattere di Shri Lahiri, per il rapporto di questo
signore con Babaji, durato da diverse nascite. Lahiri Mahashaya nacque
in una nota famiglia Bengali. Egli aveva a lungo desiderato di ricevere
il darshan da un siddha yogi in Himalaya. Quando era giovane nel
servizio governativo, egli fu trasferito a Ranikhet per un periodo di
tempo e il suo desiderio si intensificò. Un giorno, dopo aver completato
il suo lavoro, egli andò alla ricerca degli yogi in Himalaya. Però la
silenziosa ispirazione lo condusse alla regione dove stava Sua Santità
come se qualche potere sconosciuto lo avesse attirato,in un primo
momento la sua scalata sulle colline e nelle foreste fallì di portarlo
alla presenza di uno yogi. Fu sul punto di ritirarsi per la delusione
quando, lo! Una voce da una grotta di montagna lo chiamò: "Shyamacharan,
avrai il darshan dello yogi che tu stai cercando." Egli fu colpito
dallo stupore quando sentì il suo nome pronunciato intensamente,nella
misteriosa foresta temeva di essere nella trappola di un inganno.
Assorbito nel profondo pensiero, egli vide uno yogi all'entrata di una
grotta che gli fece cenno di avvicinarsi. Egli andò verso di Lui con il
timore nel cuore. Quand'egli fu vicino, lo yogi parlò: "Shyamacharan, tu
sei venuto! Ti stavo aspettando da molto tempo." Sentendo di nuovo il
suo nome in quella regione desolata, Shri Lahiri era ancora sospettoso.
Babaji comprese le emozioni di Lahiri, lo chiamò più vicino e disse con
grande amore: "Non hai bisogno di trattenere quelle sensazioni di
dubbio. Io sono lo yogi che tu stai cercando ed è la Mia ispirazione che
ti ha portato in questo luogo." Lahiri si sentì sollevato da queste
parole ma non completamente libero dal suo timore. Baba parlò di nuovo:
"Shyamacharan, riconosci questo posto? Qui tu eseguisti la sadhana
yogica e raggiungesti una certa realizzazione nella tua vita
precedente." Lahiri non era in grado di capire questo profondo segreto
ma quando Babaji teneramente toccò la sua fronte, Lahiri ricordò
istantaneamente la sua nascita precedente. Guardando gli oggetti
all'interno della grotta, Lahiri li ricordò come se fosse stato là solo
pochi giorni prima. Completamente sopraffatto, egli si prostrò ai piedi
del Suo guru. "Tu desideri ancora gli attaccamenti per le cose
materiali," disse Babaji. "Un'altra nascita nel mondo era necessaria."
Apparendogli in quel momento Babaji fornì Lahiri dei mezzi per esaurire
il bilancio del suo desiderio per il piacere. Molti santi dicono che era
Shiva Stesso che appariva nella forma di Babaji per rivelare Se Stesso,
questo episodio quindi illustra davvero che Babaji era Dio, il supremo
Shiva Satchidananda, residente del Monte Kailash in Himalaya. In quella
disabitata ed isolata grotta, Shri Lahiri godette di piatti
commestibili ottenibili soltanto a casa a Bengal, a migliaia di miglia
di distanza. Durante la sua permanenza egli era stupito delle meraviglie
benefiche del Suo guru; dato il permesso di tornare a Ranikhet, egli
pregò Babaji di permettergli di rimanere e prendere rifugio ai Suoi
piedi di loto. Invece Babaji gli chiese di dar via i suoi attaccamenti e
continuare a servire nello scenario pubblico. Quindi istruito e
ricevuta la sua benedizione desiderata dal Signore, Shri Lahiri partì.
Sulla via del ritorno, egli incontrò diversi colleghi che lo stavano
cercando da giorni. Egli, con un livello spirituale differente, ebbe
l'impressione che era trascorso solo un giorno; infatti i suoi amici gli
dissero, sono passate settimane dalla sua partenza da Ranikhet. Più
tardi Shri Lahiri fu trasferito fuori da Ranikhet. Per volere del suo
Sadguru egli avrebbe diffuso il messaggio del karma yoga, lo yoga della
giusta azione, beneficiando tutti coloro che lo conobbero. Mentre egli
era con Haidakhan Baba e gioiva della Sua Presenza, Lahiri sperimentò
soltanto una briciola del Suo illimitato potere divino yogico, ma quella
briciola di tesoro yogico testimoniata da migliaia di abitanti delle
colline di Haidakhan, avrebbe trasformato la sua vita. Shri Lahiri si
riferì a Babaji come Tryambak Babaji o come Shiva Baba. Babaji gli parlò
circa l'uso delle erbe, ricordando che avrebbero potuto rendere l'uomo
immortale ed avvertendo che un'altra avrebbe potuto causare ai propri
organi interni torsione di agonia. Sua Santità parlò anche della
Aswathama; Egli avrebbe menzionato che questo santo immortale arriva a
un posto favorito, di solito di notte, la sua brillante lucentezza
trasforma la notte luminosa come il giorno e la sua presenza rende il
posto miracoloso, quindi in quel posto i pazienti affetti da incurabili
malattie sarebbero stati curati. In seguito, Shri Lahiri avrebbe
riferito che un membro del suo gruppo mise un po' di erba pericolosa in
bocca, i suoi organi interni si torcevano in un'agonia disperata. Lahiri
lo portò sul luogo che Babaji aveva menzionato; durante la notte fu
visto un lampo di luce e là, sebbene non avessero mai visto l'Aswathama,
il signore trovò sollievo e fu curato. Shri Lahiri parlò di Dwarhat,
Dronagiri e Siddhabhat Kot come luoghi amati da Babaji. L'ashram a
Chedoo non è lontano da Siddhabhat Kot. Questo ashram, situato in
altissima quota, comprende un'area di dieci o dodici acri; è davvero un
posto meraviglioso che insieme a Dwarhat e Dronagiri, sono amati da
Haidakhan Baba durante il periodo della Sua manifestazione su questa
terra.
GUMANI BHAKTA
Guman Singh Naula fu uno stretto devoto di Shri
Haidakhan Baba. La gente si rivolgeva a lui come Gumani Bhakta ed
abitava in un villaggio chiamato Dhyola a circa due miglia e mezzo da
Haldwani. Egli era molto sensibile per natura; quando varcò la soglia
della giovinezza nella condizione di capofamiglia e nacque un figlio,
cominciò a sviluppare un certo distacco dal mondo. Una volta andò a
Hardwar in compagnia di alcuni pellegrini. Là si tirò in disparte e
iniziò a servire in uno degli ashram con grande sincerità, impegnato
giorno e notte nel servizio del guru dell'ashram. Più tardi arrivarono
più pellegrini a Hardwar da Haldwani per un bagno sacro nella sacra
Ganga. Essi riconobbero Gumani e chiesero il permesso al guru di far
tornare a casa Gumani da sua moglie e suo figlio che era ansiosa per il
suo ritorno ed in lacrime. Il guru era così contento con Gumani che fu
riluttante a lasciarlo andare. Tuttavia egli decise che sarebbe stato
meglio vederlo tornare a casa. Quando Gumani fu chiamato e gli fu dato
il permesso di andare a casa, egli pianse e pregò di rimanere al riparo
dell'anima santa del suo guru, servendo ai suoi piedi sacri. Placandolo
il guru gli assicurò che a casa il suo Maestro Realizzato e Sadguru
avrebbe rivelato Se Stesso e quindi Gumani tornò a casa sua e ai suoi
campi. Una sera vicino casa egli avvistò Babaji in piedi sotto l'ombra
di un albero. Sua Santità stava guardando Gumani, il Suo viso splendente
come un rubino, il Suo corpo morbido e chiaro come i petali del loto.
Gumani non aveva mai visto una persona così alta come Lui. Spaventato,
Gumani gli chiese chi fosse e perché era lì. Percependo che Gumani era
intimorito Babaji si sedette su una roccia a una certa distanza da lui.
Un attimo dopo Gumani cominciò a riconoscere la sua guida e guru delle
generazioni passate, la memoria delle parole del suo insegnante ad
Hardwar gli balenarono nella mente. Gumani si avvicinò al suo guru con
riverenza e allora si arrese per sempre ai Suoi piedi di loto. Gumani
Bhakta avrebbe servito Shri Haidakhan Baba con una devozione e sincerità
così grande che era come osservare un'affezionata gopi mentre nutre
Krishna bambino con il latte e il burro. Sua Santità avrebbe seduto come
un bambino appena nato e Gumani lo avrebbe nutrito con latticello, il
latticello a quel tempo era tutto ciò che Egli prendeva. Poi le voci
cominciarono a diffondersi che Gumani stava servendo un pazzo. Tuttavia
Gumani insistette che Babaji rimanesse nella sua casa e aveva una
capanna di fieno costruita per lui. Sua Santità stava nella capanna e
Gumani, per timore che Babaji non subisse alcun disturbo in
meditazione, teneva la porta chiusa presentandosi ad una prescritta ora
con il cibo per il suo maestro, chiudendo successivamente di nuovo la
porta. Una volta gli venne in mente che proprio come la maggior parte
delle persone non sono soddisfatte senza il pane chiamato roti, così il
pasto senza il roti non sarebbe stato sufficiente a sostenere il suo
maestro. Questo diventò un'autentica preoccupazione di Gumani Bhakta
così Sua Santità accontenta questi devoti più veri e decise di accettare
il pane. La gente ignorante commentava che Gumani stava facendo un
ottimo affare nel servizio di un santo pazzo ma Gumani stava conoscendo
le abilità spirituali supreme di Babaji e si curava poco del
pettegolezzo. Gruppi di studiosi, profeti, cercatori e passanti
iniziarono a raccogliersi a casa di Gumani e Gumani non lasciò nulla di
intentato per accoglierli in modo corretto. Tuttavia Gumani era di una
famiglia di classe media e i suoi depositi di cibo e denaro furono
presto esauriti. La moglie di Gumani provò a convincerlo di fermarsi ma
Gumani era un così fermo devoto di Haidakhan Baba che tutte le suppliche
di lei fallirono. Infine sua moglie lo lasciò e andò dai suoi genitori
e ancora non vi era alcuna cessazione del servizio di Gumani. Un giorno
Gumani era occupato a preparare il pranzo per Sua Santità. C'era un
certo ritardo nella sua preparazione ed erano già passate le 11:00.
Quando fu pronto, Sua Santità disse che avrebbe prima fatto un tuffo nel
sacro fiume Sharada Ganga ad una quarantina di miglia di distanza. Il
fedele Gumani a mani giunte pregò Sua Santità dicendo che Egli era pieno
di abilità e chiese se anche i servitori potevano essere benedetti.
Così, la Sua misericordiosa Santità, volendo esaudire il desiderio del
cuore di questo devoto fedele, permise a Gumani di accompagnarlo. Come
furono fuori all'aperto, nel cortile, Babaji, nella forma del Signore
Shankar, Dio dell'incommensurabile prodezza, accontentò Gumani sui Suoi
sacri piedi di loto. Essi coprirono la distanza di quaranta miglia in
poco tempo, fecero i loro bagni sacri nello Sharada Ganga e tornarono in
tempo per il pranzo. Fu il nipote di Gumani che narrò l'accaduto a
questo scrittore. Per portare una tale gioia ai Suoi devoti e tenerli
pienamente consapevoli della Sua divinità, Babaji avrebbe fatto uso
tuttavia di una minuscola misura dei Suoi poteri yogici. "Mio Signore,
Tu sei sommamente supremo e la Tua grandezza e anche l'amore dei devoti è
molto grande." Durante lo stesso periodo, stava accadendo qualcosa di
potente a poche miglia di distanza al tempio di Chitreswar Mahadev a
Ranibag. Ogni giorno quando il pujari andava al tempio vedeva che lo
Shiva lingam aveva avuto le offerte di fiori, fragranza e pasta di
sandalo anche se le porte del santuario rimanevano chiuse fino a quando
le riapriva egli stesso. Era evidente che un ardente devoto di Shiva
eseguiva la puja quotidiana molto prima di lui. La decorazione di Shiva
sembrava un po' strana, insolita ma genuinamente devota e sempre più
elaborata ogni giorno successivo. Allora, notando una fresca fragranza
ogni giorno, egli iniziò a sospettare che una sorta di dio o un
gandharva era dietro a tutto. Finalmente decidendo di nascondersi ed
osservare cosa stava succedendo, il pujari rimase a vegliare il tempio
tutta la notte. Al mattino, alle 3:00 circa, sentì il rumore di qualcuno
che faceva il bagno nel vicino Fiume Gautama Ganga; il pujari aspettò
pazientemente per testimoniare cosa avrebbe avuto luogo dopo. Pochi
istanti dopo egli vide un'alta figura con gli articoli di culto in mano
che camminava verso il tempio. Non appena la figura fu vicina al tempio
la serratura si aprì, le maglie della catena e le porte cedettero.
Dentro Egli adorò il Signore Shiva per un'ora; alla Sua uscita le porte
si chiusero dietro e la serratura e le maglie della catena tornarono
nella loro posizione originale. Il pujari ora riconosceva la figura che
non era altri che Haidakhan Baba; ammutolito dalla ricchezza yogica di
Sua Santità egli si inchinò e tenne i Suoi piedi di loto. Nel frattempo
l'intero magazzino di grano e il denaro di Gumani erano giunti alla
fine. Non si evidenziò comunque nessuna preoccupazione in lui. Un
giorno durante una passeggiata occasionale egli vide qualcuno con un
aratro sulla spalla venire verso di lui. Certo che si stava avvicinando
il fratello di Krishna, il Signore Balaram stesso, Gumani si prostrò ai
suoi piedi. Lo sconosciuto disse che egli era un comune contadino ma
Gumani non capiva come questo poteva essere. "Fratello," egli gli
chiese: "Dov'è la tua casa?" Lo sconosciuto rispose: "La mia casa non è
da nessuna parte. Io sono un uomo molto povero." Gumani, pazzo di amore
filiale, disse: "Mio signore, tu sei veramente il Signore Balaram. Per
favore non confondermi," egli supplicò e poi con grande riverenza lo
portò nella sua propria casa. Stava per piovere; lo sconosciuto disse:
"Caro devoto, non fa per me rimanere inattivo. Se mi permetti arerò i
tuoi campi." Gumani replicò: "Mio signore, i tuoi leela sono abbastanza
curiosi; chi li ha in suo potere per resistere." La terra fu arata e il
riso fu seminato. Quando il raccolto fu mietuto, com'era meraviglioso!
La resa fu cinquanta volte più del solito. Il granaio era pieno fino al
tetto e ancora cumuli di riso rimanevano nel cortile. Da allora in poi
un maggior numero di ospiti furono ospitati. Qualcuno disse alla moglie
di Gumani che il riso raccolto era così enorme che sarebbe durato per
tutta l'intera vita di Gumani. Felice e sollevata, lei e il bambino
tornarono a casa e non tornarono più di nuovo dai suoi genitori. La
maggior parte dei santi e yogi vivono la loro intera durata della vita
nelle grotte, colline ed eremi, consumando radici selvatiche, tuberi ed
erbe; il lungo soggiorno di Haidakhan Baba con Gumani Bhakta fu una
misura della virtù di Gumani, il suo profondo e sconfinato affetto,
impavida devozione: non fece mai esperienza persino di un fremito di
paura. Al termine del Suo anno nella capanna di fieno di Gumani Bhakta,
Haidakhan Baba partì a beneficio di altri devoti. Per circa quattro o
cinque anni Gumani Bhakta attese il ritorno di Babaji. Poi, rendendosi
conto che il resto della sua vita si stava abbreviando, Gumani decise
che il saldo doveva essere speso nel servizio di Sua Santità. Egli andò
ad Almora ottenendo le pure, ben bilanciate qualità del satvik guna.
Gumani era stato un contadino con poca istruzione elementare e fu
soltanto per grazia di Babaji se egli divenne un adepto di Hatha Yoga,
Bhakti Yoga, Raja Yoga e Jnana Yoga. Egli raggiunse anche il Sahaj
Siddha Samadhi, che Kak Bhushandi il corvo nel Ramayana, che era stato
un grande yogi in una vita precedente, aveva ottenuto una volta da
Bhagavan Shri Rama. Questo venerabile dono fu anche elargito sul
semplice Gumani Bhakta da Haidakhan Babaji. Avanzare a questo livello è
il frutto di grande penitenza e gli occhi di Gumani inondavano lacrime
quando sperimentò quella grande emozione. Gumani chiese che Babaji
concedesse a lui e ad altri due devoti il permesso di accompagnarlo a
Badrinath, un pellegrinaggio durante il quale si scoprì che Sua Santità
li avrebbe messi alla prova. Gumani e gli altri due devoti avevano
camminato solo poche miglia quando arrivarono alla foresta attraverso
cui dovevano passare. Essi continuarono ed improvvisamente videro una
tigre in piedi su una roccia, la sua coda era alzata ed era arrabbiata.
Una montagna rosa da un lato e dall'altro un profondo precipizio. I due
seguaci girarono dicendo a Gumani che sarebbero corsi indietro per
salvare le loro vite. Essi corsero ma Gumani, sperimentando come nello
yoga maya la consapevolezza di un illusione, proseguì lungo senza
paura. La tigre,era come un giocattolo d'argilla, immobile. Quindi
Gumani raggiunse Badrinath con Shri Babaji; là ebbe una visione di Shri
Lakshmi Narayan e dopo il pellegrinaggio tornò a casa su ordini di Sua
Santità e spese il resto della sua vita in costante preghiera. Gumani fu
uno dei devoti di Babaji più caro e al momento la capanna di Babaji
vicino alla casa di Gumani è ancora visibile. Nel punto in cui Haidakhan
Baba era solito sedersi è stata impiantata un grande paio di chimta,
pinze, presentate da un devoto. Queste sono pinze curiose, il metallo è
in possesso di una speciale lucentezza come se le pinze abbiano
conosciuto il tocco del corpo di Haidakhan Baba. La capanna contiene un
certo numero di articoli di Sua Santità che una volta usava. Nella copia
del Ramayana di Gumani Bhakta c'è un'iscrizione scritta da Babaji; ad
oggi le lettere non sono state decifrate, l'iscrizione non è stata
ancora compresa.
PARTE II
Foto del ventesimo secolo la folla è riunita intorno a Babaji che tiene la ruota della preghiera, e in quella sotto Babaji siede al centro

LE QUARANTA STORIE DI BABAJI
LA FRECCIA DI FUOCO (1)
Haidakhan Baba una volta si stava rilassando in un luogo remoto sulle
pendici dell'Himalaya e un devoto sedeva vicino. La gente della regione
del Kumaon considera Sua Santità un santo immortale; dal momento che
c'erano un certo numero di cicatrici sul Suo corpo, essi credevano che
circa 5000 anni fa Sua Santità avesse combattuto dalla parte dei
Pandava nella famosa battaglia di Kurukshetra durante la Guerra del
Mahabharata. Questo particolare devoto
desiderava vedere l'effetto di un Agni Ban, la freccia di fuoco e pregò
Haidakhan Baba per una dimostrazione dicendo: "Babaji, hai assistito
alla Guerra Mahabharata. Tu sai come caricare una freccia di fuoco.
Mostramelo, per favore." Babaji spiegò che l'Agni Ban estinguerebbe
molte vite senza essere di alcun beneficio, gli disse di chiedere invece
per qualsiasi altro dono. Il devoto, piuttosto irremovibile per natura,
insistette. Baba non poteva negare le preghiere del Suo devoto. Egli
chiese al devoto di scacciare tutti gli animali e gli uccelli nelle
vicinanze, quanto distante possibile. Al ritorno del devoto, Babaji
prese un bastone di legno, lo consacrò con i sacri mantra e lo lanciò
lontano. Presto il fuoco si diffuse tutto intorno per miglia e miglia,
gli animali selvaggi e gli uccelli iniziarono a urlare. Il devoto
impressionato dalla ferocia del fuoco pregò Babaji di spegnerlo. Baba
disse al devoto di prendere l'acqua dalla sorgente vicina e di
spruzzarla sul fuoco. Con suo grande stupore il feroce fuoco fu estinto
subito, le foglie degli alberi erano metà bruciate e metà non. Signore,
Tu sei sommamente supremo! Tali abilità super spirituali yogiche sono
possibili soltanto in una totale e non parziale manifestazione di Dio.
La vittoria di Haidakhan Baba sugli elementi possa quindi essere nota
come tale. Questa era scientifica moderna ha prodotto le bombe atomiche
con un potere letale inimmaginabile ma non c'è stato investimento in un
dispositivo da mettere in stallo una bomba e fermare la sua devastante,
rovinosa energia. Shri Haidakhan Baba è l'unica fonte di quell'immenso
potenziale di creare, costruire, annientare e in egual misura di fermare
subito la distruzione, un potenziale acquisito in Lui come la
manifestazione di Shiva, il Signore Siddha Siddheswara Satchidananda
Sadguru e nessun altro.
LA FORMA DI BABAJI (2)
Una volta uno studioso ben noto mise in
discussione la descrizione della forma vasta e universale di Dio come
stabilito nei testi scritturali. "Abbiamo pensato al riguardo, discusso
parecchio ma non siamo arrivati ad una conclusione soddisfacente.
Gentilmente chiarisci." Come al solito Sua Santità rimase in silenzio;
fu con il silenzio che Egli illustrò il significato dei problemi più
segreti e sacri. Egli usava parlare poco: parlare non è una soluzione
conclusiva; né può la mente semplicemente logica comprendere Atman,
l'anima. Infine Babaji chiese allo studioso di chiudere i suoi occhi,
cantare i bhajan e poi guardare di nuovo. Quando egli aprì i suoi occhi
lo studioso vide il Signore in tutte le cose e in tutte le direzioni,
ogni cosa intorno a lui nel cappello e nell'abito di Haidakhan Baba
nella forma di Shiva. "Noi concludiamo," disse lo studioso "Che le forme
di Dio non sono soggette alla logica." Gli Shastra sono soltanto
indicatori come i raggi della luna della decisione del Signore Shiva di
scegliere una forma.
UN'OFFERTA A BADRINATH (3)
Shri Haidakhan Baba una volta fece un
pellegrinaggio a Badrinath durante i Suoi leela nella regione. E' un
fatto noto che quando Babaji si avvicina a un luogo sacro, la divinità
del tempio locale Gli dà il benvenuto. L'ottantacinquenne capo sacerdote
di Badrinath narrò il seguente accadimento ad uno dei santi
dell'Himalaya ed attraverso la sua generosa gentilezza questo scrittore
venne a sapere di come una divinità sacra, Shri Lakshmi Narayan, diede
il benvenuto a Babaji all'ashram a Badrinath. Sua Santità era in
profonda meditazione all'interno del santuario di Badrinath. Tutti i
visitatori stavano ricevendo il prasad, un po' di cibo benedetto ma,
quando il sacerdote venne ed offrì il prasad a Sua Santità, Egli non lo
prese continuando invece la Sua meditazione. Il sacerdote prese questo
atto come un insulto e riferì la questione al capo sacerdote chiamato
Rawal. Anche Rawal si chiedeva a questo proposito; persino gli dei
accettano con riverenza il sacro prasad. Egli decise di avvicinarsi a
Haidakhan Baba per chiedergli di ricevere il prasad ma Babaji si alzò,
andò fuori , si sedette su una roccia vicina e continuò a meditare. Il
capo sacerdote era profondamente rattristato ma Shri Lakshmi Narayan e
la Madre Lakshmi gli rivelarono la verità in una visione di Babaji
entrando nel santuario e Shri Lakshmi Narayan stesso si avvicinò a Sua
Santità per dargli il prasad. Shri Sundar Nath, un membro della Setta
Nath, che era seduto a una distanza da Babaji non aveva la vaga idea di
chi Egli fosse. Egli vide un bagliore insolitamente brillante di luce e
udì il suono tintinnante dei campanellini delle cavigliere indossate
dalle donne. Egli non sentiva niente di più ma, Shri Sundar Nath era uno
yogi realizzato illustre e consapevole delle gesta di Shri Haidakhan
Baba. Dopo la Sua partenza Sundar Nath notò un po' di cereali cotti di
riso appena caduti sotto la Sua roccia, una porzione del prasad dal
santuario. Apprendendo questo il capo sacerdote ebbe un'altra visione
di Lakshmi Narayan: "Shri Siddha Siddheswar Haidakhan Baba," egli
disse, "è la forma di Shiva, quindi le divinità sono venute in persona
ad offrirgli il prasad."
IL BAGNO A KURUKSHETRA (4)
Una volta durante un'eclisse solare Haidakhan Baba era nel Suo ashram a Ranibagh. Un numero di devoti ebbero il darshan da Sua Santità e poi andarono a Kurukshetra, un viaggio di un intero giorno per un bagno sacro; altri stavano all'ashram a Ranibagh con Babaji. Al bagno i devoti notarono che Babaji era anche a Kurukshetra; dopo, tornando all'ashram, essi furono sorpresi di vedere che Egli era già arrivato. "La Tua Santità è tornata prima di noi!" esclamarono. Babaji tacque ma i devoti che erano rimasti all'ashram dissero: "Sua Santità non si è mosso affatto e allora perché dite che egli è tornato prima?" Coloro che erano andati a Kurukshetra risposero: "Come può essere? Noi abbiamo fatto il bagno sacro con Sua Santità e voi dite che Egli non si è mosso affatto da qui?" Ne seguì una rissa. Sua Santità sorrise e tacque. Ogni gruppo credeva di avere la verità. Quando il dibattito divenne più forte, Babaji spiegò che entrambi avevano ragione. Essi crebbero abbastanza ed impararono che Sua Santità aveva concesso ai devoti la Sua gentile presenza a Kurukshetra al fine di placare il loro desiderio per la Sua presenza. Sua Santità spesso ha usato riferire che Egli appare davanti a molti devoti nello stesso momento in luoghi differenti. I residenti della regione del Kumaon raccontano di una celebrazione del Signore Satyanarayan che stava andando nelle case di dieci o venti devoti e che tutti loro desideravano la misericordiosa presenza di Haidakhan Baba alle loro funzioni. Era un sincero desiderio così Sua Santità accettò di essere presente nella residenza di ogni capofamiglia. Egli fu in ogni casa per l'araati e il prasad e ogni devoto sperimentò la Sua beata presenza ovunque nella stessa forma. Quando i devoti si riunirono all'ashram quella sera, essi appresero che Babaji era stato all'ashram per tutto il tempo e non si era mosso affatto. Quindi fu dimostrato che il santo Baba poteva essere presente in tanti luoghi in una sola volta per soddisfare i Suoi devoti, rinforzando la loro fede in Dio.
UN'APPARIZIONE COME IL SIGNORE SHIVA (5)
Un santo della setta di
Vishnu a Mithilapuri, tornando da un pellegrinaggio in Himalaya, riportò
l'acqua sacra da Shri Gangotri , un sito sacro vicino la sorgente del
fiume Ganga. Egli stava pianificando di andare a sud a Rameswaram per
l'annuale celebrazione di Shiva ma la sua divinità prescelta, Shri Rama,
gli apparve in un sogno e gli ordinò invece Almora per adorare il Baba
di Haidakhan, spiegando che Sua Santità era veramente una forma
di Shiva. Il santo andò ad Almora. Là egli chiese sul luogo di Babaji e
gli fu detto che Shri Haidakhan Baba era con il Pundit Vishnudattji
Joshi. Quando egli arrivò alla residenza di Joshiji fu molto soddisfatto
dalla vista benedetta di questa forma di Shiva, proprio come il Shri
Rama aveva indicato. Egli iniziò a sperimentare l'insolita,
indescrivibile pace del corpo, della mente e dell'intelletto. Il gruppo
di devoti riuniti lì notarono la trasformazione fisica del santo, per
loro fu un evento senza precedenti. Il santo alla fine riacquistò i suoi
sensi normali e andò al mercato per avere un abito, un cappello e un
dhoti fatto; tornando per l'aarati quella sera egli cucinò il cibo da
offrire in venerazione di Shri Rama. Ricordando le istruzioni di Shri
Rama egli adorò anche Babaji eseguendo entrambi il Vedico e le forme
Tantriche di culto e spruzzando l'acqua santa della Ganga da Gangotri
sulla testa di Haidakhan Baba. Babaji fu molto contento di avere l'acqua
della Ganga spruzzata su di Lui con tale pura devozione e sia Lui che
il santo raggiunsero la luminosa, brillante dimora di Shiva sul sacro
monte del Kailash. Tutta la sera coloro che erano presenti nella casa
per l'aarati e il prasad furono testimoni di come viene svolto il culto
sul Monte Kailash, il Kailash del Signore Shiva come descritto nei
Purana. Negli anni, Shri Babaji è apparso come una manifestazione di
Shiva a migliaia dei Suoi devoti. Un dottore del vicino villaggio di
Muloch ha anche ricordato che una volta, quando migliaia di uomini e
donne si erano riuniti per il culto del fuoco in una famiglia ad Almora,
egli e il suo amico videro per cinque minuti la luna luminosa sulla
fronte di Shri Haidakhan Baba.
UN AVVOCATO BENGALI (6)
Una volta un avvocato Bengali venne al nord
durante la stagione delle piogge. Egli aveva praticato lo yoga per molti
anni e mentre si avvicinò all'età di ottant'anni ancora non aveva
raggiunto lo stato di unione. Egli aveva completato tutte le discipline
yogiche insegnategli dal suo guru e quando il suo guru scomparve egli
iniziò a cercarne un altro. Arrivando da queste parti egli apprese che
Sua Santità Haidakhan Baba era a Chedoo Ashram vicino la valle
di Bhatkota. L'avvocato arrivò a piedi con una guida locale. Non c'era
una strada per l'ashram; la distanza era lunga ma, egli voleva uno
sguardo di Sua Santità ad ogni costo e andò avanti. Arrivando infine
all'ashram egli trovò Sua Santità seduto sotto un tetto di paglia e
subito dopo cadde in uno stato di profonda trascendenza che persistette
per ore. Quando l'avvocato riprese il suo stato naturale egli spiegò che
aveva viaggiato in lungo e in largo e discusso con molti yogi e santi
del suo bisogno di essere guidato nei suoi sforzi yogici. Tutti i suoi
sforzi erano stati invano. Allora arrivò il darshan di Babaji, quel
semplice assaggio di Sua Santità ed egli avrebbe completato il corso,
ora era consapevole dell'essenza della filosofia yogica. Euforico per la
grazia misericordiosa di Sua Santità, l'avvocato cadde ai Suoi piedi di
loto, un'impressione indelebile di Haidakhan Baba impressa nella sua
memoria.
IL DEVOTO CURIOSO (7)
Un'estate Sua Santità era attendato all'Ashram
Khurpatal nel distretto di Nainital. Una persona istruita venne a
sapere alcuni fatti su Babaji grazie a qualcuno che lo aveva visto. Gli
era stato detto, personalmente, che Shri Babaji indossa un topi,
cappello e lo studioso iniziò a chiedersi se forse Sua Santità poteva
essere Aswathama, l'eroe della Guerra del Mahabharata. Poiché Shri
Babaji parlò delle ferite che aveva ricevuto a Mahabarat, forse Egli indossava
il cappello per nascondere le Sue ferite. Fu per testare questa
crescente domanda che egli venne a Khurpatal. Faceva caldo quella
mattina e Sua Santità voleva fare un bagno. Appena lo studioso sentì ciò
chiese un vaso di acqua, sicuro che nel Suo bagno Shri Babaji si
sarebbe tolto il cappello ed egli avrebbe esaminato la ferita. Ma Sua
Santità disse che egli avrebbe fatto il bagno al lago e chiese allo
studioso di portare il Suo perizoma e un asciugamano. Lo studioso era
felice; egli avrebbe avuto il tempo di esaminare la testa di Babaji al
lago. Quando arrivarono al lago lo studioso chiese di togliere il
cappello di Babaji e i vestiti e fargli il bagno. Con sua sorpresa lo
studioso dimenticò di esaminare la testa di Babaji. Egli tolse il
cappello e l'abito e con ardente devozione fece il bagno a Sua Santità,
asciugò il Suo corpo e gli mise il cappello e la kurta. Era passata
circa mezz'ora; l'opportunità per la verifica che egli cercava era
persa, il ricordo del suo obiettivo balenò solo dopo che il cappello e i
vestiti erano di nuovo su Babaji. Egli era molto dispiaciuto. Sua
Santità si rivolse a lui dicendo con amore: "Uno dovrebbe andare dai
santi e sadhu con fede, gentilezza e amore. Se ci sono dubbi prega Dio
per la chiarificazione. Per grazia di Dio si arriva a conoscere che una
particolare persona è un grande santo o no. Soltanto i santi possono
esaminare i santi e coloro che hanno la grazia del santo. La Sua grazia
viene inondata solo su coloro i cui cuori sono semplici e liberi
dall'orgoglio. Quando un uomo non è in grado di capire se stesso, come
può esaminare i santi? I santi sono le forme di Dio; indagare su di essi
è difficile come indagando l'Onnipotente."
UN VIAGGIO IN SALITA (8)
Shri Haidakhan Wale Baba stava in un ashram
a Kherna nel distretto di Nainital quando un devoto, la Guardia
Forestale di Kosi, di stanza presso la sede a Vinayak, desiderava il Suo
darshan. Egli ordinò a quattro servitori a Kherna di andare a prendere
rispettosamente Sua Santità a Vinayak con una portantina. Sua Santità
acconsentì; Egli soddisfa sempre i desideri dei suoi devoti. Vinayak è a
otto o dieci miglia da Kherna e la strada a Vinayak è tutta in
salita. Sua Santità fu portato sulla portantina per circa un miglio poi
disse agli uomini: "Il sentiero è tutto in salita. Dovete sentirvi
stanchi. Inoltre è mio desiderio andare a piedi, quindi fatemi scendere
per favore." Gli uomini erano certamente stanchi ma troppo timidi per
rispettare la sua richiesta. Poi improvvisamente a pochi passi il carico
sulle loro spalle fu insopportabile; essi non potevano andare oltre.
Scendendo dalla portantina Baba gli disse, cito da 'Il viaggio a Kosi',
le pagine 4 e 5 in 'Esperienze con Sri Munindra Bhagwan' , "Riposate
per un po', io devo procedere lentamente a piedi." Egli camminò lungo il
sentiero e dopo il loro riposo i quattro andarono avanti in attesa di
raggiungersi con Sua Santità. Essi non riuscirono a trovarlo nonostante
procedessero ad un ritmo veloce; anche i viaggiatori che scendevano da
Vinayak dissero di non aver incontrato un uomo santo in viaggio. In
circa tre ore essi raggiunsero Vinayak solo per scoprire che Sua Santità
era arrivato tre ore prima.
LA DANZA DELLE BESTIE (9)
Uno dei residenti dell'Himalaya descrisse
un leela peculiare di cui egli fu testimone nel pieno della sua
giovinezza. C'era una tribù di montagna chiamata Naik esperta nell'arte
della danza popolare e la musica. Migliaia di spettatori si sarebbero
riuniti per i loro spettacoli; durante le fredde nevicate in questa
regione di montagna, questi artisti folks sarebbero andati ad esibirsi
in città lontane, guadagnando come premio migliaia di rupie. Una nota
famiglia Naik offrì di esibirsi per Shri Haidakhan Baba. Centinaia si
riunirono per l'esecuzione notturna, il principale del primo ballerino
sbuffava con orgoglio nella sua arte. Ma Shri Babaji era il distruttore
dell'orgoglio; egli sottomette l'ego. Dopo lo spettacolo, egli disse a
coloro che erano riuniti che così lontano non avrebbero visto lo
spettacolo dei semplici esseri umani; Egli avrebbe immediatamente
mostrato loro la danza delle bestie della foresta. Ovviamente loro non
ci credevano e così furono sorpresi a individuare un paio di cuccioli di
leoni che arrivavano da tutte le direzioni, in due o tre fino a quando
n'erano venti o più impressionando le persone ammutolite dalla paura.
Gli anziani caddero ai piedi di Sua Santità, pregandolo e pregando:
"Baba, i Tuoi bambini ignoranti hanno fatto un errore dubitando di te ed
hanno paura di questi animali selvaggi. Ferma il leela adesso, per
favore." Sua Santità si limitò a sorridere il Suo consenso e i cuccioli
tornarono nelle loro dimore così delicatamente come erano venuti.
UN DEVOTO TESTARDO (10)
E' stato osservato nell'era presente che le
persone affollano i santi e i rinuncianti con la fervida speranza di
raggiungere la loro propria personale realizzazione di Dio. Tali persone
non hanno alcuna consapevolezza del progresso personale; ipotizzando la
realizzazione di Dio essere un gioco da ragazzi, essi pongono all'uomo
santo il loro desiderio. Anche sapendo che è praticamente impossibile
aspettarsi l'auto realizzazione dai falsi ambulanti di verità,
sperano ancora di raggiungere il loro obiettivo supremo in un istante.
Un tale ostinato devoto, anche questa storia è legata nelle 'Esperienze
con Sri Munindra Bhagawan', si presentò davanti a Shri Haidakhan Baba ed
espresse il suo desiderio del cuore di vedere Dio. Egli era un
guerriero di casta, il suo villaggio era a tre miglia di distanza dal
tempio a Suryadevi. Sua Santità lo eluse per un po' ma quando il devoto
insistette Shri Babaji gli disse che era necessario eseguire la sacra
penitenza prima che fosse concessa una visione di Dio. Egli disse a
entrambi di andare per un periodo di tempo in luogo appartato nella
foresta e a tempo debito si stabilirono in un punto isolato. Alla sera
era solito andare a mangiare in un piccolo villaggio ad una certa
distanza. Il terzo giorno Babaji Stesso andò dal devoto dicendogli: "Non
essere turbato se si aggira qualsiasi bestia selvaggia." Subito dopo la
partenza di Sua Santità, un enorme leone arrivò e si stanziò davanti ad
una roccia. Il devoto aveva così tanta paura, egli gridò qualcuno che
venisse a proteggerlo. La vita gli fu molto cara. Non appena fu preso
nella morsa del terrore il leone si alzò e scomparve nella foresta, dopo
di che il devoto prese le sue cose per fuggire e il suo desiderio di
una visione di Dio svanì. Uscendo dal campo egli incontrò Babaji seduto
su una roccia. Il devoto nelle lacrime raccontò la storia del leone. "Mi
hai salvato la vita, la Tua Santità," disse. "Ora andiamo in qualche
altra foresta per fare la penitenza." Con un sorriso, Babaji gli disse,
"Uomo sciocco, quando sei così attaccato alla tua vita, come puoi
persino sperare di vedere Dio? Torna nel tuo villaggio. Prega Dio a
casa." In questo modo, continuamente, Babaji predicava e avviava anche i
devoti ostinati sulla giusta strada. Nella nostra era i devoti che
pensano di poter raggiungere una visione di Dio entro un minuto possono
beneficiare di questo aneddoto.
SHRI SOMAVARI BABA E BABAJI (11)
Somavari Baba, tu sei un grande
santo che vive a Padmapuri. Nel Kali Yuga, tu sei come Bhishma e ti
chiami Paramanand. Tu vivi distaccato nell'universo come un loto nella
palude fangosa. Il dolore e le questioni mondane non ti toccano. Tu vivi
nella beatitudine, incontaminato dalla Maya o dall'illusione mondana.
-Shri Charnashrit
Tra i santi e gli yogi dell'India desideroso per il darshan di Shri
Haidakhan Baba c'era il grande santo di Padmapuri conosciuto come
Somavari Baba. Somavari Baba fu un santo ideale, l'imperatore dei santi
eppure anch'egli considerava se stesso fortunato di avere il darshan di
Shri Haidakhan Baba. Per capire la grandezza di Shri Somavari Baba, uno
ha bisogno di sapere che il famoso santo di Ayodhya, Shri Raghunath
Dass, era solito inchinarsi ai piedi di Shri Somavari Baba e che molti
santi dell'Himalaya dicono che un santo della statura di Shri Somavari
Baba non sarà visto in questa epoca. Egli aveva fatto il giuramento di
non guardare direttamente nessuna donna nella sua vita e mantenne questo
voto fino alla fine. Anche le altre sue realizzazioni furono degne di
nota; ogni Lunedì a migliaia avrebbero pranzato nel suo ashram ma egli
non avrebbe toccato persino un granello di riso. Egli era solito
mangiare soltanto una volta al giorno, un po' di riso e dhal, qualunque
cosa capitava disponibile. Il suo corpo era magro dovuto alla sua dura
penitenza. I riferimenti alle sue alte gesta yogiche in tutte le opere
dei numerosi devoti suggeriscono che Shri Somavari Baba fosse un santo
ideale. D'altronde ogni volta che a Shri Haidakhan Baba capitava di
visitare il suo ashram, Somavari Baba correva da Lui, cadeva ai suoi
piedi e gridava forte, "Padre! Padre!." Egli era solito offrire il suo
posto a Haidakhan Baba e sentirsi beato, benedetto e altamente favorito,
solo essendo ai Suoi piedi. I devoti presenti in tali occasioni dissero
che l'incontro dei due grandi Esseri fu così sacro come la confluenza
dei sacri fiumi Ganga e Jamuna; essere là fu conoscere la suprema
beatitudine. Somavari Baba ha spesso detto che ogni capofamiglia da cui
Shri Haidakhan Baba accettava persino un po' di pane, era fortunato e la
cerchia interna ai devoti disse che Babaji era di fatto una
manifestazione del grande Dio e che anche il trio Brahma, Vishnu e
Maheswara lo adorava. Questi Esseri avevano un grande amore uno per
l'altro; quando i devoti chiedevano a Haidakhan Baba riguardo Somavari
Baba Egli avrebbe detto che non ci fu santo come lui in tutto
l'universo. Una volta Shri Haidakhan Baba arrivò all'ashram di Somavari
Baba disperatamente malato, spurgando e vomitando. Addolorato nel vedere
Sua Santità in questo stato, Somavari Baba chiese a Shiromani Pathak di
prendersi cura di Lui. Shiromani portò Babaji a casa sua, curando Sua
Santità con devozione e massima cura. La notte seguente all'1:00 circa,
Shri Babaji si alzò ed uscì. Pensando che Sua Santità forse si era
recato in bagno, Shiromani lo seguì con una piccola pentola di acqua.
Era un rigido inverno, la neve si trovava a circa tre o quattro piedi di
profondità. Egli vide Sua Santità a una distanza di pochi passi, poi
non poté vederlo più. Egli era svanito nella foresta. Shiromani Pathak
non fu abbastanza coraggioso di cercare Babaji quella notte. Egli
aspettò fino all'alba e quando Sua Santità non tornò si mise a cercarlo.
Dopo aver fatto una certa distanza, Shiromani vide una guardia
forestale che veniva verso di lui, pallido dalla paura. La guardia
forestale gli disse che durante la notte aveva visto una figura alta e
nuda nella foresta. Shiromani allora capì che doveva essere stato il
leela di Shri Haidakhan Baba. Shiromani continuò la ricerca solo per
apprendere che Shri Babaji era stato a Ruvari, un villaggio dove per
gli ultimi due anni si svolgeva una yagna alla Madre Divina; Sua
Santità fu presente là per tutto il tempo e non aveva mai lasciato il
villaggio. Quando Shiromani Pathak stesso andò a Ruvari e vide Sua
Santità, fu colpito dallo stupore. Il volto di Haidakhan Babaji brillava
della brillantezza di un rubino, senza segni di sorta di malattia.
Shiromani Pathak riusciva difficilmente a credere che solo pochi giorni
fa, Sua Santità era stato a casa sua in uno stato di malattia disperata.
Era anche chiaro che per gli ultimi due mesi Sua Santità era stato a
Ruvari conducendo la cerimonia della yagna. Quando fu raccontato
l'evento a Shri Somavari Baba egli sorrise semplicemente. "Sua Santità
Haidakhan Maharaj non è soltanto un grande santo, Egli è veramente Dio
incarnato. E' difficile persino agli dei capire i leela di Sua Santità."
BABAJI E LA MORTE (12)
Shri Haidakhan Wale Baba è potenzialmente
Mritunjay, il Controllore della Morte. Le persone della regione del
Kumaon parlano di molti eventi sul risorgere dalla morte in balia di
Shri Babaji. Quanto segue sono alcune di queste storie. Sua Santità era
nel villaggio di Champa, vicino Shitlakhet. La figlia dell'esponente
Thakur, il magistrato del villaggio, era malata da tempo. Ella era ormai
morta e il Thakur stava andando ad acquistare nella città vicina gli
articoli per la sua cremazione. Egli era un devoto di Shri Haidakhan
Baba e quando Baba lo vide passare Egli lo chiamò. Il Thakur,
considerandola una scorrettezza avvicinarsi a Baba in uno stato di
lutto, continuò per la sua strada. Quando il Thakur stava tornando Sua
Santità strappò gli oggetti funerari e li gettò da una parte, dicendo:
"Noi non bruciamo gli esseri viventi nel fuoco." Attonito, il Thakur
andò a casa per trovare le donne ancora a gemere e a piangere ad alta
voce sul cadavere. Il Thakur, strappò via il sudario e vide che sua
figlia stava di nuovo respirando. Meravigliati, gli abitanti corsero da
Babaji cadendo ai Suoi piedi in lacrime. Gradualmente, con la grazia di
Babaji, la ragazza guarì.
Un altro aneddoto riguarda la morte del
fratello di Shri Ramadatt Jyotivind. Lakshman soffrì di una malattia per
pochi giorni e poi improvvisamente morì. Come è consuetudine, Shri
Ramadatt andò al Lago Poorvataal per il bagno prima che iniziassero i
riti funerari; sulla strada verso casa, notando Shri Haidakhan Baba
leggermente sorridente lo informò che suo fratello era appena morto.
Babaji lo seguì a casa; non appena Egli entrò in casa, il fratello si
alzò in piedi, camminò verso Babaji e si prostrò ai Suoi Sacri Piedi.
Ramadatt aveva sentito che Shri Hanuman otteneva la sanjeevini, un'erba
vivificante per salvare la vita del fratello di Rama ma quello non era
il caso: Shri Haidakhan Baba aveva donato la vita per suo fratello senza
la sanjeevini.
Jaisingh, il giovane figlio di Gumani Bhakta, devoto
di Babaji, ebbe un improvviso attacco di delirio e nonostante il
trattamento medico, non riuscì a recuperare. Gumani Bhakta era lontano
in quel momento al servizio di Babaji; la mattina della morte del
figlio, Sua Santità disse: "Vieni, ti portiamo a casa." Arrivando con
Babaji, Gumani trovò il suo ragazzo morto e la sua casa piena di pianto
ma, Gumani, ardente devoto di Shri Haidakhan Baba, non perse il
coraggio. Sua Santità tirò qualche filo d'erba e spremuto il succo nella
bocca del ragazzo e con la Sua misericordia, portò il ragazzo morto in
vita. Il ragazzo e sua madre giurarono che la loro storia era vera.
Jaisingh mostrò persino a questo scrittore il dente rotto che si era
spezzato quando Babaji aprì la sua bocca per versare il succo.
Shri
Haidakhan Baba procedeva con un devoto al sacro ashram a Badrinath.
Sulla strada il devoto ebbe un attacco di colera con frequenti purghe e
vomito, i suoi arti erano diventati freddi e realizzando che la morte si
stava avvicinando, i suoi occhi si riempirono di lacrime, "Dovrei
scrollarmi di dosso il mio corpo invece di te," Babaji gli disse,
"Dopotutto, chi è là a piangere la mia morte?" Improvvisamente il devoto
recuperò dalla sua malattia e il colera iniziò il suo attacco su Shri
Babaji. Alla sua morte Babaji diede istruzioni al Suo devoto che il Suo
cadavere doveva essere bruciato e le ceneri cosparse nel Sacro Fiume
Ganga. Più tardi, Sua Santità morì; il devoto, lacerato dal dolore,
bruciò il Corpo come da istruzioni e prese le ceneri per il Sacro Ganga.
Dopo un mese circa, l'afflitto devoto tornò ad Almora pieno di rimorso
solo per apprendere che Sua Santità era ad Almora sano e salvo
soggiornando a casa di un altro devoto! Non poteva crederci; egli stesso
aveva eseguito i riti funerari a Sua Santità. Quando andò a casa
dell'altro devoto e vide Babaji, seduto come al solito, egli ancora non
poteva crederci. Egli toccò il corpo di Babaji. Trovandolo lo stesso di
prima, egli fu così scioccato che perse la sua mente, un pazzo fino a
quando finalmente guarì dopo circa sei mesi.
Pradhan, il capo del
villaggio di Kathgharia, raccontò un evento della sua propria
esperienza. Il suo solo figlio aveva contratto un'incurabile malattia ed
era nel suo letto di morte. Profondamente turbato, per ogni fonte di
speranza che era venuta meno, Pradhan andò all'ashram di Kathgharia ed
iniziò a pregare. Sebbene Sua Santità non fosse presente, le preghiere
di Pradhan si trasformarono in meditazione e la sua meditazione in uno
stato di trascendenza, egli vide Shri Haidakhan Baba in piedi fuori la
porta della sua casa che chiamava suo figlio. Il ragazzo malato e
precedentemente persino incapace di alzarsi dal letto, venne e toccò i
Suoi Sacri Piedi. Solo allora il trance si interruppe e Pradhan fu pieno
di stupore. Quando egli tornò a casa notò il miglioramento delle
condizioni di suo figlio, senza ulteriori trattamenti, il ragazzo era di
nuovo sano.
Shri Shiromani Pathak, un altro ardente devoto di Sua
Santità, inaspettatamente si ammalò e morì in pochi giorni, lasciando la
sua famiglia a Shitlakhet sopraffatta dal dolore. La sua anziana madre,
fortemente scossa dalla morte prematura del figlio, non poteva
sopportare i morsi della perdita e fuggì in una foresta con una corda,
con l'intenzione di impiccarsi. A casa, le persone erano occupate a
raccogliere gli articoli per il funerale. Shiromani Pathak, anche se in
uno stato di morte, percepiva tuttavia che l'Aswini kumar, i medici
gemelli agli dei, stavano spruzzando acqua e il fogliame di Kushgrass
sul suo corpo e, allo stesso tempo, vide Shri Haidakhan Baba venire
verso di lui, le pantofole d'oro ai Suoi piedi, una brocca d'oro nelle
Sue mani. I gemelli medici si inchinarono ai Suoi Sacri piedi e poi
scomparvero. All'ashram locale Shri Haridatt, un vicino compagno di Shri
Shiromani, stava dormendo e fece un sogno. Nel sogno egli vide i
familiari di Shiromani portare il suo cadavere per la cremazione, vide
che Shri Haidakhan Baba era arrivato e che stava ordinando al cadavere
abbassato a terra e rimosse le legature. Poi vide Shri Shiromani
alzarsi. Perturbato quando il sogno si interruppe, andò a casa di Shri
Shiromani. Là vide Shri Shiromani entusiasta e pochi giorni dopo, lo
trovò tornato alle sue normali faccende. Haridatt realizzò che il suo
sogno era una realtà. Nel frattempo, l'anziana madre di Shiromani aveva
impulsivamente lasciato cadere la sua determinazione a commettere il
suicidio, tornò a casa e trovò suo figlio morto vivo. Lei si inchinò ai
piedi di Shri Haidakhan Baba ripetutamente, riconoscendo la Sua eterna
gloria, grazia e misericordia.
Un negoziante di Haidakhan mi disse
di un altro evento di grazia di restituzione della vita. Come un giovane
uomo, il negoziante era stato colto da una grave malattia e morì dopo
pochi giorni di sofferenza. Nello stato di morte egli sentiva i
rappresentanti di Yama, il dio della morte, portarlo via tirato dalle
corde. In questo frangente egli vide apparire una figura il cui volto
aveva una tinta bluastra associato a Shiva. Egli somigliava a Shri
Haidakhan Baba nella statura e nei lineamenti; Egli liberò il negoziante
dalle corde fatali di Yama, benedicendolo con lunga vita. Il respiro
della vita tornò e infatti il negoziante, visse per oltre settant'anni.
La misericordia di Shri Haidakhan Baba aveva salvato molti mortali
sofferenti di tali malattie come la tubercolosi e la lebbra per le quali
non erano state utilizzate medicine. Lala Radheshyam di Kashipur, una
vittima di tubercolosi, era arrivato all'ultimo stadio ma, per la santa
grazia di Babaji egli migliorò e guarì dalla malattia. Shri Bhakt
Manorath Joshi fu un devoto di Sua Santità. Suo figlio aveva sviluppato
una malattia agli occhi e non poteva essere curato; anche con il
migliore trattamento, il ragazzo diventò cieco. Bhakt era sconvolto.
Pochi giorni dopo, Sua Santità venne in quella zona; Joshi andò da Lui
con suo figlio, cadde ai Suoi Sacri piedi e pianse. Babaji,
l'inesauribile fonte di grazia, mise le Sue dita sugli occhi ciechi e il
ragazzo riacquistò la sua vista. I cittadini del Kumaon mi hanno
raccontato centinaia di queste storie. Soltanto gli eventi verificati
dallo scrittore sono inclusi qui. Se si dovesse riportare tutte le
storie, queste pagine sarebbero aumentate di un ingombrante volume,
poiché non c'è fine ai miracoli della misericordia elargita ai Suoi
credenti, ai Suoi devoti e alle persone pie.
IL POZZO DEL FUOCO DI UN RE (13)
Secondo la storia antica della
regione del Kumaon, Raja Milindrapal ci governò durante il XVI secolo.
Le reliquie e le rovine del suo palazzo si possono vedere ancora oggi.
Una volta, Shri Haidakhan Baba e i Suoi devoti erano seduti in un tempio
di Shiva nel villaggio di Pasia. Si trattava di un tempio antico e ben
noto. Proprio come il Nepal che ha il suo famoso tempio di Pasupathinath
e l'Himalaya che ha il tempio di Shri Kedarnath e sono entrambi
sacri luoghi di pellegrinaggio, anche Parshuram è un'area sacra e
famosa. Sua Santità disse ai devoti presenti che il sito conteneva anche
un pozzo del fuoco sacrificale, l'havankund di Raja Milindrapal che
aveva governato il paese trecento anni prima e svolto molte cerimonie
del fuoco in quel luogo. Sperando di verificare la validità di questa
affermazione, alcuni dei devoti iniziarono gli scavi; a pochi piedi
sotto, essi scoprirono cumuli di cenere e un certo numero di reliquie,
dimostrando che in effetti, doveva essere l'havankund di Raja
Milindrapal. Dall'osservazione di Shri Haidakhan Baba si può anche
concludere che Sua Santità era stato nella zona per almeno da quattro a
cinquecento anni. In alcuni di questi luoghi, dove Sua Santità aveva
compiuto la penitenza, gli anziani possono ancora sentire l'energia
della presenza di Shri Babaji.
NASCONDINO (14)
Come i leela di altri avatar, ci sono anche racconti
dei giocosi leela di Shri Haidakhan Baba. Sua Santità stava giocando a
nascondino con i bambini del villaggio. I bambini dissero: "Baba
nasconditi dovunque Vuoi e noi Ti cercheremo." Immediatamente, Sua
Santità scomparve. I bambini e poi i giovani e i più anziani abitanti
del villaggio lo cercarono tutto il giorno ma Babaji non fu trovato.
Stanchi, tristi e sconfitti infine pregarono che venisse fuori dal Suo
nascondiglio. Poi ecco, Egli era lì su un ramo di un albero, parlando
loro con parole nascoste nella melodia di un usignolo, rivelando che
aveva assunto la forma di uccello e osservava piacevolmente le loro
attività per l'intera giornata. Avendo così parlato, Sua Santità riprese
la Sua forma normale. Un altro giorno, Sua Santità era seduto nel
villaggio di Reoni. Era estate e i devoti intorno a Lui erano assetati
ma non c'era, così credevano, acqua. Sua Santità disse loro che Egli
sapeva di una bellissima sorgente di acqua potabile nelle vicinanze.
Nessun altro la conosceva, neanche gli anziani residenti e tutti
guardavano con stupore come Sua Santità rimosse un enorme pietra
dall'entrata di una grotta, l'apertura era così stretta e piccola che
neanche un bambino poteva passarci dentro. Sembrava impossibile per il
corpo enorme di Shri Babaji entrare; e tuttavia con tutti a guardare,
Egli scomparve dentro la grotta con una brocca, poi tornò con essa piena
di acqua fresca per placare la sete di tutti i presenti. Questo evento
non solo illustra l'abilità di Babaji di assumere qualsiasi corpo, di
qualsiasi dimensione, grande o piccolo ma, aveva anche rivelato che Sua
Santità aveva eseguito penitenza in quella grotta, sedendo in una
posizione yoga in samadhi per un periodo di trecento anni. A volte Egli
dava il prasad di latte ai devoti. Egli aveva l'abitudine di salire
senza fatica fino al Monte Kailash, l'altitudine è così elevata che è
disabitato poi tornava con il Suo kamandal pieno di latte. Interpellato
su questo miracolo, disse che la Kamadhenu, la celestiale mucca delle
divinità, forniva il latte alle divinità sul Monte Kailash e che lo
stesso latte riempiva la Sua santa brocca. Quei devoti abbastanza
fortunati che assaggiarono il latte dissero che esso aveva una fragranza
superba e un gusto speciale. In pellegrinaggio a Mansarovar, Sua
Santità fu osservato entrare in un laghetto di loto dove crescevano
fiori di loto blu. Anche una varietà di serpenti d'acqua vivevano nello
stagno e avvolti intorno agli arti di Babaji, Sua Santità giocava con
loro, guardando i serpenti toccare i Suoi piedi per poi ritirarsi.
Giochi apparentemente da ragazzo, tali miracoli parlano della grande
prodezza yogica di Sua Santità. Chi ha l'abilità di capire il potere
spirituale yogico di Shri Babaji? Egli non ha limiti e non ha fine. Una
volta, visitando Saharanpur, Sua Santità vide un bellissimo giardino, la
proprietà di un Mahant; entrando nel giardino, Egli si sedette ed entrò
in uno stato meditativo. Quando il Mahant apprese che qualcuno aveva
trasgredito corse nel suo caro giardino a richiamare l'uomo pazzo. Sua
Santità non si mosse; un lieve sorriso sul Suo volto, Egli rimase seduto
nel giardino, nella profonda meditazione. Questo fece arrabbiare il
Mahant; egli alzò i pugni ma, lo! Egli non poteva toccare Baba perché il
Suo corpo mortale non era lì. Ora in preda alla paura e allo stupore,
il Mahant cadde ai piedi di Sua Santità e pianse amaramente per la sua
follia e Sua misericordiosa Santità lo benedisse con lunga vita.
IL COMMISSARIO BRITANNICO (15)
Una volta un commissario britannico
venne a Kathgharia, vicino Haldwani e scorse Shri Haidakhan Wale Baba
seduto nella posa Siddhasana sotto un albero Kadamba. Egli fu così
impressionato , scese dal suo elefante e in un atteggiamento di
preghiera, rimase là guardando solennemente una figura che non sbatteva
neanche le palpebre. Egli chiese a qualche passante di Sua Santità. Essi
gli dissero che Egli era uno yogi altamente realizzato, un semplice
rinunciante per natura chiamato Siddha Siddheswar Haidakhan Baba. Essi
gli dissero le storie di questo maestoso e brillante Essere, storie che
mossero così il commissario a concedere a Shri Haidakhan Babaji dieci
acri di terra a Kathgharia, esenti da tasse, in cui costruire un ashram,
che si trova ancora oggi. Pochi anni dopo si verificò un altro evento
particolare: il ramo di un albero peepal e il ramo di un altro albero
cominciarono a germogliare dal tronco dell'albero Kadamba sotto il quale
una volta sedeva Sua Santità nella posa Siddhasana. La gente era
stupita all'insolita visione di alberi diversi che crescevano da un
tronco. Questo albero espandeva i suoi rami che crescevano ampi formando
una scena attrattiva. Il tronco da allora ha sviluppato una cavità e
anche se la sua sopravvivenza sembra discutibile, l'albero al momento
rimane robusto e forte. Anche una storia miracolosa è associata a questo
albero. Una volta, inaspettatamente, il tronco prese fuoco. In quel
periodo sotto l'albero c'erano due capanne di fieno: in una ci viveva un
pujari e l'altra riparava una donna dall'ashram che era impegnata nella
continua preghiera. La capanna del pujari era ridotta in cenere:
l'altra rimase illesa. Soltanto quando la donna uscì dalla sua capanna
dopo la puja e le preghiere ella realizzò la devastazione che il fuoco
aveva prodotto. L'intera area era coperta di cenere ma la grazia di Sua
Santità Shri Haidakhan Baba aveva salvato la sua capanna. Anche questo è
un leela di Shri Babaji.
L'IRASCIBILE AVVOCATO (16)
Si dice che Shri Haidakhan Baba non fu
mai visto di umore arrabbiato e nemmeno visibilmente contrariato per un
momento. Una volta Shri Bholadatt Pandey, un avvocato, era in sella al
suo cavallo da Kathgodam; sul ciglio della strada vicino Ranibag, egli
vide Babaji su un poggio roccioso. Sua Santità sembrava molto contento,
un leggero sorriso raggiante sul Suo viso. Bholadatt, irascibile ed
arrogante di natura, concluse che un pazzo stava ridendo di lui.
Tale, evidentemente, era la sua idea sbagliata che sparò una domanda
arrabbiata chiedendo a Sua santità perché Egli stava ridendo di lui. Sua
Santità rimase calmo e raccolto mentre rispondeva. "Non sto ridendo di
te. Sono divertito perché la campana del tempio a Badrinath è caduta; le
persone stanno provando a rimetterla ma hanno difficoltà." Bholadatt
pensò che fosse una scusa, progettata per risparmiare lo sciocco dalla
sferza: il tempio di Badrinath era a trecento miglia di distanza. "Non
puoi ingannarmi così. Se le tue parole dimostrano il falso, sarai
severamente punito." Così dicendo, egli cavalcò nel suo stato d'animo
arrabbiato; raggiungendo Kathgodam, egli fece alcune domande. Infatti a
Badrinath stavano ancora provando a rimettere al suo posto la grande
campana. Bholadatt si precipitò da Sua Santità a chiedere perdono, la
sua dignità di avvocato nel caos. I suoi sforzi iniziali di trovare
Babaji furono invano. Dopo una ricerca frenetica di diversi giorni
finalmente egli ebbe la desiderata visione di Sua Santità in una grotta
vicino Bansuli. Bholadatt si gettò ai Suoi piedi, strinse i Suoi piedi
di loto, implorò il perdono e rimase Suo devoto per sempre.
SORSI DI LATTE, SORSI DI TE' (17)
Nel racconto di fama mondiale
della Guerra del Mahabharata si fa riferimento a un recipiente speciale
che nelle mani dei Pandava poteva nutrire innumerevoli persone e mai
diventare vuoto. Quell'inesauribile recipiente però poteva essere
utilizzato solo una volta al giorno. Un giorno, durante i dodici anni di
esilio dei Pandava, quando il recipiente era stato già usato, il grande
saggio Durvasa arrivò al campo dei Pandava accompagnato da una grande
comitiva di allievi. I Pandava erano disperati nel rendere ospitalità ai
loro ospiti: Durvasa era famoso per la sua collera e i Pandava erano
preoccupati che se la corretta ospitalità non era prolungata Durvasa li
avrebbe trasformati in cenere. Nell'ora della crisi, una preghiera al
Signore Krishna, salvatore dei devoti leali, li tenne dalla rovina
totale. Un chicco di grano era rimasto attaccato a quella miracolosa
ciotola di cibo; il Signore Krishna apparve e mise il chicco nella Sua
bocca, dicendo: "Possano tutte le anime del mondo essere pacifiche e
soddisfatti!" Non appena uscirono le parole dalla Sua bocca la fame di
tutti coloro nella comitiva fu placata. Oggi le persone trovano
difficoltà a credere a tali storie ma anche Shri Haidakhan Baba ha
eseguito questo tipo di miracoli, rinnovando così la credenza nella
storia del Mahabharata menzionata sopra. I racconti di questo evento
possono essere ancora ascoltati ad Almora. Sua Santità era in
pellegrinaggio al Kailash quando le razioni si esaurirono. Le persone
avevano sofferto la fame per due giorni; il terzo giorno erano tutti in
grande difficoltà e Sua Santità ebbe pietà di loro. Fuori dalla foresta
venne una ragazza con un bicchiere di latticello così piccolo che non
sarebbe bastato a placare la fame anche di un solo uomo. Per molti
pellegrini fu un'ora di vita e di morte. Sua Santità prese il bicchiere
di latticello nelle sue mani, bevve due sorsi e lo! Anche i pellegrini
furono soddisfatti e il loro vigore restaurato. Un simile evento a
Shitlakhet mi fu raccontato da uno dei testimoni e concerne un uomo di
ricchezza che aveva trascorso molto del suo tempo all'estero; egli si
era abituato ai modi Occidentali e, convertito alla Cristianità, conobbe
la storia Biblica di Cristo che placava la fame dei suoi seguaci con i
pezzetti di pesce. A Shitlakhet egli incontrò Babaji e inizialmente
diversi devoti anche se, in poco tempo, il loro numero salì a un paio di
centinaia. Quando fu servito il tè in un bollitore difficilmente
abbastanza grande per tre o quattro tazze un Brahmino nel raduno
espresse i suoi dubbi. Chiaramente non c'era abbastanza tè per centinaia
di presenti. Sua Santità chiese al padrone di casa di servire la prima
tazza di tè al Brahmino. Non fu soddisfatto soltanto lui,
miracolosamente il bollitore aveva abbastanza tè per tutti. Preso dallo
stupore il seguace dai modi Occidentali cadde ai piedi sacri di Sua
Santità e passò sotto il Suo rifugio. La sua fede si risvegliò, egli
considerava Sua Santità un'apparizione dell'Onnipotente e ancora Sua
Santità Shri Haidakhan Baba rendeva noto solo il minimo del Suo infinito
potere.
UNA FERITA (18)
Il bellissimo ma piccolo villaggio di Shitlakhet è
situato tra Almora e Nainital nella regione del Kumaon. Questo villaggio
è circondato in tutte le direzioni dalle alte cime ricoperte di neve
dell'Himalaya, la scena naturale è piena di pace e beatitudine. Anni fa
un Brahmino chiamato Shiromani Pathak viveva nel villaggio con la sua
famiglia. Come le altre persone della regione di montagna egli era
innocente della sua povertà e gestiva un tea shop del paese. In
quei giorni Shri Babaji eseguiva numerosi miracoli. Pathak sentì
raccontare di ciò e sebbene fosse desideroso di una visione di Sua
Santità, Babaji non aveva un luogo definitivo in cui stare così non fu
fino al giorno in cui sentì che Baba era passato di là in una portantina
ed egli alla fine sperava di vederlo. Sfortunatamente Shri Pathak era
immobilizzato a causa di una grave ferita alla gamba; tuttavia capitò
che la portantina che portava Sua Santità passasse al suo tea shop, egli
non riuscì a controllare se stesso e nonostante la sua ferità si alzò.
Il dolore non era forte, egli scivolò sui gradini di legno e cadde
incosciente. Una scheggia di legno aveva trafitto la ferita, il sangue
sgorgava come una fontana e i cittadini intorno a lui non pensavano che
si sarebbe salvato ma, Sua Santità è il supremo misericordioso e ardente
benefattore dei Suoi devoti. Egli saltò dalla portantina e corse verso
l'uomo ferito, cullandolo sul Suo grembo Egli distese la fronte di Shri
Pathak con il Suo santo palmo. Al Suo semplice tocco Pathak cominciò a
respirare, la forza vitale iniziò a circolare ancora una volta e il
sanguinamento cessò. Pathak avrebbe preso rifugio in Sua Santità, spesso
racconta la sua storia agli amici e agli altri uomini con le lacrime
agli occhi. Più tardi a volte Shiromani Pathak dormiva nella capanna
verdeggiante di Babaji quando Sua Santità lo svegliava dicendo: "Guarda,
vedi cosa sta succedendo giù nei pressi del ruscello." Pathak si alzava
per vedere quattro fiaccole brillanti di luce. Per una quindicina di
minuti egli guardò le quattro luci, la loro intensa luminosità rendeva
l'oscura notte come il giorno. Quando scomparvero Pathak chiese cosa
fossero. Sua Santità rispose con grande affetto che Lakshmi Narayan, il
dio della prosperità, era apparso e i suoi assistenti portavano le luci.
Negli anni a venire Shri Pathak si arricchì diventando proprietario di
quattro mucche, una casa e meleti; i suoi bambini avrebbero portato
vite felici e soddisfatte. Cosa c'è che non è già esistente nel regno di
Dio? Ciò che desiderano i devoti con purezza l'avranno.
LEONI, FRUTTA ESTIVA, LOCALI CHIUSI A CHIAVE, UN LIBRO (19)
Una volta Shri Babaji era seduto in una capanna di paglia accanto alla
sacra grotta di Haidakhan. La capanna era sulla riva del Fiume Gautama
Ganga; là, Sua Santità aveva eseguito la penitenza panchagni, adorare
con i cinque fuochi, poi fu notato un enorme leone venire ogni mattina
per salutare Sua Santità. Al momento alcuni santi stavano con Sua
Santità come ospiti. Quando videro che l'enorme leone veniva verso di
loro erano terribilmente impauriti. Sua Santità disse loro che non c'era
alcun motivo di aver paura, il leone avrebbe pregato e poi si sarebbe
allontanato pacificamente. Quando il leone venne molto vicino i santi
chiusero gli occhi nel terrore. Tuttavia dopo che erano passati alcuni
secondi, poterono vedere il leone ritirarsi pacificamente. Shri
Nilakanth Patwari narrò un altro evento che egli aveva visto nella sua
fanciullezza. Egli era al servizio di Shri Haidakhan Baba con altri
ragazzi e Sua Santità aveva l'abitudine di fare infantili leela. Ogni
volta che Sua Santità accompagnava i ragazzi alla Foresta Kalichor, Egli
usava chiedere loro di chiudere gli occhi per qualche istante. Una
volta Nilakanth aveva gli occhi parzialmente aperti e fu terrorizzato
nel vedere che Sua Santità stava nutrendo un enorme leone d'oro con le
Sue stesse mani. Nilakanth guardò per pochi minuti poi chiuse gli occhi;
al suo ritorno raccontò ai residenti del villaggio questo particolare
leela.
In un'altra occasione, i santi che conoscevano la grandezza
di Sua Santità, vennero per il Suo darshan. Fu durante il mese di Magha,
Gennaio-Febbraio e ne seguì una discussione tra i pii santi sul frutto
kaphal. Sebbene tutti coloro all'assemblea di santi conoscevano che il
frutto kaphal si trova solo in estate e non nei mesi invernali essi
condivisero un capriccio passeggero: forse avrebbero chiesto a Sua
Santità il kaphal come prasad. Avendo scorto il desiderio dei santi, Sua
Santità uscì e tornò con un ramo dell'albero kaphal pieno di frutta
distribuendolo come prasad. Inoltre Shri Haidakhan Baba aveva il
controllo di tutti gli elementi. Quando andò al villaggio di Chourgalya
su richiesta di Shri Mangal Singh, Egli non soggiornò nella sua casa;
infatti, fuori dal villaggio fu costruito un dhuni, un sacro pozzo del
fuoco. Era di nuovo il mese di Magha, rigorosamente freddo, con pioggia,
riversava grandinate per ore ma il dhuni di Sua Santità rimaneva
acceso, bruciando costantemente. Sembrava come se la pioggia non potesse
toccare il fuoco del dhuni di Shri Haidakhan Baba.
Shri Govardhan
di Kathgharia raccontò un evento che aveva visto con i suoi stessi
occhi. Sua Santità era andato da un pio uomo di famiglia in un villaggio
vicino Kathgharia. La moglie del padrone di casa devoto lo nutrì a cena
e quando Sua Santità si sistemò per la notte la casalinga chiuse la
porta della stanza come precauzione in caso uscisse nella notte. Con sua
sorpresa la mattina seguente quando aprì la porta Babaji non era là.
Lei andò a cercarlo e quando lo trovò a Kathgharia gli chiese come era
fuggito dalla stanza chiusa a chiave. La Sua risposta fu semplice,
offerta con un sorriso: "Dio stava passando sulla Sua macchina aerea,
dovevo uscire per il Suo darshan." Sia l'uomo e la moglie di cui sopra
furono ardenti devoti di Shri Babaji; essi lo servivano con grande amore
e devozione e quando Egli si offrì di concedergli una benedizione, la
casalinga pregò che potessero avere la visione di Sua Santità appena
prima della loro morte. "Ricordate," disse Babaji, "se vedete un santo
tenere il bambù con le radici, la vostra morte è vicina" ma, a volte
quando videro un santo con un bambù con le radici, essi non si
ricordarono e presto il santo scomparve. Solo in seguito le parole di
Baba balenarono nella loro mente e seppero che la morte era vicina. Essi
si pentirono di non aver ricordato l'avvertimento di Babaji e
decedettero improvvisamente il giorno seguente.
Tra i residenti
di Almora c'era un sincero devoto di Sua Santità la cui bellissima
moglie aveva l'abitudine di imboccare Babaji con le sue mani come se
Egli fosse un bambino. Gli invidiosi abitanti del villaggio,
responsabili di misfatti, cercarono di mettere suo marito contro di lei,
accusando la donna di non osservare rispetto nei confronti di un
dignitario e lo raccontarono a suo marito. Il pettegolezzo non fece
impressione sul devoto; la sua fede nella divinità e l'infantile
innocenza di Sua Santità era stabile e salda. Un giorno quando la moglie
stava servendo la cena a Babaji gli aizzatori malevoli chiusero la
stanza da fuori e andarono a cercare suo marito per presentargli la
scena compromettente. Il marito non credeva alle chiacchiere ma essi
insistettero ed egli stesso andò a vedere. Quando tornò a casa e girò la
chiave nella serratura non trovò nessuno altri che sua moglie che
dormiva. Vergognati del loro tentativo di intrappolare il Santo Saggio i
chiacchieroni scomparvero nella vergogna lasciando la coppia nella loro
profonda devozione per Babaji.
La vetta sopra la grotta di
Haidakhan si chiama Kailash. La zona è piena di Shiva Lingam e si tiene
un Mela a Shivaratri. In occasione di tale celebrazione, Babaji era
accampato là. I pellegrini salendo la collina videro Sua Santità in
posizione yoga in fondo alla salita degli 8000 piedi, catturati dalla
Sua vista videro ancora una volta più in alto Babaji e poi di nuovo
nella capanna di paglia in cima alla montagna: una meravigliosa visione
di una forma in tre luoghi. Nella fitta foresta di Bansuli, appena al di
là di Ranibag, c'è una grande grotta dove Shri Haidakhan Baba eseguì
una grande penitenza, rimanendoci per mesi. Allo stesso modo Sua Santità
si trovava nel Fiume Vegavati per dodici anni in una penitenza di
stupefacente meraviglia. Una guardia forestale di Kausani fece
un'offerta a Sua Santità soltanto per sentirsi dire di metterne un po'
da parte su una foglia per Shiva Shankar. La guardia forestale, un
devoto seguace di Araya Samaj, non credeva nel culto dell'idolo ma, fu
profondamente impressionato dalle realizzazioni di Sua Santità e quando
egli comprese che erano sei miglia di salita per il tempio di Shiva, si
chiedeva come l'offerta poteva raggiungerlo. Come era la Sua natura,
Shri Babaji sorrise semplicemente. Spinto dalla curiosità e da una
misteriosa ispirazione, la guardia forestale diretto al tempio di Shiva
con due dei suoi uomini lo raggiunse dopo una salita di quattro ore.
Benché fosse impossibile per chiunque raggiungere presto il luogo, là al
tempio di Shiva, sulla stessa foglia c'era la sua offerta al Signore
Shankar. Vergognatosi della sua incredulità, la guardia forestale
rinunciò alla sua fede nell'Arya Samaj, arrendendosi completamente ai
piedi di Baba.
Ramachandra, un insegnante di professione, era un
residente del villaggio Bavyad e un convinto devoto di Sua Santità.
Nonostante fosse povero e sperasse di migliorare il suo destino, egli
esitava, inspiegabilmente, di esprimere le sue ambizioni. Sua Santità
capì; Egli gli chiese di portare un recipiente di acqua dal Fiume Gola.
Quando arrivò al fiume, il suo letto sembrava pieno di pepite d'oro;
egli non prese niente, ritornò soltanto con il recipiente di acqua,
Babaji lo interrogò, dicendo: "Perché non prendi un po' di pepite
d'oro?" Ramachandra colpito dalla realizzazione della sua propria
riservata natura, cadde ai piedi di Babaji. Analogamente fu corretto un
dubbio di un Brahmino che sentiva che Babaji fosse vago e oscuro. Sua
Santità fu chiamato per una Shiva lingam puja e nominò una cerchia di
Brahmini per recitare le scritture. Il dubbioso partecipò alla
recitazione. "Siamo privi di un Brahmino," Sua Santità gli disse: "Tu
puoi completare il cerchio." Il Brahmino accettò solo per scoprire che
erano a corto di un libro. Ne fu trovato uno vecchio ma, il Brahmino si
lamentò che non poteva leggerlo, il testo era troppo piccolo. Sua
Santità scrollò le spalle. "Non importa. Se le parole non sono
leggibili, siedi semplicemente con esso." Appena il dubbioso iniziò
recitando le parole sulla pagina esse diventarono grosse e luminose. Il
suo interesse nella recitazione si intensificò; egli parlava con una
voce alta e chiara. Pentendosi della sua follia, completò la recitazione
avanti agli altri, non più scettico.
UN POZZO PER IL TEMPIO (20)
A Shri Shyama Devi, un luogo sacro
nell'antica Era Purana, c'è un tempio di Bhagavati Durga, situato a
un'altezza di circa novemila piedi. Un tempo famoso, cadde in rovina e
il suo pozzo si prosciugò rendendolo difficile per i pellegrini. Il
sacerdote del tempio, insieme ad altri suoi devoti, si appellò a Sua
Santità per salvarli dalle gravi difficoltà. Cinquecento anni fa, Babaji
gli disse che c'era stato un altro pozzo uno che non si sarebbe mai
prosciugato anche se si trovava ad un'altitudine molto alta. Quando fu
espressa incredulità, Sua Santità andò in cima alla vetta di Shyama Devi
e indicò un masso suggerendo di essere rimosso. Dopo due o tre giorni
di scavi fu scoperto un pozzo, la sua acqua era fresca e deliziosa, una
perpetua delizia per centinaia di pellegrini.
LA GROTTA E IL TEMPIO A HAIDAKHAN (21)
Haidakhan è a tredici miglia
da Haldwani. La strada è ripida e difficile da attraversare. Il
villaggio è situato ai piedi del Monte Kailash, sulle rive del Fiume
Gautama Ganga. Un'erba medicinale con il nome di harid è disponibile in
abbondanza e il villaggio è conosciuto come Haidakhan, "khan" significa
"luogo di." Alla fine del secolo, la strada per Haidakhan era quasi
impraticabile ma, i cavalli ora possono trovare facilmente il modo ed
è prevista un'autostrada. C'è una stazione forestale ora, una scuola e
negozi di vari tipi. Shri Haidakhan Baba aveva un tempio di Shiva e una
guesthouse costruita, così le persone chiamano questo senza nome ma
popolare santo di molti nomi Haidakhan Wale Baba. Sul lato più lontano
di Haidakhan, adiacente al Monte Kailash, c'è la grotta di Haidakhan. La
sensazione di pace e gioia che si ricava in questa bellissima grotta è
indescrivibile. Una grotta dal nome comune è un bellissimo tempio, le
sue sommità costruite dalla natura. Gli anziani studiosi di vari luoghi,
compreso Haidakhan, concordarono con me di ascoltare i racconti della
bontà di Shri Haidakhan Baba tutti pieni della Sua grazia e potere. La
più stupefacente è la storia connessa alla costruzione del tempio di
Shiva a Haidakhan. Il tempio era in costruzione, i lavoratori erano
prossimi al momento di stabilire le lastre di pietra. Prendere le pietre
avrebbe ritardato il lavoro di due settimane o più. La questione fu
comunicata a Babaji. Ciò era tutto. Sua Santità uscì fuori al sito con
un piccolo marcatore e disegnò una traccia sulle rocce denotando la
dimensione e la forma delle lastre necessarie. A sorpresa di tutti, le
rocce fornirono le lastre senza il colpo di uno scalpello o martello.
Esse erano così raffinate nella loro forma, dimensione, linee e
impostazione che qualsiasi osservatore le avrebbe attribuite a qualche
maestro scultore o artigiano. Un tale incredibile leela è così molto
raro.
IL RUSCELLO A SIDDHASHRAM (22)
Babaji si trovava in un giardino
vicino Almora e un giorno chiese a un devoto chiamato Dola di portarlo
al sacro ruscello dalla deliziosa acqua potabile. Dola rifletté. C'era
un ruscello così benedetto nelle vicinanze? Se così, dove? Perplesso,
Dola portò Sua Santità a casa di Shiromani Pathak; Shiromani seduto Sua
Santità con riverenza e devozione, prese Dola e Gouridatta Pant per
cercare un ruscello che casualmente ricordava. Cercando nella foresta
il frutto kaphal, Shiromani si era imbattuto in una piccola sorgente,
la sua acqua fresca e chiara, deliziosa e incontaminata. Con la chiusura
della sera sui suoi passi, Shiromani era pieno di eccitazione e gioia.
Fu difficile localizzare la sorgente al buio ma, dopo aver trascorso un
bel po' di tempo, finalmente trovarono il posto. Il recipiente era
pieno, la sorgente così piccola che ci volle mezz'ora e poi il rivolo si
trasformò in fango. Essi tornarono da Babaji con la loro offerta. Egli
la odorò e ritenuta pura e sacra, la bevve. Il giorno dopo Sua Santità
venne alla sorgente con tutti e tre i devoti, cercando la fonte della
sorgente con le Sue mani nude come osservato dai devoti. Poco dopo il
rivolo proveniente dalla sorgente era un flusso pieno d'acqua e gli fu
collegato un tubo di legno. Attualmente questa sacra sorgente scorre
ancora di pura e deliziosa acqua. Shri Haidakhan Baba aveva una capanna
coperta di foglie costruita dal torrente; Egli vi soggiornò per pochi
giorni e trovò il posto così bello che Egli espresse un desiderio di
costruirci un ashram un giorno.
LA COSTRUZIONE DI UN ASHRAM (23)
Siddhashram è uno dei più
importanti siti dei leela di Shri Haidakhan Baba. Poeti e artisti
trovano difficile descrivere la bellezza e la grandiosità dell'ashram.
C'è una casa per gli ospiti, un tempio Vishnudevi e come descritto
precedentemente, un fresco ruscello. Un eremo e una stalla si trovano
nelle vicinanze; l'eremo si trova al punto più alto da cui possono
essere viste le famose montagne coperte di neve come il Nandakote, il
Badrinarayan e il Nilakanth. A poca
distanza dall'eremo si trovano due alberi ad alto fusto chiamati Nara e
Narayana, i gemelli avatar di Shiva. La bellezza del luogo acquieta
anche la mente più perplessa ed è interessante la storia della
costruzione dell'ashram. Dato che Haidakhan Baba è Shiva Shankar Stesso,
le Sue decisioni venivano eseguite immediatamente. Nel momento in cui
fu presa la decisione di erigere un ashram, fu trattata la difficoltà di
ottenere una sostanziale e costosa superficie della montagna. A Shri
Bholadatt, un avvocato e devoto, fu affidato il lavoro legale e la
gestione della costruzione dell'ashram. Il lavoro fu concluso in modo
ordinato entro un breve periodo di tempo; la cerimonia di apertura fu
santificata da Babaji e il sito sarebbe diventato famoso come
Siddhashram, l'Eremo del Siddha Yogi. Era caro a Sua Santità ed Egli
rimaneva spesso per sei mesi alla volta. A Siddhashram, coloro che
traevano il beneficio del Suo satsang, la Sua pia compagnia si
considerano i più fortunati. Là essi ottennero il più alto dei piaceri,
per la brillantezza del Kailash che scendeva a Siddhashram, mantenedolo
sempre soave. Quando Babaji risiedeva lì si sarebbero verificati un
certo numero di eventi miracolosi. Per i Suoi devoti il Siddhashram
sarebbe diventato un luogo sacro di pellegrinaggio più sacro di
Badrinath e Kedarnath. Per gli yogi e i sadhu compresi quelli che
arrivavano in assenza di Babaji e a chi sarebbe apparso nella forma di
Sadashiva, le esperienze furono profonde. La narrazione degli altri
eventi seguiranno nelle pagine avanti.
IL TEMPIO A KATHGHARIA (24)
Anche l'Ashram di Kathgharia occupa un
posto importante in queste cronache. Babaji visse per molti mesi a
Kathgharia, una città a circa tre miglia dalla stazione ferroviaria di
Haldwani a nord della regione del Kumaon. Quando un commissario
Britannico impiegato nella zona sperimentò il darshan di Babaji, egli
donò dieci acri di terra per un ashram. Lo scenario naturale del luogo è
molto piacevole e i lama, i tantrici e gli yogi, alcuni con più di duecento
anni di età, erano noti per sedersi nella posizione yoga per mesi senza
fine. All'interno dei locali dell'ashram c'è un tempio di Shiva. Babaji
lo chiamò Kedareswar che, dopo Kedarnath, è uno dei dodici Jyotir
Lingam nelle regioni Himalayane ed è di interesse il punto in cui si
trova. Babaji stava giocando con i bambini come Sua abitudine e queste
parole fuoriuscirono da Sua Santità: "Ora," disse: "Kedareswar Bhagavan
desidera manifestare se stesso." Con ciò, Babaji chiese ai bambini di
scavare nel fango. Emerse uno Shiva lingam; la zona fu ripulita e fu
costruito un tempio dell'ashram secondo le istruzioni di Babaji. Egli
spesso diceva che era un luogo non meno importante di Rameswaram dove
Rama scoprì il lingam di Shiva, l'icona che egli ha adorato per
garantire il successo delle sue missioni. Infatti da quando Shiva Stesso
disseppellì il lingam, il santuario a Kathgharia è maggiore del
santuario di Rameswaram. Quindi i devoti adorano il lingam a Kathgharia
con il ghee, il latte ed incrollabile fede.
E fu a Kathgharia che
Babaji annunciò che il Suo corpo era vecchio e logoro e che sarebbe
andato al Kailash. "Dopo che sarò partito," Egli andò avanti, "arriverà
un Brahmachari dal Bihar." I devoti non riuscirono a capire. Essi
ritennero che Baba si riferisse alla Sua riluttanza di rimanere in un
posto per molto tempo. La verità fu rivelata pochi giorni dopo quando
Babaji partì per la Sua dimora divina al Kailash, un evento riportato
nelle pagine che seguono.
IL PALAZZO A GWALIOR (25)
Jwaladutt Joshi fu tra i devoti più vicini
di Babaji. Egli era un ufficiale di alto grado nell'amministrazione
dello Stato di Gwalior nel centro dell'India, servendo un re di natura
spirituale che aveva una grande considerazione per i santi e i sadhu.
Quando Jwaladutt menzionò i leela di Haidakhan Baba alla corte, il re
espresse la sua impazienza di incontrare Babaji. Sfortunatamente
Jwaladutt spiegò che non sarebbe stato in grado di farlo; egli non
sapeva dov'era Babaji; infatti sapeva soltanto che Egli non rimaneva
mai in un posto per molto tempo. Poi inaspettatamente Babaji andò a casa
di Jwaladutt. Estremamente contento della visita di Babaji Jwaladutt
sporse un invito al re che raggiunse Shri Haidakhan Baba supplicandolo
di fare una visita al palazzo reale con così grande devozione che Sua
Santità accettò. Quindi una sera la corte reale si riunì per il darshan
di Sua Santità sperimentando un senso di purificazione e beatitudine
celestiale. Dopo il re chiese a sua moglie di stimare l'età di Babaji.
Egli fu stupito dalla sua risposta. La regina pensò che Babaji era
ottantenne; al re sembrava che Egli avesse undici anni. Babaji fu visto
raramente viaggiare in autobus, in macchina o in treno si sarebbe
manifestato ogni qualvolta e ogni volta fosse stato necessario per
benedire i Suoi devoti in qualunque forma essi desideravano.
LA DIGA A BHIMTAL (26)
Fu costruita una grande diga a Bhimtal vicino
Nainital ma, era senza le paratoie e non potevano essere fissate. Le
ingenti somme spese per la costruzione di una diga per immagazzinare
acqua e proteggere la zona dalle inondazioni durante i monsoni annuali,
erano stati sprecate. La stagione delle piogge si stava avvicinando e i
più esperti ingegneri si stavano riunendo quando Baba, mosso dalla
pietà, arrivò sulla scena. Gli appaltatori e gli ingegneri notarono
che un operaio ben piazzato, forte e robusto, era sdraiato sui massi. I
curiosi iniziarono a guardare. In circa una settimana, fu impilata una
scalinata di massi nella parte superiore della diga e le paratoie furono
rimesse. L'ingegnere capo offrì a Babaji un premio, un'enorme somma di
denaro che Sua Santità rifiutò di accettare, ispirando commenti nella
folla riunita riguardo questo disinteressato straniero mosso dal
servizio. Immediatamente qualcuno lo riconobbe e annunciò: "Egli non è
altri che Sua Santità Haidakhan Baba." Inoltre Babaji scomparve. Tali
sono i miracoli del Misericordioso che trabocca di verità, semplicità e
amore per tutti in ogni luogo, in ogni momento.
UNA PREVISIONE DEL BRITANNICO LASCIANDO L'INDIA (27)
Durante il
periodo dell'apparizione di Babaji sulla terra, il Britannico governava
l'India. Il Movimento Nazionale del Congresso Indiano iniziò, e
occasionalmente i devoti, a interrogare Baba su quando l'indipendenza
sarebbe avvenuta in India. La Sua risposta fu semplice: "Il Britannico
lascerà l'India quando si sente il clacson di un autoveicolo e c'è un
buco nella moneta." Col tempo, la gente dimenticò la Sua predizione. Nel
1947 il Fiume Gola si stava prosciugando e l'appaltatore che forniva il
legname ai commercianti a valle era disperato. Infine, con l'aiuto
degli operai e dei cavalli, egli organizzò un camion rimorchiatore a
capo del fiume. Il camion fu assemblato e caricato pronto a guidare
lungo il fiume asciutto per una distanza di due miglia fino a che
raggiungesse il punto dove il flusso del fiume era ormai cominciato.
Proprio nel momento in cui il camionista segnalò la sua partenza con il
clacson, fu annunciata l'indipendenza dell'India al mondo.
GLI INSEGNAMENTI DI HAIDAKHAN BABAJI (28)
Migliaia di uomini e donne
si radunavano ovunque Babaji andasse, persone di tutte le classi: i
grandi studiosi e professori, i filosofi, i pundit esperti in riti, gli
shastri. Egli parlava poco ma anche il Suo silenzio ispirava, cancellava
il dubbio, la miseria e risolveva problemi. Le Sue benedizioni erano
spesso semplici. "I tuoi desideri," egli direbbe, "saranno esauditi." A
volte, Egli avrebbe parlato per ore sui Veda e le Upanishad esponendo i
loro significati interiori con una tale semplicità che gli studiosi e i
pundit avrebbero inchinato le loro teste in segno di riverenza. Quei
principi su cui anche gli Shastra tacciono, Davita-Advaita, Bhakti Yoga,
gyan e vairagya, furono esplicati i loro impercettibili significati
resi in parole semplici. Normalmente, al di là della comprensione
dell'uomo comune, il beneficio delle loro verità potrebbe essere colto
da tutti attraverso la grazia di Babaji. Le lezioni alle folle di gente
comune, Egli soddisfaceva i loro desideri per la conoscenza con storie
interessanti ed esempi che portavano al punto ed esortava tutti i
principi delle quattro fasi della vita come esposto nel Varnashram
dharma. Vennero alla luce molti principi preziosi attraverso le semplici
illustrazioni di Babaji offerte a tutti i Suoi devoti. Essi
comprendevano Hindu, Mussulmani, Cristiani, Buddisti, Giainisti e Baba
dicendo loro di seguire le loro proprie religioni, con fervore e
passione. Su tali domande come, "Come possiamo liberarci dalla schiavitù
della Maya, come possiamo conoscere l'amore e la devozione ai piedi di
Shri Babaji," Sua Santità rispose con le storie. In una di queste storie
un uomo mandò la sua giovane figlia a guardare i campi. Quando la
ragazza tornò a casa egli le chiese se gli uccelli avessero danneggiato
il raccolto. Lei rispose: "Padre, quando mi addormento gli uccelli non
vengono ma se sto sveglia, gli uccelli vengono e danneggiano il
raccolto." La morale dell'aneddoto è questa. Noi siamo impotenti, non
possiamo fare niente sulla forza del nostro potere. Anche i famosi
rishi, muni e grandi saggi come il Santo Narad e così via, potrebbero
cadere nell'abisso dell'illusione della Maya quando si afferma l'ego. E
se i santi e i saggi, perché non noi? Ma per coloro che si arrendono
completamente a Babaji, fermi nella loro fiducia in Lui, nell'esercizio
delle loro funzioni spirituali, Babaji salpa le loro barche
istantaneamente attraverso l'oceano dell'illusione. Soltanto coloro che
persistono nella loro fede nel Signore, che ricercano persistentemente
attraverso la preghiera, le azioni e la compagnia dei giusti, per la
salvezza, solo le loro navi della vita salteranno attraverso le onde
mondane raggiungendo l'altra sponda. Quando ci arrendiamo a Dio con la
sola intenzione di ottenere la salvezza e allora niente, non la
schiavitù della madre o del padre, dei parenti, figli, mogli, dell'amore
mondano o la ricchezza dei palazzi, niente può legarci. Ai grandi
santi, Sua Santità avvertiva di evitare il richiamo dell'esaltazione nei
devoti. Egli gli raccontò la storia di un grande santo da Rishikesh, un
siddha yogi il cui desiderio era di allontanarsi dalle attrazioni
mondane e ricercare l'illuminazione che lo aveva portato a una dura
penitenza. Egli aveva lasciato la compagnia umana ed era andato in una
grotta di montagna alle porte di Rishikesh. Alcuni principi, attratti
dalla sua fama, vennero per il darshan di questo famoso siddha ma non
riuscirono a trovarlo. Seth uno scaltro uomo d'affari di Calcutta venne a
sentire di lui ed anche lui era desideroso di incontrarlo ed anche lui
fallì fino a che non lasciò la casa, il cuore, gli affari per andare a
Rishikesh per soggiornare in una vicina grotta. Ogni volta che il siddha
usciva dalla sua grotta, c'era Seth, salutandolo con profondi gesti di
umiltà. Alla fine il grande siddha ebbe pietà di questa figura solitaria
e cominciò ad instaurare una conversazione. Il mercante lo serviva
bene, mantenendo i suoi desideri e i progetti per se. Con il passare del
tempo egli disse al siddha della sua grande ammirazione per il sito
della grotta, suggerendo che se fosse stato costruito un tempio avrebbe
servito una necessità. Innumerevoli devoti avrebbero trovato sollievo
nei principi del santo siddha, sarebbe dovuto esistere un tempio a Dio.
Il siddha concesse il suo benestare di costruire un tempio. Furono spese
migliaia e migliaia di rupie; fu costruito un bel tempio insieme a un
comodo rifugio per i pellegrini in visita. Il rifugio e le esigenze del
culto quotidiano richiedevano ulteriori investimenti nella costruzione
di altri edifici e il siddha dovette concedere il suo consenso per lo
sviluppo di tutte quelle strutture. Una grande organizzazione gestì i
vari servizi; per tenerli funzionali, furono richiesti i capo
dipartimenti e il personale. Quando anche questi furono nominati, l'uomo
d'affari fissò una targa con il nome del siddha e tornò a Calcutta. Ora
era il grande siddha ad emettere ordini per condurre l'ashram; egli
avrebbe perso tempo prezioso ed energia, sia per il culto che per le
consuete pratiche di un santo. Quando qualche tempo dopo quando i
contributi finanziari dell'uomo d'affari Seth si fermarono, tutto il
tempo del siddha fu consumato in tali affari mondani come la raccolta di
fondi. Finalmente, le sue preoccupazioni lo portarono a Calcutta. Senza
rispetto per il santo, Seth ordinò a sua moglie, ai suoi bambini e ai
servitori di servire il siddha con tutta sincerità anche se egli non era
presente. Ogni volta che il siddha chiedeva del suo programma la sua
gente rispondeva che stava facendo del suo meglio ma le questioni
d'affari lo trattenevano. A queste risposte il siddha ascoltava e
restava in silenzio. Passò molto tempo e Seth rimase non disponibile per
il suo santo yogi. Nel frattempo, un festival della Ganga si stava
avvicinando; quel giorno, il santo siddha sentì le chiamate di "Jai
Ganga Ma" enunciate dal devoto mentre procedevano alle rive del sacro
Fiume Ganga per i santi bagni e la puja. Sentendo la loro lode, lo yogi
cadde pensieroso, ora il suo cuore stava battendo con una realizzazione.
"Qui vi trovate in questa sacra occasione. Come deliziati tutti loro
avanzarono verso il sacro bagno!" In quel momento introspettivo, il
grande yogi sapeva come era diventato odioso. Egli chiamò la moglie
dell'uomo d'affari. "Sto partendo," egli le disse. "Una volta fui il
guru di un uomo d'affari. Puoi dirgli che d'ora in poi egli è il mio
guru. Con il suo aiuto ho messo da parte la mia ripugnanza. La rete
della Maya che mi catturò ora è rotta. Lasciamo ciò che succede al
tempio e alla sua guesthouse. D'ora in poi non mi riguardano." Così
dicendo, raccolse i suoi oggetti sacri e partì. Quando la parola
raggiunse l'uomo d'affari egli corse dal santo siddha, pregandolo di
cambiare idea e tornare. Ma, il grande yogi non tornò. La sua volontà di
mettere da parte le faccende mondane degli uomini comuni ora era salda;
egli continuò per la sua strada, i suoi piedi sul sentiero verso
l'illuminazione yogica. Così Sua Santità Haidakhan Baba disse: "I santi
non devono cadere sotto l'influenza degli egoisti benefattori mondani.
E' stato osservato che i grandi santi, sadhu e yogi si allontanano dal
loro sentiero quando coinvolti nel vortice della mondanità. Perdendo di
vista il loro obiettivo inseguono le ricche tasche, chiedendo
l'elemosina per soddisfare le loro esigenze. Essi dovrebbero rinunciare a
qualsiasi attaccamento al mondo materialistico. Se cadono preda di
quegli attaccamenti, essi affondano al livello di capofamiglia, non più
santi e sadhu." C'era un'altra storia che Babaji usava offrire alla
società dei santi. Un santo in possesso di un gran lusso e di
grandiosità chiamò uno dei suoi seguaci dicendo: "Potrete godere di
tutto questo lusso per un anno; alla fine di quell'anno, verrete buttati
nel fiume." Così dicendo il santo si ritirò nella foresta; il suo
seguace ora possedeva un'enorme ricchezza, sguazzandoci senza pensare a
ciò che gli aspettava quando l'anno trascorse. Al ritorno, un anno dopo,
il santo trovò i lussi abusati e il suo seguace a vivere la vita di un
decadente. Rifiutando di risparmiarlo neanche per un istante, ordinò al
seguace di gettarsi nel fiume. Egli gridò, pregando il santo di non
farlo; il santo stesso lo spinse nel fiume. Di nuovo un discepolo fu
scelto per godersi il lusso grandioso della vita, le condizioni erano
come quelle di prima, per un periodo di un anno. Anche lui cadde
profondamente e irrimediabilmente nell'illusione e, come il
predecessore, incontrò il suo destino quando l'anno passò. Il terzo
discepolo fu scelto ed anche lui si fece proprietario di tutta la
ricchezza e grandiosità per un anno. Più intelligente dei due precedenti
egli non cadde nella trappola del lusso. Infatti egli aveva un ponte
costruito sopra il fiume e un tempio sulla sponda opposta, atti di
benevolenza pubblica che piacquero al santo al suo ritorno alla fine
dell'anno. Il discepolo si fece avanti, presentandosi al suo guru per
dire: "Sono pronto per essere annegato nel fiume signore ma, io non ho
abusato di questa ricchezza." E quindi, questo fu il discepolo che fu
messo a capo del sito e di tutte le ricchezze del sito per il resto
della sua vita. Il punto della storia è questo. Coloro che sono a capo
di tali pubbliche istituzioni come i templi e i monasteri dovrebbero
essere scelti con saggezza per il timore che i soldi donati per
beneficenza pubblica siano usati male. Ci sono solo alcuni degli
aneddoti che Sua Santità offrì ai devoti per condurli al sentiero sacro.
"Non avete paura delle difficoltà e della miseria," Egli li esortava.
"Abbiate completa fiducia in Dio. Siate di ferma risoluzione. Dio
sicuramente proteggerà il fedele, guidandoli attraverso l'oceano
mondano. Solo coloro che partono dalla retta via, cadono preda di
desideri avidi e annegheranno."
LA SCOMPARSA (29)
Quando Babaji fu visto per l'ultima volta nella
regione del Kumaon, fu scavato un pozzo a Kathgharia; prima che fosse
completato, Sua Santità partì per il Kailash. Il devoto Gumani era
ormai lontano e Babaji respingeva le offerte di coloro che
volontariamente lo accompagnavano nel Suo pellegrinaggio. Egli andò da
solo da Kathgharia a Askote; là, Raja Khandgamanasingh e la famiglia
reale lo accolsero con riverenza, prendendo disposizioni per il Suo
alloggio e riposo. Pochi giorni dopo
Babaji ordinò una partenza dicendo che Egli adesso doveva partire e
proseguire per il Nepal. Il Re pregò Haidakhan Baba di rimanere per un
po' ma Egli rifiutò qualsiasi ulteriore ritardo. La famiglia reale e i
suoi ospiti vennero al cortile per la Sua partenza; in conformità con la
tradizione della terra, il Re stesso mette la sua spalla per la
portantina. Non appena la portantina uscì dal cancello sollevò sua
altezza e gli diede le Sue benedizioni. Il re a malincuore diede
istruzioni alla corte reale di accompagnare Sua Santità come Egli
desiderava e di tornare al palazzo su Suo ordine. Da Askote, Haidakhan
Babaji percorse tre miglia al confine tra l'India e il Nepal e alla
confluenza dei fiumi Kali e Gori dove le acque corrono profonde e le
correnti sono elevate. Egli si fermò lì, scese dalla portantina e diede
istruzioni ai servitori di lasciarlo. Curiosi di saper dove Babaji
andasse, la servitù fece come Egli aveva ordinato, guardando indietro
con crescente preoccupazione. Essi erano preoccupati quando videro Sua
Santità nell'acqua profonda fino alla vita, persino gli elefanti non
sono in grado di resistere alla forza delle correnti del fiume e dei
vortici. Haidakhan Baba era davanti al Nepal quando un lampo di luce
colpì la confluenza dei fiumi e poi Sua Santità scomparve. Ad Askote i
servitori diedero la notizia al re. In pochi minuti Sua Santità era
diventato invisibile fondendosi con la Luce Divina. Egli non fu mai più
visto di nuovo nella regione del Kumaon. Ma, Dio è senza fine le Sue
storie sono infinite e i leela di Babaji non sono mai limitati al tempo o
allo spazio continuerebbero a giocare. Invisibile, Egli avrebbe
aggraziato i Suoi devoti e in Himalaya i santi e i devoti avrebbero
aspettato per Lui di tornare e benedire l'umanità.
DOPO LA SCOMPARSA (30)
Uno studio delle scritture suggeriscono che
ogni volta che un potenza divina si manifesta sulla terra in forma
fisica, c'è un'ondata di devozione e adorazione; il benessere di
innumerevoli anime è assicurato e le guide sicure sono scritte a cui le
generazioni future possono fare riferimento. La scomparsa di ciascuna
di tali brillanti e benevoli entità porta grande dolore ai devoti;
conosciamo bene il dolore dei devoti del Signore Krishna quando la sua apparizione
sulla terra si concluse. Tuttavia ogni qualvolta un potere divino si
allontana dal mondo un altro divino potere appare e continua a guidare
l'umanità sul sentiero del santo precedente. Un avatar come Shri
Chaitanya, il Santo Gyaneshwar e Shri Buddha le loro forme reali e la
natura dei loro insegnamenti sul sentiero può essere riconosciuta
dall'umanità soltanto dopo la loro stessa partenza. Le persone credono
che Haidakhan Baba esegua i Suoi leela spirituali solo durante la Sua
apparizione sulla terra. Pochi allora sapevano chi era Sua Santità.
Alcuni pensavano di lui come Aswathama del Mahabharata, altri come
Hanuman dall'era del Ramayana, entrambi anime immortali. Somavari Baba,
un grande santo, non poteva sempre vedere i giocosi leela di Haidakhan
Baba nella loro giusta prospettiva non realizzando che una volta
Haidakhan Baba diede il darshan ai Suoi devoti nella Sua forma come
Shiva con tre occhi, un serpente e una luminosa mezza luna sulla Sua
fronte. Un racconto di Sua Santità come un avatar di Shiva mi fu offerto
dai Suoi devoti e seguirà. Ma prima una piccola introduzione per il
santo la cui devozione, così Haidakhan Baba ha sostenuto, ispirò Lui a
reincarnarsi nella forma di Shiva. Prima della Sua scomparsa, Babaji
disse: "Dopo di me verrà un Brahmachari, un santo dal Bihar. Quando e
dove questo Brahmachari Baba apparirà, come egli è connesso a Haidakhan
Baba, questo rimarrà un grande segreto." Per chiarire è importante fare
un po' di luce su questo Brahmachari Baba.
L'ARRIVO DI MAHENDRA BABA (31)
I santi sono la vera ricchezza di un
paese; quando appaiono nell'universo i loro insegnamenti e le loro vite
esemplari guidano le persone del loro tempo. In ogni caso è necessario
Dio Stesso, per la causa dell'universo appare nella forma di un santo
differente per presentarlo. Quindi negli Shastra ed epopee è detto che i
santi sono una reincarnazione di Dio. Oggi il mondo tende verso la
distruzione; le menti crescono ristrette e materialistiche; l'ateismo è
in aumento. L'invenzione delle armi distruttive hanno messo il mondo in
un tale pericolo che ora la sola salvezza, unico rifugio sicuro, è ai
piedi del Signore. Nel mondo logorato di oggi la verità è accolta come
semplice propaganda. Inoltre ciò non è sbagliato: l'umanità è stata così
spesso truffata dall'egoista che la prudenza è imposta. E' stato
altresì osservato che il genere umano è attratto dall'ipocrisia e che
siamo propensi a seguire i falsi santi, lasciando soli quelli graziati
dai veri santi e guru liberi da false trappole. A questo punto cercherò
di scrivere di Mahendra Baba. Egli non mi permise di farlo prima anche
se lo avevo pregato di avere il permesso in diverse occasioni. Per il
beneficio dell'umanità questa figura, la sua genialità e le sue supreme
conquiste spirituali rivelate dalla sua viva presenza, trasmette
attraverso la sua naturale e umana forma il messaggio di Shri Haidakhan
Babaji. Conosciuto nelle regioni del Kumaon e Vrindaban come Mahendra
Baba questo grande santo è stato uno yogi per molte vite e in contatto
con Babaji per generazioni. Circa la sua nascita, le città dove sono
nati i santi spesso diventano sacre perché essi apparvero lì per la
prima volta; tuttavia, anche dopo una grande quantità di ricerca non
sono disponibili molte informazioni sul suo luogo di nascita e i primi
leela. Ciò che è noto è che quando Mahendra era giovane Haidakhan Baba
gli insegnava e lo aveva guidato attraverso molte vite. Mahendra,
sperando di ricevere il Suo darshan, andò alla ricerca di Babaji in
Nepal, India e Tibet, Sua Santità lo ha sempre guidato proteggendolo con
la Sua ombra. Solo nella sua gioventù ci furono brevi momenti di
darshan con Babaji ma, questi lo avrebbero influenzato per il resto
della sua vita. Mahendra stesso non parlò della sua educazione ma, la
sua santa compagnia è sufficiente ad illuminarci su questo argomento.
Mahendra Baba è un realizzato studioso dei Veda, gli Shastra, le
scritture yogiche ed anche esperto della lingua Inglese. Nonostante
tutta la sua conoscenza, egli è così semplice che la maggior parte delle
persone non realizza quanto egli fosse altamente istruito. Guidato da
Haidakhan Baba, Mahendra Baba rinunciò alla sua casa e partì alla
ricerca del suo guru. Egli rinunciò al mondo, per sperimentare il
darshan con Mahendra è conoscere quanto alto un Brahmachari sarebbe
diventato e a piedi camminò attraverso l'India così come nel Kailash,
Mansarovar, Nepal e Tibet più volte. Persino i rinomati lama Tibetani
furono impressionati da Mahendra Baba. Egli evitava le reti della Maya e
le esche delle cose del mondo, occasionalmente i poteri invisibili lo
hanno salvato da entrambe le insidie. Egli fu in stretto contatto con
illustri santi e yogi dell'India ma, non stava cercando tale
raggiungimento; voleva solo la benedizione di Babaji, la sua unica
ispirazione, il suo amore per Shri Babaji. Egli desiderò le
realizzazioni yogiche due volte nei primi anni e poi cessò di
desiderarle. Una volta sulle rive della Ganga durante il festival di
Navratri, come Mahendra Baba terminò di cantare i versi della Durga
Sapta Sati, gli venne in mente di organizzare un bhandara, una festa. Lì
vicino un altro santo stava organizzando un elaborato bhandara. Quella
notte, Mahendra Baba fece un sogno. Il santo pendeva nel pozzo della
Maya; nell'intenso dolore egli pregava. "Sei stato con me per così tanto
tempo, dammi la pace, risparmiami le torture della Maya, per favore."
Quando Mahendra Baba riaprì gli occhi, lasciò cadere del tutto qualsiasi
pensiero di organizzare un bhandara. Dopo, viaggiando attraverso la
foresta di Vindhyachal, Mahendra incontrò un Jain swami che forse aveva
un centinaio d'anni d'età. L'anziano santo era un grande siddha yogi; fu
molto impressionato da Mahendra Baba e si offrì di insegnargli gli
esercizi tantrici. Vedendo i miracoli che egli eseguiva, Mahendra
divenne avido per un po'. Ma, quella notte dormendo accanto allo yogi,
si svegliò e vide migliaia di insetti e creature ripugnanti emergere
dalla sua bocca. Vedendo lo yogi in quella condizione si freddò
l'attrazione di Mahendra per tale impresa. Il giorno seguente lo yogi
ritirò la sua offerta dicendo, "Questi conseguimenti non fanno per te".
Quindi, dalla grazia di Babaji, Mahendra fu salvato per la sua sadhana,
il suo grande proposito nella vita, la sua grande missione. Viaggiando
attraverso il Gujarat a piedi, Mahendra soffrì la perdita improvvisa
della sua vista e fu colpito dalla febbre alta. Mahendra Baba non era
per niente afflitto. Una notte Babaji venne in un sogno di un devoto e
gli ordinò di guidare Mahendra nella sua auto, portando con se varie
medicine e rimedi. Appena il devoto accese i fari dell'automobile,
individuarono una figura di grande brillantezza che indossava una lunga
kurta e la topi; Mahendra Baba fu cullato nel Suo grembo, le mani
carezzevoli sulla sua fronte e sui suoi occhi. Il gentiluomo si avvicinò
solo per vedere meravigliato, che improvvisamente la figura era
scomparsa. Egli svegliò Mahendra, sorprendendolo con le medicine e i
rimedi. Quindi, grazie all'intercessione benevolente di Babaji, Shiva
Shankar protesse Mahendra Baba e risanò la sua vista. Col tempo
principi, re e persone di grande ricchezza insistettero su Mahendra Baba
con tesori preziosi; egli rimase distaccato concedendo invece loro
benedizioni e doni. Come il loto, la sua santità era libera dalla rete
dell'illusione. Alle congregazioni egli offrì l'umile consiglio
seguente: "Devo combattere continuamente la Maya. In certi momenti mi
tira giù; in certi momenti la tirò giù. Anche se il signore
dell'illusione è forte, sono certo che il mio Santo Guru Shri Babaji, mi
farà vittorioso."
Sul completamento del suo pellegrinaggio
attraverso l'India, una mano sconosciuta comandò Mahendra Baba a
Vrindaban; Là, con la benedizione della dea Radharani, egli avrebbe
realizzato la sua missione. Da Vrindaban, Shri Mahendra andò a Lohaban e
per trenta anni osservò una continua dura penitenza. Egli viveva là in
una capanna buia, cantando e praticando esercizi spirituali, i residenti
locali diventarono sempre più consapevoli che stavano avendo luogo un
certo numero di eventi miracolosi. Un serpente scuro usava
attorcigliarsi sotto il suo posto e a volte strisciava sul suo corpo.
Egli sarebbe caduto in uno stato di samadhi per sette giorni di seguito;
uscito da esso egli avrebbe accettato qualsiasi piccolo pezzetto di
cibo i suoi devoti gli offrissero, poi tornò al suo profondo stato
meditativo. Quando visitai Lohavan i cittadini e persino i funzionari
governativi mi parlarono di molti eventi meravigliosi. Se, com'è mia
natura, chiesi di qualche evento, loro affermavano la verità delle loro
relazioni, offrendo giuramenti in memoria dei loro amici e parenti e
giurando che neanche una sola lettera di ogni racconto era falsa. Anche
il mio cuore credeva e se dovessi raccontare tutto di loro, le storie
riempirebbero il loro proprio grande volume ma, Mahendra Baba scoraggiò
una cosa del genere. Quindi, in poche parole ciò che disse la gente di
Lohavan è questo. A molti che erano morti gli fu concessa di nuovo la
vita; l'illetterato acquisì improvvisati poteri di parola e poesia;
coloro che soffrivano di difficoltà economica ricevettero sollievo; i
senza figli ebbero figli; coloro che si auguravano di conoscere la
divina beatitudine furono benedetti con la divina beatitudine. I seguaci
di nessuna setta se ne andarono; i seguaci di differenti religioni
trovarono protezione nella sua santità e gli furono garantiti molti
benefici che desideravano. Una donna mi parlò con le lacrime agli occhi
del suo unico figlio. Il bambino era morto. Il finimondo e la confusione
totale regnavano in casa ma, lei aveva profonda e ferma credenza in
Shri Mahendra Baba. Andò nella stanza da sola, chiuse la porta e pregò
davanti una fotografia di Mahendra; la sua preghiera fu accolta. Il
battito del cuore di suo figlio ripartì e in pochi giorni il ragazzo
guarì. Lo incontrai a Lohavan come un sano giovane uomo. Fu riferito di
un altro evento di grande meraviglia. Mahendra Baba aveva lasciato
Lohavan per un pellegrinaggio; durante la sua assenza uno dei suoi
devoti tornò dall'estero. Egli aveva l'impressione che sarebbe tornato a
casa ricco, i ladri prevedevano di derubarlo. A mezzanotte con le torce
in mano, i ladri stavano cercando di entrare in casa sua. Con grande
loro sorpresa, videro Mahendra Baba camminare avanti e indietro sul
tetto. Essi si ritirarono e il giorno dopo appresero che Shri Mahendra
era lontano da Lohavan da oltre quindici giorni. Al suo ritorno, essi
caddero ai suoi piedi, confessarono la loro colpa e con la sua
benedizione si convertirono a sentieri migliori. Shri Meenaram, un
insegnante a Lohavan, disse di un evento che coinvolse un grande yogi
che risiedeva a Raman Reti, non lontano da Lohavan. Una mattina Shri
Meenaram, in viaggio per far visita allo yogi, incontrò Mahendra in un
giardino appena fuori Lohavan. Sua santità sorrise e gli chiese dove
stava andando. Meenaram mentì; sto sbrigando una commissione disse.
Quando arrivò all'ashram del grande yogi, con sua sorpresa c'era
Mahendra Baba. Lo yogi, sorprendentemente, lo stava salutando come
Bhagavan Shankar, dicendo: "Vieni, per favore! Ti do il benvenuto mio
Signore." Per un istante, Baba si materializzò come Shiva Shankar e poi
scomparve. La storia circolò tra i residenti meravigliati di Lohavan e
Meenaram naturalmente, si pentì della bugia che aveva detto a Mahendra
Baba. Shri Mahendra non si avvallò mai nessun merito per tali eventi.
Egli disse che tutti questi meravigliosi leela erano i leela di
Haidakhan Baba e che egli era solo un semplice servitore, protetto ai
piedi di loto di Babaji. I principi del posto impressionati da Mahendra
Baba, tentarono di riempirlo di regali; egli rifiutò, immune alle loro
suppliche. Una notte durante il festival di Shivaratri, briosi devoti
offrirono erbe allucinogene, terra in polvere mischiata nell'acqua per
il Signore Shiva e poi la passarono anche a Mahendra Baba. Egli bevve
cantando "Hara Hara Mahadeva." Gli intossicanti non ebbero nessun
effetto su di lui; sebbene i devoti avessero osservato Mahendra Baba
deglutirne grandi quantità egli andò avanti recitando i versi della
Durga Saptashati, seduto in un'inamovibile singola posizione per giorni.
Ovunque Mahendra Baba andasse egli adorava le deità istituite in quel
luogo; esse a sua volta gli davano il darshan in una forma o in un'altra
ma, non gli portarono la pace della mente. Il suo cuore anelava solo
per la vista di Haidakhan Baba, l'adorato Guru che lo aveva iniziato in
gioventù nel villaggio ma, ormai Babaji proteggeva Mahendra e lo guidava
da oltre quarant'anni. Senza aver mai visto Babaji in tutti quegli
anni, Mahendra andò in pellegrinaggio da Haldwani all'Himalaya, con la
risoluzione di togliersi la vita. Tuttavia Haidakhan Baba, sempre
presente lo portò, guidandolo sui passi quasi inaccessibili di montagna,
a Shitlakhet. Lì Mahendra incontrò Shiromani Pathak che aveva assistito
al potere spirituale di Babaji con i suoi stessi occhi. Shiromani
condusse Mahendra a Siddhashram e Mahendra vide una fotografia di Shri
Haidakhan Baba con la kurta e la topi. Sorpreso di trovare in tale luogo
disabitato un'immagine del Signore che lo aveva benedetto per
quarant'anni, qui Mahendra decise di digiunare fino alla morte o fino al
momento in cui gli appariva Shri Babaji. Il primo giorno apparve a
Mahendra Baba, Vaishnavi Devi stessa tentandolo con il cibo. Il giorno
seguente si chiuse nella stanza desolato che il guru che aveva visto
come un ragazzo lo avesse dimenticato. Era Martedì, il quarto giorno
della quindicina oscura di Ashaar dei mesi di Giugno/Luglio e in quel
giorno, il posto di Shiva Shankar si scosse: ora un caro discepolo aveva
completato la sua sadhana e Shri Haidakhan Baba gli apparve.
Sopraffatto dalla vicinanza di Sua Santità nel piccolo spazio della
stanza dove si era chiuso, colarono lacrime di gioia sul viso di
Mahendra e fu così che nell'Era di Kali, Haidakhan Baba apparve davanti
al Suo devoto concedendogli il darshan, l'unico desiderio del suo cuore.
Mahendra alloggiò qualche altro giorno e poi grato e umile tornò a
Lohavan.
UNA RICOMPARSA A SIDDHASHRAM (32)
Nel 1952 un devoto e tre compagni,
due delle quali erano donne, andarono in pellegrinaggio a Siddhashram
insieme a Shri Mahendra. Era Martedì, l'undicesimo giorno del calendario
lunare pochi minuti prima di mezzogiorno, Mahendra era seduto in
veranda rivolto a nord. Egli chiese ad una delle donne di prendere
l'acqua dal ruscello. Appena lei se ne andò coloro che erano in veranda
ebbero una visione di un'immensa e indescrivibile luce, la sua forma
era come quella di un essere umano e prese forma a circa due miglia al
di là della strada. Profonde gole e fenditure rendevano impossibile
avvicinarsi alla luce brillante, coloro che erano in veranda
congelarono; inghiottiti nella visione del bagliore luminoso rimasero
perfettamente immobili, estasiati nella loro unione con la luce. Quindi
per grazia di Mahendra Baba, a questi pochi fortunati fu concesso ciò
che persino i muni e i rishi anelano, il darshan di Haidakhan Baba nella
forma brillante. La visione durò per tre giorni poi la radianza
gradualmente diminuì nel secondo e terzo giorno.
SULLE RIVE DELLA GOLA (33)
Nell'inverno del 1954 Shri Mahendra Baba
era ad Haldwani, la sua mente era in subbuglio riguardo la vera forma
del guru che lo aveva graziato per tutta la sua vita. Fino ad allora le
persone consideravano Shri Haidakhan Baba un santo immortale e un'altra
forma di Hanuman. Il profondo desiderio di Mahendra era di conoscere la
Sua vera forma. Il 24 Gennaio del 1954, tra le 9:30 e le 10:00 del
mattino, egli passeggiava verso il Fiume Gola con Shri Bankelal
di Lohavan. Là c'è una fitta foresta abitata da creature selvagge.
Quindi Mahendra Baba stava camminando con un bastone quando ebbe una
visione di Shri Haidakhan Baba nella forma del Signore Shiva con tre
occhi, una mezza luna sulla fronte, il collo circondato da un serpente
che gli apparve davanti a una distanza di solo venti mani. Babaji
sembrava avere sedici anni, la Sua brillantezza era come una fiamma, i
Suoi occhi vivi di luce che colpì il petto di Mahendra e vi si stabilì,
salda nella forma della Luce Divina. Fu così che non avendo ancora
lavato le mani, il suo inchino alla visione fu mentale. Quella mattina
per grazia di Mahendra Baba, anche Shri Bankelal vide il Signore Shiva
Shankar, raro persino per gli dei. Shri Babaji accettò da Bankelal
l'offerta di due monete solo per inondarlo di puro affetto. Il Signore è
Supremo e possiede i tesori dell'universo rispettando la piccola
donazione. Dopo pochi minuti di darshan, Shri Bankelal disse che vide il
Signore diffondere la Sua Luce Divina, passando sopra la terra e nei
cieli. Il dubbio di Mahendra Baba fu cancellato quel giorno e il devoto
di Shri Haidakhan Baba iniziò ad adorare Sua Santità come Shiva, il
Signore del Kailash.
LA CERIMONIA DEL FUOCO A LOHAVAN (34)
Shri Mahendra Baba aveva
eseguito la penitenza per un lungo periodo a Lohavan e nel 1957 fu
organizzata un'importante yagna per ventuno giorni senza sosta. I santi
e sadhu provenienti da tutte le parti dell'India si riunirono con i
loro devoti ciò richiedeva complicati piani per l'alloggio per l'arrivo
di santi, sadhu e devoti. Ogni giorno furono eseguiti rituali in onore
di Shri Haidakhan Baba e, come si usava, un famoso studioso di Vrindaban
recitava la Shrimad Bhagavat. Si cantavano bhajan, kirtan e un bhandara
su larga scala seguì a mezzogiorno. Alla sera i Brahmini recitavano i
mantra di Babaji, cantavano il Ramayana e recitavano la Durga Sapta
Sati. Furono cantati molti kirtan, parteciparono migliaia di uomini e
donne e successivamente i residenti di Lohavan eseguirono scene
meravigliosamente ispirate del Ramaleela. Durante un kirtan quando
stavano adorando la foto di Shri Babaji, un'anziana signora ebbe il
darshan di Lui che indossava la kurta e la topi. Un giorno, circa dieci
ospiti arrivarono per il pranzo dopo che i cuochi avevano chiuso la
cucina e non c'era il pane. In qualche modo la questione arrivò a Shri
Mahendra Baba ed egli mandò a dire loro di chiedere un'altra ricerca
approfondita nel ripostiglio della cucina. Gli uomini furono sorpresi di
trovare un cestino di puri caldi, sufficienti a nutrire dalle quindici
alle venti persone e i nuovi arrivati furono ben nutriti senza indugio.
E' un semplice fatto: la dea Annapurna sarà sempre a disposizione
curando la necessità di cibo nel luogo di Shri Babaji. Una notte due
gentiluomini stavano lavorando con una lanterna a gas davanti
all'esibizione del Ramaleela. A causa di una perdita d'aria la lanterna
esplose e le persone corsero in aiuto. Per grazia di Dio non ci furono
danni e tutti furono salvi. Anche questa fu una meraviglia, in genere
tali esplosioni sono fatali. Al termine della yagna, i canti e la
recitazione dei nomi di Dio, andarono avanti per tre giorni e la fiamma
del fuoco saliva alta di quattro o cinque piedi per purificare
l'ambiente. E' molto raro in questa era l'organizzazione di una tale
lunga, divinamente bella yagna.
L'INSTALLAZIONE DELLA STATUA A KATHGHARIA (35)
Con le sue stesse
mani Shri Mahendra installò una statua di Haidakhan Babaji nell'ashram a
Kathgharia durante un'enorme celebrazione. Egli non aveva espresso un
interesse speciale per la costruzione di un tempio nell'ashram; non era
facile organizzare ed eseguire un tempio con i prescritti culti e
rituali quotidiani ma, nessuno può fermare l'attuazione dei leela di
Shri Babaji. Una persona sconosciuta fece una proposta davanti a
Mahendra Baba per una murti, una statua sacra di Shri Haidakhan Baba; fu
portato uno scultore da Jaipur ed egli intagliò una murti di Shri
Babaji che indossava una lunga kurta e la topi, ottenendo il marmo di
una qualità che egli non si sarebbe procurato in una vita intera di
lavoro. Gli spettatori della sacra murti furono molto ispirati dai
sentimenti nobili e divini della deità. Per l'installazione della murti
fu selezionato un posto a Kathgharia, un luogo caro a Sua Santità e
conveniente sotto tutti i punti di vista. Per grazia di Shri Babaji, il
tempio fu velocemente costruito. Un giorno o due prima della
sistemazione della fondazione, Shri Haidakhan Baba, circuì il sito su un
cavallo bianco, apparendo in sogno ad un sacerdote e anche a un anziano
asceta di Bagheswar, rendendo molto chiaro che Shri Babaji aveva
approvato la costruzione del tempio. Dopo, quando fu scavata la
fondazione, fu trovata nel terreno la sacra cenere delle yagna eseguite
durante i leela di Shri Babaji. Il momento di buon auspicio per
l'installazione della murti fu fissato il Sabato mattina del 24 Febbraio
del 1957. La notte precedente ebbero luogo continuamente bhajan, kirtan
e fu cantato il Ramayana, i devoti cantavano con grande amore e
devozione. Dato l'enorme raduno, Mahendra Baba con tre altri era nella
sala d'attesa con la murti. Il grandissimo desiderio di Mahendra Baba,
di cui ogni devoto gioisce della scena brillante di Sua Grande Santità.
Improvvisamente, quella notte alle 11:00, nell'ashram iniziò ad
echeggiare il canto di vittoria e fu osservata una grande commozione tra
i devoti riuniti, alcuni di loro correvano come verso una particolare
destinazione. La splendente, forma luminosa di Sua Santità Shri
Haidakhan Baba fu vista aggirarsi nell'ashram e ci fu un suono, come il
rombo delle autovetture e un tono alto di un flauto. Le persone
divennero un po' spaventate assistendo a un tale miracolo di notte.
Subito dopo, Sua Santità con il Suo usuale vestito di kurta e topi,
concesse il darshan nella Sua forma umana. Le donne cantavano le Sue
preghiere sotto l'albero banyan e videro per la prima volta la gloriosa
visione e poi centinaia di altri, di tutte le età, caste e credi,
l'estasi che li sopraggiunse fu indescrivibile. Sua Santità era ad una
distanza di circa dieci braccia, la luce delle lanterne a gas erano
fioche confronto alla Sua celestiale luminosità; poi dopo circa dieci
minuti, Babaji scomparve. La visione di Sua Santità avrebbe lasciato un
segno indelebile su coloro che vi assistettero. Un anziano santo che fu
presente avrebbe ricordato vedendo la santa luce nel tempio recentemente
costruito, che quando il sacro splendore si avvicinò a lui, testimoniò
l'illimitato potere yogico di Haidakhan Babaji. Stordito egli fece un
pranam. Dovunque ci sia una descrizione delle forme differenti di Dio è
sempre piena di luce; i testi di tutte le religioni, il Buddismo,
Giainismo, l'Islam descrivono una tale luce. Ma questa luce apparendo ad
un grande raduno del genere, per così tanto tempo, passando da punto a
punto per dare il darshan, è storicamente unico. Quella stessa notte la
misericordia di Babaji protesse una donna dall'essere bruciata e ridotta
in cenere.
Il giorno dopo all'ora stabilita, la murti di Sua
Santità Shri Haidakhan Baba fu installata e spiritualmente animata dalle
mani di loto di Shri Mahendra Baba. Nell'attesa ci fu un oceano di
uomini e donne da tutte le parti dell'India, rendendo le strade coperte
di veicoli di ogni tipo, muovendosi a onde come un mare in tempesta. A
conclusione della cerimonia d'installazione, iniziò il bhandara e la
festa. Circa cinquantamila uomini e donne ebbero il prasad, quella notte
le incessanti porzioni durarono fino alle 11:00. Sebbene la quantità di
viveri era enorme il numero di persone da servire fu persino maggiore
ma, per grazia di Babaji come Signore Sadashiva, ce n'era per tutti. La
folla era ingombrante ma, non si verificarono né furti e né incidenti.
Nessuno ricorda un contrattempo in un luogo sacro dove Shri Haidakhan
Baba Stesso era presente. Furono presenti yogi, siddha, santi e persone
spirituali, apertamente e segretamente tutti erano venuti per la
realizzazione suprema spirituale della presenza del Signore Sadashiva.
LA STATUA A VRINDABAN (36)
Kunvar Singh Paniyali, un residente di un
villaggio vicino Kathgharia, aveva quasi cento anni quando sentì Sua
Santità Haidakhan Baba dirgli in una visione, "Ora andrò a Vrindaban."
Questo accadde poco dopo la celebrazione d'installazione a Kathgharia.
Là, Kunvar Singh aveva assistito ai leela spirituali di Babaji; quindi
non c'era ragione di dubitare l'appuntamento e Paniyali chiese che
Babaji rimanesse a Kathgharia. In risposta Sua Santità affermò:
"Io sono Babaji; noi baba non abbiamo un luogo fisso," e poi scomparve.
Giorni dopo iniziò improvvisamente la costruzione di un tempio a
Vrindaban. Nonostante l'evidente scarsità di uomini, soldi e forniture,
il tempio fu completato dalla grazia di Shri Babaji: un anonimo
gentiluomo di Bombay offrì un completo finanziamento. Il tempio è
situato vicino al tempio di Gopeswar Mahadev. Haidakhan Baba aveva
scelto di nuovo un luogo benedetto e familiare, uno accanto a un tempio
in onore di Shiva. Nel sacro festival di Shivaratri, con grande sfarzo e
pie celebrazioni, Shri Mahendra avrebbe installato la sacra murti di
Haidakhan Babaji a Vrindaban. Il giorno precedente Babaji concesse una
visione a un devoto di Sua Santità a Kathgharia, dicendo che Egli aveva
portato un evoluto yogi dall'Himalaya per il culto durante
l'installazione a Vrindaban; da qui egli andò subito là. Questi eventi
confermano che tutti i leela che hanno avuto luogo erano invariabilmente
ispirati da Babaji. Come le predizioni dei grandi siddha dell'Himalaya,
i cittadini della regione del Kumaon dicono che Shri Babaji apparirà di
nuovo in forma umana in India, la terra di Bharat, per elevare ed
ispirare.
UN'APPARIZIONE A MOSCA (37)
Racconto qui un recente evento
conosciuto da molti. Un gentiluomo dal nome di Niels Olft Cressander, un
attore e filosofo svedese, era un uomo elevato spiritualmente, le sue
parole erano considerate essere quelle di un progredito yogi. Egli era
anche molto ricco. Ebbe una visione di Babaji nella sua camera da letto a
Mosca e quella notte, simultaneamente, sua moglie a Leningrado ebbe una
visione di Haidakhan Baba. Quando il marito e la moglie si incontrarono
il giorno dopo, venne alla luce che le loro esperienze erano state le
stesse e desideravano vedere Babaji. Una vera prova di un cuore pio è la
persistenza: una mente si rivolge verso Dio e non riposa fino a che il
suo desiderio è realizzato. Il gentiluomo svedese e sua moglie vennero
in India. Essi rimasero un po' di tempo all'ashram di Shri Aurobindo a
Pondicherry e all'ashram di Shri Ramana Maharshi ad Arunachala ma, non
furono soddisfatti fino ad un'ispirazione di sconosciuta origine che li
portò ad Almora. Per due anni essi rimasero in un luogo scarsamente
popolato dal nome di Kasar Devi e là, Cressander ebbe molte visioni di
Shri Haidakhan Baba come una forma del Signore Shiva. Egli si sentiva
benedetto dal darshan di Shri Babaji, il suo guru per molte vite e poco
prima egli lasciò Almora il 26 Aprile del 1946, realizzò un'immagine in
gesso di Sua Santità ancora preservato in una prestigiosa casa ad
Almora. Egli parlò anche di un altro evento nella sua vita. Una volta,
viaggiando in aereo, sentì una voce che diceva che aveva solo poco tempo
da vivere. Lui stesso, uno yogi di molte vite, non fu perturbato
riguardo la morte, nonostante le notizie del suo approccio. Un momento
dopo, la stessa voce bisbigliò di nuovo nelle sue orecchie ed egli
meditò su Shri Haidakhan Baba. Così mentre stavano atterrando
all'aeroporto qualche sconosciuto potere sembrava lo spingesse fuori
dall'aereo. Subito dopo l'aeroplano esplose in fiamme e molti sarebbero
morti. La misericordiosa protezione dell'Onnipotente è utile nelle vite
di coloro che, anche per un caso, lo ricordano. Egli è come la madre che
protegge i suoi innocenti bambini.
LE FOTOGRAFIE A BADRINATH (38)
All'inizio del 1955, un santo dalla
regione del Bhutan faceva penitenza a Badrinath; il suo piano era di
soggiornare per sei mesi consecutivi. Una notte, meditando nella sua
stanza all'ashram, ebbe una visione di una fotografia di Shri Haidakhan
Baba giacente in una pozza d'acqua. Scioccato e rattristato di vedere la
fotografia di Shri Babaji trattata in quella maniera, si chiedeva chi
avesse fatto una cosa così. Nello stato meditativo egli realizzò
che stava provando a tirar fuori la fotografia dall'acqua. Egli la tirò
fuori ma, lo! Ce n'era un'altra. Egli tirò fuori dall'acqua quella
fotografia ed una terza era già là. Come un mazzo di carte, le
fotografie apparivano appena una veniva rimossa. Egli provò a tornare
cosciente ma, questa meraviglia lo rendeva difficile. Poi, tornato in
uno stato di semi-coscienza, sentì tre volte le chiare, serene, toccanti
parole, "Haidakhan Baba è onnipresente, Haidakhan Baba è onnipresente,
Haidakhan Baba è onnipresente." Presto egli avrebbe realizzato che la
voce non poteva essere umana. Con grande coraggio egli aprì la porta
della capanna ma, non c'era nessuno. Quella fu una grande sorpresa. La
capanna era situata in un luogo remoto sul lato più lontano del fiume
Alakanada. Chi vorrebbe salire il sentiero spinoso in questa fredda
notte? Il sentiero si snodava attraverso le colline; nessuno vi si
sarebbe avventurato senza una ragione. Sentendo quella voce egli
conosceva nel suo cuore che gli dei di questo sacro luogo lo stavano
aiutando a sperimentare la forma vivente di Shri Haidakhan Baba. Egli
ebbe anche altre esperienze così. Egli parlò della sua infanzia quando
Shri Haidakhan Baba venne nel suo villaggio. Là essi usavano mettere una
tazza di bronzo vicino alle narici di Sua Santità; quando Egli
respirava faceva il suono di Om e sulla tazza sarebbe apparsa
un'iscrizione di "Om." Nell'autunno del 1955, mesi dopo l'evento a
Badrinath, il santo avrebbe avuto una visione di Shri Babaji nella Sua
divina forma a Vrindaban, una manifestazione di Shri Babaji che disse di
essere di una grandezza senza precedenti.
IL DARSHAN AL FIUME (39)
Shri Haridatta è tra i molti devoti di Shri
Haidakhan Baba. Anche lui ha visto con i propri occhi i leela di Shri
Babaji. Dopo che Shri Babaji lasciò la Sua forma fisica, Shri Haridatta
era desolato, il desiderio nel suo cuore per il Suo darshan era molto
grande, egli recitava il sacro libro Punyasmriti un centinaio di volte
al giorno. Un giorno, viaggiò a Prayag per incontrare sua figlia e andò a
fare un bagno sacro sulle rive della sacra Ganga. Là ebbe
la fortuna di avere una visione di Haidakhan Baba nella Sua kurta e
topi. Felicissimo, egli cadde subito in trance. Shri Babaji lo chiamò
vicino e gli chiese, "Sei felice?" "Paramanand!" Shri Haridatta iniziò
ad urlare. "Paramanand! Suprema beatitudine!" Sentendo un grande bisogno
di alleviare se stesso, se ne andò ad una certa distanza; poi, sperando
di parlare con Shri Babaji, si affrettò a tornare al luogo di
balneazione ma, non c'era nessuno. Dopo questo evento egli era in uno
stato squilibrato, pronunciò "Paramanand" per circa sei mesi. La sua
famiglia lo portò da grandi santi uomini; essi dichiararono che egli
aveva sperimentato la vera forma di Dio e che non era in grado di
gestire così tanta shakti o energia. Egli alla fine riacquistò la sua
salute mentale e visse una lunga vita.
AL NEGOZIO DI DOLCIUMI (40)
Ad Haldwani, il proprietario di un
negozio di dolci preparò una grande quantità di dolci da vendere a
Diwali, la festa delle luci. Sfortunatamente, un paio di giorni prima
della festa, egli cadde gravemente malato di febbre e iniziò a
preoccuparsi che non si sarebbe rimesso in piedi in tempo per vendere i
dolci per il festival. I dottori diagnosticarono la febbre tifoidea e
dissero che ci sarebbero voluti quindici, venti giorni per guarire. Il
negoziante era un devoto di Shri
Haidakhan Baba; sul suo letto di ammalato egli sperimentò una sensazione
di Sua Santità che stava sulla sua testa, toccando la sua fronte
amorevolmente con i Suoi palmi. L'effetto fu così miracoloso che la
febbre si placò ma, una volta che egli riacquistò la coscienza non
poteva vedere nessuno là. Dalla grazia di Shri Babaji il devoto
riacquistò la sua salute e fu al suo posto tutti i giorni del festival
vendendo i dolci.
PARTE III

LA STORIA DELL'AUTORE: AI PIEDI DEL GURU
Sono nato Brahmino nella
famiglia Rajmisra, nel primo stato di Alwar. Come un Brahmino, la
cultura religiosa si radicò in me dalla giovane età e mio padre avrebbe
goduto della piena protezione di un santo rinomato di Alwar, Shri
Heeranath, che avrebbe esaudito i suoi desideri e protetto dalla
tragedia e dalla miseria. Dall'età di sei o sette anni, mio fratello
maggiore soffriva di un'inusuale malattia; le sue condizioni
peggiorarono portandolo a un passo dalla morte. Fu mio nonno che
avvicinò Shri Heeranath una mattina alle 3:00 circa, mentre stava
entrando nella sua grotta dopo il bagno. Quando Shri Heeranath notò
l'anziano uomo nel buio, si fermò in piedi all'entrata. Mio nonno pregò
il santo di salvare suo nipote, dicendo: "Egli riesce a malapena a
respirare. Forse potremmo perderlo in ogni momento." I santi per natura
sono misericordiosi e Shri Heeranath ebbe pietà della preghiera d'aiuto
dell'uomo anziano. Egli entrò nella grotta e tornò con la vibhuti, dando
indicazioni all'anziano uomo di tamponare la gola del paziente con la
sacra cenere e poi dare la Gangajal, le sacre acque della Ganga. Il
santo tornò nella sua grotta e mio nonno venne a casa con la vibhuti.
Ormai mio fratello era al suo ultimo respiro. Conforme alle istruzioni
di Shri Heeranath, la vibhuti fu somministrata insieme all'acqua della
Ganga e lo! Fu operato il miracolo. Il paziente, nel suo letto di morte
per mesi, iniziò a muovere le sue palpebre e le labbra; chiese il cibo,
era affamato. Gli fu dato un pezzo di roti e in pochi mesi, nelle mani
di Shri Heeranath Baba il misericordioso, egli ebbe una nuova
prospettiva di vita. Baba soprannominò mio fratello Bholanath e me
Shambhunath e nella santa compagnia disse, "Ho dovuto combattere con
Yamaraj, il dio della morte, per Bholanath." Nell'era attuale di
miscredenti si potrebbe leggere questo con una scrollata di spalle ma i
miei genitori resero testimonianza dei suoi poteri per il resto delle
loro vite. Su consiglio di Shri Heeranath, mio fratello fu istruito al
Sanscrito ed io alla letteratura Inglese. Dalla sua santa grazia, mio
fratello conseguì una laurea in Sanscrito ed io passai la laurea di
esami di legge. Un certo numero di persone avrebbe assicurato il
benessere dei loro figli con le benedizioni di Shri Heeranath, benefici
non ottenibili senza la sua benedizione. Per il resto della sua vita mio
padre lo venerò come Dio, recitando incessantemente i suoi nomi. Avevo
dieci anni quando il santo saggio completò la sua esistenza terrena. Ero
abituato al darshan giornaliero di Shri Heeranath; anche ora, c'è
un'impronta indelebile della forma luminosa di Shri Heeranath nel mio
cuore e un'indelebile memoria ogni volta che andavamo da lui per il suo
darshan e tutto l'affetto con cui egli segnava la nostra fronte con la
vibhuti. L'amore che teneva per noi, questo santo yogi privo di
interessi mondani, tutto ciò poteva essere dovuto a nient'altro che al
buon karma delle vite passate. Così l'adorazione dei santi si radicò in
noi dall'infanzia in avanti e quando questo santo saggio scomparve il
mio cuore desiderava il rifugio di un altro, un desiderio che non
sarebbe stato concesso fino al 1955. Quando lavoravo a Kishangarh, mia
madre cadde ammalata lasciandola parzialmente paralizzata; il
trattamento medico non portò miglioramento. I miei genitori furono
felici quando fui trasferito a Bandikui nel 1953; sconvolto dalla
malattia di mia madre, pensavo spesso a Shri Heeranathji. Viaggiai
centinaia di miglia per il darshan di molti santi ma, il mio cuore non
trovava pace. Conobbi Shri Chandra Bihari Gupta Lal dai miei giorni da
studente; anche egli fu mandato a Bandikui e quando ci incontrammo noi
avremmo spesso discusso dei santi. Un giorno Gupta Lal mi disse che
occasionalmente visitava un santo siddha dell'Himalaya, Shri Mahendra
Baba. Chiesi per il suo indirizzo. Egli non aveva un indirizzo stabile
così non ce n'era nessuno da dare ma, Gupta Lal disse che mi avrebbe
chiamato per il darshan con Mahendra Baba nella sua prossima visita. Da
quel momento in avanti avevo un profondo desiderio di conoscere questo
sconosciuto santo. A Febbraio o Marzo del 1955, dopo il lavoro lasciai
il mio ufficio e come al solito andai a fare una passeggiata. Incontrai
per caso Gupta Lal. Mahendra Baba era arrivato. "Se ti va," disse,
"vieni ad incontrarlo ora." Il mio cuore aveva sperato per tale incontro
da molto tempo e seguii Gupta Lal a casa di un funzionario delle
ferrovie. Era in corso la recitazione del Tulsi Ramayana, una foto del
Signore Rama sul posto. Un senso di beatitudine aumentò in me alla vista
di Shri Mahendra. Non avevo mai vissuto una tale brillante e
soprannaturale presenza come questa. Sebbene fossi venuto in contatto
con centinaia di santi, il mio primo sguardo di Mahendra Baba mi portò
istantaneamente profonda tranquillità e pace. Mi prostrai ai santi piedi
di Mahendra Baba ed egli mi fece un luminoso sorriso; per me un segno
che il tocco delle generazioni mi stava attirando da lui e che mi aveva
preso sotto la sua protezione. La luce dai suoi occhi era splendente,
uno splendore che rendeva la stanza divinamente sublime.
Silenziosamente, offrii una preghiera a Mahendra Baba a nome di mia
madre, chiedendogli di concederle il santo darshan. Anche se non
ricevetti nessuna guida, tornai a casa dopo un certo tempo e il mio
cuore era pieno di pace. Il giorno dopo quando ero già pronto a partire
per il mio ufficio, mi fu detto che Mahendra Baba era venuto. Scesi giù
ed eccolo là, a casa mia con il suo luminoso sorriso. Colpito dalla sua
gentilezza, sopraffatto dalla sua gentilezza, mi prostrai ai suoi piedi e
lo portai nella stanza dove giaceva mia madre. Lei toccò i suoi piedi
sacri ed egli sembrava commosso dalla sua miserabile condizione. Baba si
alzò per andare dopo pochi minuti ed io gli chiesi quanti giorni in più
sarebbe rimasto a Bandikui. "Non lo so", disse, così era la sua natura,
la sua risposta era incerta. Egli ci lasciò e io mi precipitai nel mio
ufficio. Quel pomeriggio alle 3:00 circa, su impulso, andai alla
stazione ferroviaria. Non appena raggiunsi il binario vidi Mahendra Baba
con un gruppo di due o tre. Egli sorrise e chiese come ero venuto là
senza alcuna parola prima . "Dalla tua grazia e potere," risposi.
Mahendra stava andando a Vrindaban con il treno per Agra. Il treno per
Ahmahabad arrivò prima e con mia sorpresa mio fratello maggiore scese
dal treno; avvistandomi sul binario con il santo Baba, egli venne verso
di noi. "Vishnu Bhai," disse Baba mentre si avvicinava. Vishnu è il nome
di battesimo di mio fratello, "bhai" significa fratello e tutti noi
eravamo presenti con gli occhi spalancati, sua santità non aveva mai
incontrato mio fratello. Il treno per Agra fu trascinato; Baba entrò
nella carrozza e quando uscì il vapore del treno della stazione, sentii
che qualcuno di molto caro stava partendo. Il treno iniziò a muoversi
sui binari; guardai fino a quando scomparve alla vista. Sebbene tornai a
casa a malincuore, sapevo che l'incontro con Mahendra Baba era la mia
fortuna. Come si è scoperto, Mahendra Baba avrebbe coinvolto me e mio
fratello maggiore al suo servizio; forse era per questo che mio fratello
venne da Rajgarh a Bandikui senza preavviso. In ogni caso, i nostri
cuori erano ai suoi sacri piedi. Quando fu ricevuta una cartolina da
Vrindaban, con timbro postale del 4 Agosto 1955 e scritta dalle proprie
mani di Mahendra Baba, fu a lungo conservata come un ricordo prezioso.
Il giorno dopo mi incamminai per Vrindaban anche se il mio unico
interesse era di congiungermi a Mahendra Baba. Egli non aveva dato
alcun indirizzo a Vrindaban e nel mio cuore mi chiesi: avrei avuto il
darshan di Mahendra Baba o no? Lo vidi scendere la strada di Devanal in
serata, oscillando insieme alla gioia come un elefante, con un secchio
in mano. Come venne vicino, mi prostrai ai suoi piedi. "Sei venuto,"
disse. Era tutto sorrisi e poi continuando a poca distanza, egli svoltò
ed entrò in una stretta dimora dove c'era abbastanza spazio forse per
due o tre. Mi sedetti all'angolo, un momento dopo Mahendra annunciò che
fu per il darshan del Signore Krishna che ero venuto e mi indirizzò di
visitare il tempio di Krishna. Obbedendo alle sue indicazioni partii
per il darshan del Signore Krishna e tornai dopo un'ora. I santi e i
sadhu erano riuniti intorno a Mahendra Baba, stavano discutendo le
glorie di Vrindaban e quella notte, a conclusione della discussione,
dormii all'angolo della stanza di Mahendra Baba. Il giorno dopo mi unii a
Mahendra per il darshan con Shri Gopeswar Mahadev; sulla strada disse,
"E' bene per te prendere rifugio da un santo santo." Dopo il darshan di
Shri Gopeswar Mahadev, Shri Mahendra, conoscendo il mio profondo
desiderio, mi benedisse e mi diede rifugio ai suoi piedi di loto.
Mahendra era ben consapevole di tutte le nostre anime interiori e memore
delle mie vite passate, mi inondò della sua misericordia. Tornai a
Bandikui e Mahendra Baba proseguì per l'Himalaya. Nel 1956, ebbi di
nuovo la fortuna della compagnia di Mahendra a Bandikui. Poi, nel Marzo
di quell'anno, dalle sue grazie, fui trasferito a Deeg una città vicino
Vrindaban e sorprendentemente, due mesi dopo a Rajgarh dove risiedeva
mio fratello maggiore. I miei genitori mi raggiunsero e nel Novembre del
1957, mia madre che soffriva di paralisi dal 1951, ebbe
inaspettatamente un attacco di polmonite doppia. Una notte le sue
condizioni peggiorarono ed era gravemente malata. Sopra al suo letto era
appesa una fotografia di Mahendra Baba ed io, afflitto dalle sue gravi
condizioni, iniziai a pregare Mahendra Baba. Allo stesso tempo appresi
che mia madre in uno stato di incoscienza ebbe una visione di Mahendra
Baba. Egli era presente, mezzo vestito, il suo intero corpo spalmato di
cenere sacra. Ella iniziò a riprendere coscienza e pochi minuti dopo
l'intensità della sua tosse e febbre si abbassò. Poi la piena coscienza e
chiese, "Dov'è Mahendra Baba? Era qui proprio ora." Le dissi che era
mezzanotte e che non era venuto nessuno. Fu allora che mi spiegò ciò che
aveva visto. Mi stabilizzai pacificamente realizzando sia la sua grande
misericordia nell'ora della crisi e sia il merito della vera preghiera
che è immediato sollievo. Ella quella notte si godette il sonno e
gradualmente guarì dalla polmonite. Una donna di settantacinque anni,
parzialmente paralizzata, era sopravvissuta a un attacco di polmonite
doppia né più né meno che dalla grazia del misericordioso Mahendra Baba
la cui considerazione per il mio amore e per mia madre la riportarono
indietro dalla morte. Nel Gennaio o Febbraio del 1957, mia madre stava
ascoltando con rapita devozione la mia recitazione giornaliera delle 5
a.m. del Ramayana. Proprio allora, un calesse si fermò alla mia porta e
mio figlio di circa tre anni gridò, "Mahendra Baba è venuto!" Andai
immediatamente in strada e lo vidi arrivare, i suoi passi lenti e
solenne come al solito, accompagnato da Shri Gangasahay, una guardia
ferroviaria. La mia famiglia ed io cademmo ai suoi piedi sacri,
immensamente lieti di questa visita: un importante visita consequenziale
di Mahendra Baba per discutere la questione dell'intaglio di una statua
di Haidakhan Babaji. La formazione di mio fratello come uno studioso di
Sanscrito, attirò Shri Mahendra a lui durante la visita. Un eminente
studioso stesso, Mahendra aveva grande riguardo per gli studiosi di
Sanscrito e si dilettava nelle recitazioni di mio fratello dei versi
devozionali e dei poemi classici di Sanscrito e Urdu. Mio fratello si
unì a Mahendra quando egli andò nelle montagne intorno a Rajgarh a
visitare i suoi devoti e si fermarono in un piccolo tempio di Shri
Hanuman a Mangalsar Dham con il suo delizioso scenario. Là, mio fratello
maggiore accanto a lui, Mahendra sedeva davanti alla muti di Hanuman,
cantando la sua preghiera di Hanuman con voce melodiosa.
Jai Jai Jai
Hanuman Gosain, Kripa Karo Guru Dev Ki Nai - Oh Signore Hanuman,
benedicici per favore e abbi misericordia, guru divino.
Mio fratello
si sentiva un po' nervoso quando la murti del Signore Hanuman iniziò a
mostrare segni di movimento sulle labbra e le parti del corpo, una
visione diretta della durata di due o tre minuti ma ciò che mio fratello
e gli altri membri del gruppo sperimentarono in quel momento lo
avrebbero sentito dentro di loro per circa un mese. Dopo il viaggio
delle montagne tornarono a Rajgarh, riprendendo la solita routine,
recitando la poesia e cantando le preghiere a Dio. Ora, quando mio
fratello si fermava, Mahendra Baba avrebbe detto, "Più, Shastriji, più."
Fu Mahendra che iniziò a indirizzare mio fratello come uno Shastriji e
una notte, mentre Shastriji stava cantando, Mahendra Baba gli chiese,
"Shastriji, perché non scrivi poesia?" In risposta, mio fratello citò un
distico:
Chitt to Suchitt Ho! Ghar me kachu vitt ho!- Nrupati ka
hitt ho! Tab sundar kavitt ho!- Se l'umore è giusto, se ci sono soldi in
casa e io ho la benedizione di un re, allora il poeta può scrivere.
"Non ho pace nella mente," il mio umile fratello spiegò a Mahendra
Baba. "Sono un povero Brahmino, non ci sono soldi a casa mia. Studio il
Sanscrito; questi giorni non portano nessuno studente. I pochi premi che
ho vinto sono stati spesi. I re che forse offrono patrocini hanno
finito e le mie preoccupazioni principali sono del ventre. Come possono
fluire i versi?" Mahendra Baba rideva mentre ascoltava Shastriji. "Tu
parli la verità senza dubbio." Il giorno dopo Mahendra andò come al
solito a bagnarsi nel laghetto a Jharana, un luogo delizioso situato a
un miglio da Rajgarh i cui molti pozzi sono favoriti da santi e sadhu.
Mio fratello rimase a casa su questo, l'ottavo giorno santo di quella
quindicina luminosa è un giorno propizio. Mio fratello si fece il bagno
in bagno quando versò una piccolo recipiente pieno d'acqua sulla sua
testa, uscirono dalla sua bocca i seguenti versi:
Param Brahma
Sansuddh Satchidananda: Vigraham Manasam Tamasam divyat Kurta topi
dharam maha.- Supremo Brahma, pura forma di esistenza eterna Sostieni la
piena coscienza e la beatitudine che distrugge l'Oscurità della mente,
vestito in kurta e topi.
Segue un altro verso, usato poi giornalmente in onore di Babaji:
Krishnaya Vasu devaya harye Paramatmane- Pranata Klesh Nashay,
Govindaya Namonamah.- Krishna Vadsudeva, Hari, in grande Uno,
Distruttore delle preoccupazioni di colui che lo prega; A quello Govinda
rendo i miei saluti.
Sorpreso dai versi spuntati fuori così
spontaneamente egli li scrisse e li lesse a Mahendra Baba al suo ritorno
dal bagno. Mahendra Baba li rilesse, di nuovo e di nuovo finalmente
dicendo, "Shastriji, sono così contento di questi poemi. Persino
l'incommensurabile ricchezza, se offerta, non potrebbe farmi più
felice," e amorosamente, benevolmente Mahendra mise il palmo della sua
mano sulla fronte di Shastriji. Nell'occhio della sua mente mio fratello
vide come i leela di Sua Santità Baba di Haidakhan iniziavano a
giocare, così vividamente come un film al cinema. La visione persistette
per mezz'ora poi mio fratello si scusò e partì per la scuola. Quel
giorno egli fu programmato per i primi due periodi di non insegnare
nelle classi; durante quelle ore tranquille, egli scrisse una
cinquantina di distici e anche questi li presentò a Mahendra Baba al suo
ritorno a casa. Baba fu felice di loro e lo benedisse, indirizzando
Shastriji ad iniziare descrivendo i leela di Shri Haidakhan Baba con la
massima precisione possibile. Il tocco della mano di Mahendra aveva
portato a mio fratello il dono della poesia. Ora egli poteva parlare di
qualsiasi argomento per ore, nonché scrivere. Il giorno seguente Shri
Mahendra Baba si incamminò a Vrindaban. La fiumana di poesia aumentò.
Nell'arco di una quindicina di giorni, Shastriji compose l'armonia di
trecento distici in Sanscrito, insieme alle loro traduzioni in Hindi e
una traduzione in Hindi dei poemi in Sanscrito e commenti conosciuti
come Shri Urmila, che furono pubblicati in breve in due volumi da Shri
Vora di Bombay, un devoto di Mahendra Baba. Le copie furono spedite ad
importanti studiosi; la loro preghiera era straordinaria, il capo del
dipartimento Hindi del Rajastan College a Jaipur, personalmente,
esaltò l'espressione melodiosa di Shastriji, il linguaggio morbido,
semplice e la purezza delle percezioni.
Sulla pubblicazione dei due
volumi accompagnai mio fratello a Vrindaban per una lettura pubblica in
onore di Mahendra. Arrivando a Vrindaban lo trovammo seduto in
posizione siddhasana sotto un albero. Noi prendemmo posto di fronte a
lui, cantando la poesia di Shastriji sia in Sanscrito che in Hindi. La
versione in Hindi di uno o due strofe non erano gradite a Mahendra Baba.
Egli sorrise e osservò, "Shastriji, i tempi non sono ancora maturi per
l'Hindi. Solo a tempo debito può essere intrapreso un volume in Hindi in
lode di Haidakhan Baba." Mio fratello annuì, pienamente preparato ad
obbedire e a rinunciare alle composizioni in Hindi. Poi, dopo un
intervallo di qualche giorno, Mahendra Baba chiamò mio fratello a
Vrindaban: "Ora scrivi la Sua lode in Hindi." Dalla grazia di Mahendra
Baba mia madre acquisì il dono della composizione spontanea in Hindi.
Entro un anno e tre mesi, il suo volume in Hindi in lode di Haidakhan
Baba fu completato. Non vi era stato un piano; fece strada la santa
grazia di Mahendra Baba. Anche questo volume sarebbe stato pubblicato. I
suoi contenuti: circa quattromila distici in Hindi; racconti dei leela
di Shri Ram, Shri Krishna, Shri Sadashiva e Shri Sadguru Babaji e un
racconto di critica globale di tali principi quasi dimenticati della
filosofia Vedica come la "Sankhya Yoga Vedanta" dalle Upanishad. I sacri
leela di Shri Mahendra sono vividi, vasti; il loro valore è
incommensurabile. Le parole non possono esprimere la misericordia senza
limiti che egli mi estese, né la mia gratitudine per me, egli era
Mritunjay Mahadev, il Signore della Vita e della Morte. Questo ho
sperimentato un numero illimitato di volte. Nell'estate del 1958, con i
giudici in programma di chiudere per le vacanze estive, pianificai un
pellegrinaggio a Uttarkhand. Sfortunatamente mia moglie si ammalò di
febbre. Lei soffrì di malaria per quattro o cinque giorni e la febbre
non si placava. Al contrario, un pomeriggio la sua temperatura aumentò a
105. Il dottore dell'ospedale locale la stava curando; dato che la
febbre non era persistente, egli diagnosticò la febbre tifoidea ed
iniziò la somministrazione del consueto ciclo di antibiotici. Non c'era
progresso. Infatti la salute della paziente peggiorò e si aggiunse la
dissenteria alla sua sofferenza. Quando lei fu così malata da non
potersi sedere furono chiamati i dottori più anziani di Alwar a
Bandikui ma, come iniziò le cure le sue condizioni andarono di male in
peggio e cominciai a pensare che la sua fine poteva essere vicina. Suo
padre, mio suocero, aveva tenuto alti incarichi politici sotto gli
Inglesi, la sua fedeltà lo rendeva un servitore pluridecorato del Raj.
Cresciuto in un ambiente politico mondano mia moglie era un'agnostica,
senza fede, credenza e sorta di santi e sadhu. Il 16 Giugno del 1958, le
sue condizioni diventarono molto serie, portando tutta la famiglia ad
uno stato di allarme. Alle 10:00 circa di quella sera la febbre
improvvisamente scese, gli arti diventarono freddi e il suo battito
rallentò. Furono chiamati immediatamente i dottori; essi iniettarono la
Coramina ma, senza risultato e uscendo dalla sua stanza mi chiamarono.
Non c'era speranza. Sopra la sua branda era appesa una fotografia di
Mahendra Baba ma le sue membra ora erano fredde, il suo respiro fermo
nella sua gola. I miei anziani genitori e mio figlio di quattro anni
uniti a noi nella disperazione; mia moglie vedendo il suo innocente
giovane ragazzo lottava per respirare. Per natura sono poco incline,
sotto ogni circostanza, ad imporre le mie esigenze ma guardandola ora il
mio cuore si sciolse e pregai Shri Mahendra per il sollievo. Sua
santità era a Amarkanthak e nemmeno il vento avrebbe soffiato da
Amarkanthak a Rajgarh più velocemente di quanto le sue benedizioni. Egli
è Shiva: non c'è spazio, non c'è tempo che non può abitare; non c'è
distanza che non possa attraversare. Con tutti noi al suo lettino, lei
improvvisamente sapeva che Mahendra Baba era arrivato ad unirsi a quelli
di noi in piedi al suo fianco. La sua mano la toccò; egli le diede
qualche medicina da bere, la sua azione l'azione di un conquistatore
della morte. Mia moglie prima parlò a mio padre. "Un Baba è venuto,
proprio ora. Non morirò adesso." Indicando a tutti le fotografie sul
muro, mio padre le chiese, "Chi era il Baba che è venuto? Mahendra
Baba?" Lei guardò la fotografia di Shri Mahendra e disse, "Solo lui è
venuto." Mia moglie iniziò a guarire, la sua miracolosa sopravvivenza
sorprese i dottori. I trattamenti medici furono allontanati il giorno
dopo. Adesso lei stava dipendendo solo dalla grazia di Shri Mahendra,
prendendo alcune medicine Ayurvediche solo per il gusto di farlo.
Persisteva una leggera febbre, un dottore sospettava un possibile
sintomo di tubercolosi e fu portata a Jaipur. I test erano negativi, e
fu riportata a Rajgarh dove la misericordiosa di Shri Mahendra
finalmente la fece stare bene.
UNA FOTOGRAFIA
Un ultimo evento dell'inverno del 1958. Sul muro
della camera di mia madre è appesa una fotografia di Haidakhan Babaji
con la kurta e il copricapo; su un altro muro è appesa una fotografia di
Shri Mahendra Baba: le fotografie le abbiamo adorate con riverenza, in
stretta conformità alle istruzioni dei testi sacri. Una notte all'1:00
quando a mia madre capitò di svegliarsi, Haidakhan Wale Babaji concesse
le sue preghiere e scese dalla fotografia unendosi a mia madre
al suo fianco. Nel giro di cinque minuti mia madre, cullata nella luce,
si scrollò di dosso la paralisi con la quale aveva sofferto per sette,
otto anni. Tutti noi in presenza del puro amore di Dio abbiamo fatto
tutto. Gradualmente, Sua Santità saltò all'indietro, fondendosi dentro
la cornice della fotografia, ancora una volta una fotografia ha
conferito la sua infinita benedizione.
Un numero di intervistati
insistettero perché riportassi qui tutti gli eventi, coinvolgendo sia
Mahendra Baba e sia Haidakhan Babaji ma, non ho permesso a me stesso di
farlo. Se fossero stati raccolti tutti gli eventi miracolosi questo
volume sarebbe stato ingombrante e mentre i leela di Haidakhan Babaji
sono infiniti la natura sacra di molti di loro richiede discrezione;
essi resistono alla divulgazione. Possano i miei precettori perdonare i
miei errori, possano i miei migliori perdonarmi. Om Shanti, Om Shanti,
Om Shanti


EPILOGO
Giridhari Lal Mishra, l'autore di questa collezione, fu un
devoto di Mahendra Baba; così anche suo fratello maggiore, il poeta e
studioso Vishnu Datt Shastriji. Mishra morì nel 1969, pochi mesi dopo
che Mahendra aveva lasciato il corpo, dicendo ai suoi devoti che
Haidakhan Baba sarebbe presto riapparso e affidando a Shastriji un
mantra segreto da cui egli avrebbe riconosciuto Babaji quando Egli
tornava. Nel 1970, quando i devoti di Haidakhan Baba e Mahendra
sentirono parlare di un giovane abbagliante che era apparso ad
Haidakhan, esibendo molte delle qualità di Babaji, essi viaggiarono a
Haidakhan. Determinando che questo era qualcuno di speciale, lo
invitarono a Vrindaban, centro dell'Haidakhandi Samaj, per una più
stretta osservazione e discussione. Tra quelli a Vrindaban, c'era il
fratello di Mishra, Shastriji. Il giovane invitò Shastriji in una stanza
privata e chiuse la porta; come poi Shastriji riferì, il mantra segreto
iniziò immediatamente a rimbalzare sulle pareti e martellava nella
testa di Shastriji, senza lasciare dubbi dell'identità di questo giovane
essere. Shastriji fece pieno pranam ai piedi di Babaji e disse a coloro
che aspettavano fuori che il loro adorato Mahavatar Haidakhan Babaji
era infatti ritornato. Per tredici anni Babaji rimase nella forma
fisica, Shastriji si sarebbe riferito a se stesso come l'ombra di
Babaji. Egli servì come sommo sacerdote alle grandi cerimonie e avrebbe
ricevuto numerosi premi per le sue molte opere su argomenti che vanno
dagli Shastra e Purana alla guarigione Ayurvedica. Babaji avrebbe detto
di Shastriji che egli era un vero figlio di Saraswati, la dea della
conoscenza e che in una vita precedente Shastriji aveva scritto un
numero di antichi poemi epici Indiani e testi. Questa manifestazione di
Mahavatar Haidakhan Babaji durò dal 1970 fino ai primi mesi del 1984.
Egli parlava raramente e lasciò l'India solo per viaggiare in Nepal ma,
manifestò così tanta luce e amore che i devoti accorrevano da Lui da
tutto il mondo, un numero di loro furono ispirati dai sogni e visioni da
fare un lungo e a volte arduo viaggio al suo remoto ashram a Haidakhan.
Le loro esperienze personali, le loro religioni, la loro educazione, lo
status sociale e l'etnia varia ma, tutti furono spinti dai loro cuori
come l'aria è spinta dentro un vuoto. Quando Babaji parlava, Egli
parlava di vite che vivono di verità, semplicità, amore e del servizio
per tutta l'umanità. Egli disse che la costante ripetizione del nome di
Dio è l'acqua che purifica la mente. Disse che tutte le religioni, se
seguite dal cuore, conducono a Dio e di ripetere il nome del dio che è
nel proprio cuore. A coloro che non hanno un tale nome egli gli insegnò a
ripetere un antico mantra, "Om Namah Shivaya, " può essere
approssimativamente tradotto come "Mi inchino a Dio dentro." Le storie
dei miracoli e dei leela della manifestazione fisica di Mahavatar
Haidakhan Baba degli anni dal 1970 al 1984 riempiono molti libri di loro
e sono disponibili attraverso il Maha Lakshmi Shop all'Haidakhandi
Universal Ashram a Crestone, Colorado, USA. Le copie possono essere
ordinate online sul sito web www.Babajiashram.org.
L'Haidakhan Samaj Americano, editore di questa traduzione della
collezione di Mishra, è un'organizzazione dedicata a servire l'umanità
diffondendo gli insegnamenti di Haidakhan Baba, insegnamenti diretti
principalmente all'esistenza di vita di verità, semplicità e amore
mentre si pratica karma yoga e japa yoga. L'Haidakhandi Universal Ashram
dedicato a Babaji, con il tempio alla Madre Divina, è situato nelle
montagne di Crestone, Colorado. Tutti sono benvenuti a visitare questo
ashram così come gli altri ashram di Babaji in tutto il mondo, in ogni
momento.

Traduzione dall'Inglese all'Italiano di Natascia Valentini - Tara bianca
